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Google: Antitrust all’attacco sulla pubblicità

Secondo l’istruttoria avviata dall’Autorità, Google avrebbe abusato della propria posizione dominante, usando in maniera discriminatoria l’enorme mole di dati raccolti tramite le sue App, ostacolando la concorrenza nei mercati della raccolta pubblicitaria online

Google: Antitrust all’attacco sulla pubblicità

L’Antitrust italiana contro Big G. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un’indagine contro Google ipotizzando un abuso di posizione dominante. Il 27 ottobre l’Autorità, insieme alla Guardia di Finanza, ha effettuato un’ispezione nella sede di Google.

Dopo le accuse arrivate dal Congresso Usa e la causa intentata dal dipartimento di Giustizia degli Stati uniti e da altri 11 Stati federali, un nuovo attacco nei confronti di Google arriva dall’Italia.

La società, controllata da Alphabet Inc, avrebbe violato l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea per quanto riguarda la disponibilità e l’utilizzo dei dati per l’elaborazione delle campagne pubblicitarie di display advertising, lo spazio che editori e proprietari di siti web mettono a disposizione per l’esposizione di contenuti pubblicitari.

Fonte: Antitrust

Questo quanto si legge nella nota nota dell’Antitrust, secondo cui, nell’ambito del mercato della pubblicità online, che Google controlla grazie alla sua posizione dominante, la società avrebbe usato in modo discriminatorio “l’enorme mole di dati raccolti attraverso le proprie applicazioni, impedendo agli operatori concorrenti nei mercati della raccolta pubblicitaria online di poter competere in modo efficace”.

Nel dettagli, Google avrebbe attuato una discriminazione interna-esterna: da un lato infatti il colosso americano avrebbe rifiutato di fornire le chiavi di decriptazione dell’ID Google, escludendo anche i pixel di tracciamento di terze parti. Dall’altro avrebbe utilizzato elementi traccianti che consento ai sui servizi di intermediazione pubblicitaria di raggiungere una capacità di targhettizzazione che alcuni concorrenti altrettanto efficienti non possono replicare.

L’Antitrust sottolinea che lo scorso anno la raccolta pubblicitaria italiana ha raggiunto un valore di 3,3 miliardi di euro, una cifra che rappresenta il 22% delle risorse del settore dei media, costituendo la loro seconda fonte di ricavi. L’Autorità spiega che:

Attraverso i cookie inseriti insieme a banner, pop-up o altre forme di messaggi pubblicitari visibili durante la consultazione di un sito web è possibile per inserzionisti, agenzie e intermediari pubblicitari acquisire dati rilevanti per la scelta di consumo dell’utente e personalizzare così le successive campagne, orientando il posizionamento dei messaggi sui contenuti di interesse del singolo utente.

Fonte: Antitrust.

A questi dati, Google aggiunge la potenza di Android, di Chrome, di Google Maps e Waze e di tutti gli altri servizi erogati, arrivando a un livello che nessun altro può raggiungere.

“Le condotte che saranno investigate dall’Autorità sembrano avere un significativo impatto sulla concorrenza nei diversi mercati della filiera del digital advertising con ampie ricadute sui competitor e sui consumatori. La mancanza di concorrenza nel settore della pubblicità online potrebbe avere ripercussioni sui produttori di siti web ed editori, che potrebbero vedere le risorse a loro disposizione ridursi notevolmente a causa della condotta di Google. Non solo, secondo l’Antitrust, l’assenza di competizione potrebbe anche porre un freno all’innovazione tecnologica.

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