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Frequenze tv, Passera: niente beauty contest, sì all’asta

Il ministro dello Sviluppo economico decide di annullare il beauty contest per le frequenze tv, che veranno spacchettate e concesse a scadenze differenziate, in attesa che le direttive Onu smistino parte del traffico televisivo su internet.

Frequenze tv, Passera: niente beauty contest, sì all’asta

Niente beauty contest per le frequenze televisive. Lo conferma il ministro dello Sviluppo Corrado Passera al quotidiano La Repubblica, cancellando con un colpo di spugna le polemiche che avevano fatto seguito al rinvio della decisione sull’assegnazione delle frequenze. In tempi di ristrettezze, era stata soprattutto la polemica dell’Italia dei Valori a spingere per la vendita onerosa del bene di Stato, suscitando la netta opposizione del Pdl e di Mediaset, che si sarebbe aggiudicata le frequenze non sulla base di una regolare gara bensì di altri requisiti, non determinati in un’ottica di mercato.

Le frequenze saranno dunque vendute e, a dispetto di quanto sosteneva l’ex premier Silvio Berlusconi, la vendita potrebbe fruttare circa 1,2 miliardi di euro. Non si procederà, però, alla vendita in blocco, bensì per gradi: si prevede uno spacchettamento in base ai tempi di concessione.

E’ stato uno studio di Mediobanca a quantificare i possibili introiti per le casse dello Stato, ma il valore attuale nasconde in realtà un potenziale tesoro: i pacchetti potranno essere rivenduti in futuro a prezzi ben più alti, che dipendono dalle scelte future degli operatori in base alle normative comunitarie che entreranno in vigore a partire dal 2015: dopo quella data le Nazioni Unite hanno deciso che alcune reti verranno trasferite dalla tv a internet, occupando due o tre dei sei canali multiplex.

Una vera e propria autostrada digitale che potrà ospitare nuovi contenuti in grado di invogliare gli operatori a investire in nuovi prodotti. In sostanza, in base al beauty contest si sarebbe regalato – oggi – ciò che domani rappresenta un potenziale bottino.

L’ipotesi prevede che una parte della banda larga (la rete multiplex 700) venga aggiudicata per un periodo triennale, proprio fino al 2015, dopodiché entrerebbe in gioco il nuovo meccanismo deciso dall’Onu che darebbe un notevole impulso al mercato. Il resto dei canali potrebbe essere concesso con tempi più lunghi.

 

 

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