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Giappone: Abe vince, ma non basta per cambiare la Costituzione

La coalizione guidata dal premier conquista 71 seggi su 124, ma rimane lontana dalla maggioranza dei due terzi necessaria per abolire l’obbligo del pacifismo

Giappone: Abe vince, ma non basta per cambiare la Costituzione

Vittoria amara per la coalizione guidata dal Premier Shinzo Abe in Giappone. I liberaldemocratici, insieme a Komeito, partito di centrodestra, sono riusciti ad ottenere la maggioranza nel nuovo Senato, conquistando 71 dei 124 seggi disponibili. Un risultato che però delude le aspettative e soprattutto rende molto più difficile il percorso da intraprendere per modificare la Costituzione della pace in vigore dal 1947.

Abe puntava a ottenere una maggioranza di ferro che gli consentisse di portare avanti senza patemi d’animo la riforma costituzionale che prevede di allentare i paletti previsti dall’Articolo 9, riconoscendo un ruolo più ampio alle Forze di autodifesa e abolendo l’obbligatorietà del pacifismo. 

Un cambiamento storico per il Giappone: l’operatività delle forze di difesa è infatti limitata dalla Costituzione della pace che le forze d’occupazione Usa hanno imposto al Giappone sconfitto dopo la Seconda guerra mondiale.

Per farcela senza ostacoli, la coalizione guidata da Abe avrebbe dovuto avvicinarsi alla soglia dei due terzi necessaria per attuare la revisione della Carta fondamentale. Con il risultato delle urne invece, il Premier avrà bisogno di trovare ulteriori alleanze per qualsiasi modifica. Da sottolineare che, anche se i due terzi del Parlamento (sia del Senato che della Camera), votassero a favore, la modifica costituzionale dovrà essere sottoposta a referendum popolare. 

 “Abbiamo ottenuto un nuovo mandato per continuare le nostre politiche e adesso speriamo che le altre forze parlamentari vogliano confrontarsi su un tema così vitale come quello della riforma della Costituzione”, ha dichiarato Abe dopo i risultati.

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