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Generali scioglie con Kellner il nodo Ppf. E Greco si prepara alla campagna di Russia

Il cda del gruppo assicurativo, riunito in sede straordinaria, ha sancito l’accordo con Petr Kellner, il finanziere ceco che si accinge a dare l’addio, nella prossima primavera, al board della compagnia – Mario Greco ha effettuato in questo modo il previsto sbarco a Praga senza aumenti di capitale e puo’ ora accelerare l’espansione verso il mercato russo

Generali scioglie con Kellner il nodo Ppf. E Greco si prepara alla campagna di Russia

GENERALI SCIOGLIE CON KELLNER IL NODO PPF
GRECO SI PREPARA ALLA CAMPAGNIA DI RUSSIA

Poco più di un’ora e mezza. Tanto c’è voluto, ieri sera, perché il cda delle Generali, riunito in sede straordinaria, sancisse l’accordo con Petr Kellner, il finanziere ceco che si accinge a dare l’addio, nella prossima primavera, al board della compagnia.

Mario Greco potrà così presentarsi a Londra, all’investor day con gli analisti, dopo aver centrato almeno tre obiettivi: a) ha affrontato e risolto il nodo delle relazioni con Kellner; b) ha effettuato il previsto sbarco a Praga senza il ricorso ad aumenti di capitale, circostanza che pesava assai nelle valutazioni del Leone; c) accelera la strada per l’espansione verso il mercato russo, grazie al rafforzamento in Ingosstrakh.

In sintesi, il Leone, che oggi ha il 51% della joint venture assicurativa Generali Ppf e dispone di un’opzione per rilevare da Kellner il restante 49% nel 2014, anticipa l’esercizio per metà della quota e sale al 76% della compagnia che vanta interessi in una quindicina di Paesi dell’Europa dell’Est. La parte restante verrà invece acquisita a fine 2014.

Il Leone verserà a Kellner una cifra attorno a 1,3 miliardi di euro per la prima tranche per la società che nei primi sei mesi del 2012 ha messo a segno un utile operativo di 263 milioni grazie al buon andamento dei rami danni (+8,2%). Una cifra analoga verrà girata a Kellner per il restante 24% alla fine del 2014.

Si tratta di cifre in linea con quanto stabilito a suo tempo: l’opzione originale prevedeva infatti ‘esercizio al luglio 2014 per una cifra compresa tra 2,4 e 2,7 miliardi mentre nel bilancio di Ppf la quota del 49% viene stimata 2,65 miliardi.

Per il pagamento della prima tranche la compagnia farà conto sui mezzi propri, compresa la liquidità raccolta con la recente emissione di un bond subordinato da 1,25 miliardi collocato presso investitori istituzionali. Per la seconda tranche, invece, i capitali dovrebbero provenire dalla cessione già decisa degli assets “non core”, ovvero la svizzera Bsi e le attività di riassicurazione Usa.

E’ probabile che il finanziere ceco, che ha ridotto la sua partecipazione nel Leone dal 2 allo 0,65%, lasci il cda della compagnia in occasione del rinnovo dei vertici nella prossima primavera. Anche per questo motivo, la trattativa tra le Generali ed il gruppo praghese si è estesa all’altra impresa che lega attualmente la sorte del Leone con quella di Kellner: il fondo di private equity Beta (51% nelle mani del gruppo praghese, il 49% Generali) che dispone di una partecipazione pari al 38,5% nella compagnia russa Ingostrakh, controllata dal magnate russo Oleg Deripaska che in passato ha contrastato con durezza le mire dell’accoppiata Kellner-Generali. Ma Deripaska, oggi fortemente indebitato, potrebbe essere pronto a rivedere la sua posizione intransigente ed aprire le porte ad un partner industriale.

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