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Germania, Merkel: “Non cambieremo politica in Europa”

La neo-rieletta cancelliera tedesca assicura che a Bruxelles e dintorni si comporterà “come sempre: non c’è alcuna necessità di modificare le politiche europee” – La vera urgenza per Merkel è il governo: con i liberali fuori dal Bundestag, l’alleanza con l’Spd sembra inevitabile, ma – numeri alla mano – basterebbe anche l’intesa con i soli Verdi.

Germania, Merkel: “Non cambieremo politica in Europa”

Chi si aspettava una correzione di rotta dopo il voto in Germania rimarrà deluso. La neo-rieletta cancelliera Angela Merkel è stata chiara: le posizioni tedesche a Bruxelles “non cambieranno”. Anzi, in Europa “bisogna fare le stesse cose che noi abbiamo già fatto qualche anno fa per uscire definitivamente dalla crisi – ha continuato Merkel –. La Germania dieci anni fa era il malato d’Europa ma, grazie alle riforme, siamo diventati un’ancora di stabilità. Quello che abbiamo fatto noi, possono farlo anche gli altri. Si tratta di un processo che mira ad aumentare la competitività e la fiducia degli investitori esteri nei nostri Paesi”.

Insomma, dopo la schiacciante vittoria di ieri che ha consegnato alla sua Cdu-Csu il 41,5% dei voti, Merkel assicura che a Bruxelles e dintorni si comporterà “come sempre. L’Europa è un insieme di Paesi, alcuni più forti, altri meno, ma può funzionare solo se riesce a farsi sentire come una voce unica. Chi mi conosce sa bene che cerco sempre di trovare un compromesso e di capire la posizione altrui”. 

Quanto alla necessità d’insistere maggiormente sulla crescita, “mi sono impegnata in sede di bilancio europeo per i prossimi sette anni per ottenere maggiore investimenti contro la disoccupazione giovanile – ha ricordato ancora la cancelliera –. Ora ci sono a disposizione strumenti più flessibili, basti solo pensare ai fondi strutturali, ad esempio, e a Paesi come l’Italia, che sono riusciti a migliorare la situazione dei contributi netti con l’Europa. Confermo questa rotta: in Europa continuiamo a investire e la Germania pagherà molto di più nel quadro di questo bilancio rispetto all’ultimo”.

La politica europea di Berlino è uno dei fattori che più hanno contribuito a determinare l’immensa popolarità di cui Merkel gode in patria. La scelta di non cambiare era quindi prevedibile. Potrà sembrare un paradosso, ma al momento il fronte più incerto per la cancelliera è quello interno. Le manifestazioni d’entusiasmo per il trionfo elettorale si sprecano, eppure la coalizione di frau Merkel non può governare da sola. Ci è andata vicina, ma non basta: Cdu e Csu hanno conquistato 311 seggi, arrivando ad appena cinque lunghezze dalla maggioranza assoluta. Poco male, si dirà, basterà una piccola alleanza. Senonché i tradizionali compagni di viaggio di frau Merkel, i liberali dell’Fdp, si sono fermati al 4,8%, solo due decimi sotto la soglia di sbarramento del 5%, rimanendo clamorosamente fuori dal Bundestag.   

La cancelliera si è già detta disponibile a trattare per una replica della grande coalizione che ha governato il Paese dal 2005 al 2009. L’alleanza con i socialdemocratici dell’Spd (che si sono fermati al 25,7% delle preferenze) non è però l’unica strada percorribile. Numeri alla mano, Merkel potrebbe governare anche con l’appoggio dei soli Verdi. Che, a sorpresa – forti di un misero 8,3% –, sono oggi in grado di spostare gli equilibri nel Bundestag.   

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