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GOLF – Tiger si dà al poker, mentre Bubba cerca la conferma a New Orleans. Molinari sesto in Cina

Il campione ha organizzato un torneo di poker a Las Vegas. Il ricavato andrà in beneficenza. Un hobby, il poker, che negli Usa sta diventando sempre più popolare, ora terzo sport più visto in Tv dopo Baseball e Basket. Intanto Tiger Woods anticipa sul suo sito che tornerà sui campi da golf nei due tornei del Pga Tour il 3 e il 10 maggio.

GOLF – Tiger si dà al poker, mentre Bubba cerca la conferma a New Orleans. Molinari sesto in Cina

Tiger Woods fa sempre notizia, anche quando si occupa di poker come questa settimana, nel tempio del gioco di Las Vegas, dove il campione di golf ha organizzato un torneo di beneficenza per la sua fondazione, a favore di giovani disagiati. Non è chiaro se Tiger si concederà qualche mano al tavolo verde, è certo però che il vincitore avrà il privilegio di giocare prossimamente a golf con lui. L’appuntamento con il poker è per venerdì 27 aprile, al Mandalay Bay Resort, con buy-in da diecimila dollari, che danno diritto anche a una suite di due notti nel resort e a due biglietti vip per assistere, sabato, al Tiger Jam, concerto con John Bon Jovi. 

La scelta del leggendario golfista può sembrare insolita, ma il poker sta guadagnando sempre più terreno negli Usa dove ormai è il terzo “sport” più visto in Tv. Ospiti di eccezione e presentatori del torneo saranno due fuoriclasse del tavolo da gioco: Phil Hellmuth e Doyle Brunson, mentre c’è attesa per sapere se parteciperà Phil Ivery, il campione soprannominato “il Tiger Woods del poker”.

Il vero Tiger, che si sta ancora leccando le ferite dall’ultima partecipazione al Masters, dal suo sito promette di tornare sui campi da golf nei due tornei del Pga Tour, in calendario per 3-6 maggio e 10-13 maggio. In attesa di ritrovare il campione, il tour americano e il tour europeo fanno tappa questa settimana rispettivamente a New Orleans e a Seoul.

In Louisiana si disputa lo Zurich Classic Open dove Bubba Watson dovrà difendere il titolo vinto lo scorso anno e rimettere alla prova il suo gioco dopo la fantastica vittoria ad Augusta qualche settimana fa. Il simpatico mancino, ha definito il suo stile “quasi golf” e ironizzato parecchio sulla sua carriera di autodidatta, mai inquinata da una lezione. Ha promesso di voler andare ancora “lontano” con il suo gioco, visto che è solo il golfista più lungo del tour, ormai incoronato anche da un major. In campo, a contendergli il titolo, ci sono campioni come il nordirlandese Graeme McDowell, l’inglese Justin Rose, gli statunitensi Keegan Bradley e Steve Stricker. Ci proverà anche l’inglese Luke Donald, che non riesce a spuntarla spesso sul tour statunitense e nelle scorse settimane ha dovuto di nuovo cedere lo scettro a Rory McIlroy. Riposo invece per il campione nordirlandese che, dall’alto della vetta del ranking mondiale,  è ormai un divo conclamato, in grado di dosare sapientemente le sue apparizioni.

Il tour europeo d’altra parte si sposta in Corea del Sud, per Il Ballantine Championship. L’evento verrà trasmesso da Sky in diretta e gli appassionati potranno seguire le prestazioni dell’australiano Adam Scott, dello spagnolo Miguel Angel Jimenez, dell’inglese Ian Poulter, del vincitore del British Open Darren Clarke e dell’italiano Andrea Pavan, sempre che la regia gli conceda qualche inquadratura. In campo anche il grande Ernie Els, il sudafricano che cerca di tornare in forma dopo alcuni anni di dura crisi, soprattutto nei corti putt.

La settimana scorsa sul tour europeo Francesco Molinari ha centrato uno splendido sesto posto al al Volvo China open, mentre il giovane sudafricano Branden Grace (24 anni) ha conquistato la terza vittoria di stagione.

Nelle stesse giornate, negli States, andava in scena il Varadero Texas Open, un torneo per giocatori di seconda fila, con un finale emozionate. Ben Curtis, 35 anni, campione al British open nel 2003, ha vinto la competizione dopo sei anni di digiuno ed è riuscito a scalare così 100 posti nella classifica mondiale (ora è il numero 156). La lunga siccità gli aveva fatto perdere anche il diritto di partecipare ai tornei e quindi, stringendo la cinghia, ogni volta doveva mettersi in fila in attesa di qualche rinuncia. Questo ritorno alla vittoria gli garantisce un’esenzione dalle qualifiche di due anni. Il golf non è fatto solo di milioni e di sponsor, ma anche di sacrifici. Uno su mille ce la fa e Ben Curtis, questa volta, ha risalito la china.

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