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Fondazione Prada, l’amore ideale in una mostra fotografica

E’ partita il 21 febbraio la mostra “Surrogati. Un amore ideale”, a cura di Melissa Harris: una selezione di 42 opere fotografiche di Jamie Diamond (Brooklyn, 1983) ed Elena Dorfman (Boston,1965) – Il progetto esplora i concetti di amore familiare, romantico ed erotico.

Fondazione Prada, l’amore ideale in una mostra fotografica

Da giovedì 21 febbraio e fino al 22 luglio presso l ‘Osservatorio Fondazione Prada in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, è in corso la mostra fotografica curata da Melissa Harris: una selezione di 42 opere fotografiche di Jamie Diamond (Brooklyn, 1983) ed Elena Dorfman (Boston,1965), che esplorano i concetti di amore familiare, romantico ed erotico.

Entrambe le artiste scelgono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano. Come spiega Melissa Harris, “i lavori di Diamond e Dorfman presentati in occasione di ‘Surrogati’ documentano in modo vivido e senza pregiudizi le interazioni tra gli uomini e i loro compagni inanimati ma realistici”.

Nelle serie Forever Mothers (2012-2018) e Nine Months of Reborning (2014), Jamie Diamond documenta la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate Reborners, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. Come ha dichiarato Jamie Diamond, “lavorare con questa comunità mi ha permesso di esplorare quella zona grigia tra realtà e artificio, dove si costruiscono relazioni con oggetti inanimati, tra uomo e bambola, artista e opera, misterioso e reale”. In un altro progetto presentato in mostra dal titolo I promise to Be a Good Mother(2007-2012), Diamond impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn. 

Still Lovers (2001-04) la serie di fotografie che ha dato visibilità internazionale a Elena Dorfman, è incentrata sulle persone che condividono la propria quotidianità domestica con realistiche bambole erotiche a grandezza naturale. Le sue fotografie si addentrano nei legami che si instaurano tra umani e donne sintetiche perfettamente riprodotte e obbligano l’osservatore a riconsiderare la propria visione di amore e riflettere sul valore di un oggetto in grado di sostituire un essere umano. Come sottolinea Elena Dorfman, “questo corpus di opere testimonia un modo di vivere inquietante e al tempo stesso commovente. Non intendo dare giudizi, ma piuttosto offrire ai protagonisti di questo mondo segreto la possibilità di condividere con me la loro quotidianità”.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione illustrata della serie dei “Quaderni”, della Fondazione Prada, che include un saggio di Melissa Harris e una conversazione tra la curatrice, le artiste e alcuni soggetti ritratti nelle fotografie.

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