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FISCO – Commissioni tributarie, il Senato decide di non decidere

FISCO – La commissione Finanze ha adottato soluzioni che non chiariscono nulla sulla platea dei soggetti abilitati a difendere i contribuenti in giudizio, ma anche sull’eventuale trasferimento al ministero della Giustizia della competenza organizzativa sulle commissioni tributarie. Probabile un riesame delle questioni in Assemblea ma tra qualche settimana.

FISCO – Commissioni tributarie, il Senato decide di non decidere

Con una soluzione di compromesso, che non definisce né chiarisce nulla, la commissione Finanze del Senato e il Governo hanno preso tempo sulla questione dell’allargamento a nuovi soggetti della possibilità di difendere i contribuenti dinanzi alle commissioni tributarie.

L’ampliamento, si legge infatti nel testo della delega contenuto nel progetto di legge di riforma fiscale messo a punto per l’esame dell’Assemblea del Senato, potrà essere “eventualmente” disposto con il decreto legislativo di revisione delle regole del contenzioso tributario, che il Governo dovrà adottare per dare attuazione alla delega. Potrà, quindi, ma anche no; il che pare poco sensato come principio di delegazione legislativa, cioè come direttiva che il Parlamento dà all’Esecutivo su ciò che considera necessario fare.

Su pressione del Movimento 5 Stelle, il rappresentante del Governo nei lavori della commissione, il viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero, ha assicurato che l’Esecutivo valuterà effettivamente l’ampliamento. Rimane irrisolta, tuttavia, la questione dell’apertura dell’assistenza tecnica in giudizio ai revisori legali, anzitutto, nonché ai tributaristi non iscritti in Ordini o Albi ufficiali. 

Neppure è stato chiarito in commissione il destino dell’amministrazione del processo tributario, posto da un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva che la competenza organizzativa sul contenzioso tributario fosse trasferita dal ministero dell’Economia e delle Finanze al ministero della Giustizia, al fine di omogeneizzare il processo fiscale a quello ordinario e, soprattutto, di assicurare la terzietà di chi amministra la giustizia nei contrasti tra il Fisco e i cittadini. 

Si tratta di un tema rilevante, dall’attuazione del quale potrebbero conseguire importanti evoluzioni del contenzioso tributario anche in termini di professionalizzazione dei collegi giudicanti e di garanzie per i contribuenti. Tuttavia, anche su questo argomento è prevalsa in commissione Finanze del Senato una soluzione di compromesso, che lascia indefinito il futuro delle commissioni tributarie.

Su richiesta del viceministro dell’Economia e delle Finanze Casero, l’emendamento è stato troncato nella parte finale e, quindi, accolto dalla commissione in una formulazione che impone all’Esecutivo, al momento dell’attuazione della delega, semplicemente di “assicurare la terzietà dell’organo giudicante”, senza però prevedere espressamente il trasferimento del processo tributario sotto la competenza del ministero della Giustizia.

E’ una soluzione che rinvia, anche in questo caso, la vera scelta di riforma e che, pur ponendo il tema all’attenzione del legislatore delegato, tuttavia non gli fornisce un chiaro criterio direttivo per la sua attuazione. Con questa formulazione, il Governo potrebbe limitarsi a qualche cambiamento “di facciata” che si muova sulla linea di una maggiore terzietà senza affrontare il nodo per davvero. Torna alla mente, a questo proposito, l’ipotesi profilata qualche anno fa di trasferire la competenza sul contenzioso dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ad altro suo Dipartimento; o soluzioni similari, che non cambierebbero molto la sostanza.

E’ probabile, a questo punto, che entrambe le questioni, quella della collocazione organizzativa del contenzioso tributario nonché quella della platea dei soggetti abilitati all’assistenza tecnica dei contribuenti in giudizio, siano riesaminate in Assemblea a Palazzo Madama, in modo da assumere una formulazione più chiara e decisa.

Peraltro, pur avendo votato tutti gli emendamenti sulla revisione del contenzioso, la commissione Finanze del Senato non ha concluso ancora l’esame del progetto di legge delega di riforma fiscale, avendo lasciato indietro la disciplina dei giochi e delle ludopatie. Per l’esame dell’Assemblea, dunque, i tempi si allungano, anche perché in Aula dovranno passare prima alcuni decreti legge prossimi alla scadenza.

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