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Facebook, Bitcoin e le nozze Murdoch-Disney: scintille per i mercati

Grandi novità sui mercati in attesa dell’ultima conferenza stampa di Yellen, che annuncerà il terzo aumento dei tassi Fed nel 2017: la svolta fiscale di Facebook, la corsa ai record di Bitcoin e il matrimonio tra 21th Century Fox e Walt Disney – Atlantia in trincea in Spagna, Telecom di nuovo da Calenda

Facebook, Bitcoin e le nozze Murdoch-Disney: scintille per i mercati

Grandi novità maturano sui mercati in attesa dell’ultima conferenza stampa di Janet Yellen che stasera confermerà il terzo aumento dei tassi del 2017. La più gradita riguarda Facebook: d’ora in poi il colosso dei social network dichiarerà i propri ricavi nei Paesi dove vengono realizzati, passando a una “struttura di vendita locale”. La conseguenza è che i ricavi da servizi pubblicitari saranno tassati nel Paese in cui vengono venduti, “un cambiamento molto importante – ha subito commentato il ministero dell’Economia – che va nella direzione giusta, cioè quella di assicurare che i redditi siano dichiarati e tassati dove vengono prodotti”.

È probabile che la decisione di Facebook faccia da battistrada a decisioni analoghe di altri Big della Rete. A favorire la svolta hanno probabilmente contribuito vari fattori: il pressing dei Paesi europei, ma anche la prospettiva di un cambio delle regole fiscali Usa secondo la riforma Trump, che punta ad una sorta di mega-scudo fiscale per le corporation che parcheggiano i profitti fuori dagli Usa (per la sola Apple il costo del rimpatrio sarà di 47 miliardi di dollari).

FRENA LA CORSA DEL DOLLARO, WALL STREET ANCORA RECORD

Anche la seconda novità avrà rilevanti effetti sulla riforma del fisco Usa. Stanotte in Alabama il candidato di Trump, l’ultraconservatore Ray Moore, è stato sconfitto dal democratico Doug Jones che si aggiudica un seggio al Senato da sempre controllato dai repubblicani. Una disfatta che brucia, visto l’impegno di Trump a sostenere il giudice di estrema destra, già accusato di molestie sessuali, ma che in pratica azzera la maggioranza (due voti) di cui Trump dispone al Senato. Diventa urgente, perciò, far votare la riforma entro l’anno, prima che entri in campo il senatore dell’Alabama.

La sconfitta di Trump ha fermato la corsa del dollaro, trattato stamane a 1,175 (da 1,174 in chiusura).

Il Bitcoin, incurante (per ora) del fisco, continua a macinare record: le quotazioni della moneta elettronica hanno segnato un massimo a 17.428 dollari, il future per consegna a metà gennaio si avvia a superare la barriera dei 20.000 dollari entro l’anno, assicurano gli analisti tecnici. interpellati da Reuters.

Infine, vigilia di nozze del secolo: domani, anticipa il Financial Times, sarà ufficialmente annunciato l’acquisto di buona parte degli asset di Rupert Murdoch detenuti dalla 21° Century Fox, compresa Sky. A comprare sarà Walt Disney che pagherà 60 miliardi di dollari (debiti compresi). James Murdoch, il figlio più giovane del tycoon, avrà un ruolo da leader nel colosso in attesa di sostituire al vertice Bob Iger (che però guiderà la fusione).

Ieri sera Wall Street ha toccato nuovi massimi storici, con il Dow Jones (+0,5%) e con l’S&P500 (+0,1%). A mettersi in luce sono state le banche, le utility e le società della telefonia. In calo dello 0,2% il Nasdaq, zavorrato soprattutto dai produttori di chip. L’indice SOX ha chiuso in calo dell’1%.

Tutti gli economisti si aspettano l’annuncio del terzo rialzo dei tassi del 2017. Per il 2018 ci si aspettano altri tre rialzi, ma senza che l’inflazione dia segni di risveglio. I dati sui prezzi al consumo di novembre, saranno diffusi oggi: il consensus si aspetta un lieve incremento, interamente dovuto all’aumento dei prezzi dell’energia. In grande evidenza Goldman Sachs +3%. Il rendimento del T-bond decennale sale al 2,40%.

Da segnalare anche Boeing, +2,4% dopo l’annuncio del rialzo del dividendo del 20% e dell’avvio di un buy back di 18 miliardi.

SEUL, CRIPTOVALUTE NEL MIRINO DELLE TASSE

Il Bitcoin, incurante (per ora) del fisco, continua a macinare record: le quotazioni della moneta elettronica hanno segnato un massimo a 17.428 dollari, il future per consegna a metà gennaio si avvia a superare la barriera dei 20.000 dollari entro l’anno, assicurano gli analisti tecnici. interpellati da Reuters.

Ma un primo stop arriva dall’Asia: la Corea del Sud, uno dei Paesi più investiti dalla febbre per la monera elettronica, ha detto di voler tassare i capital gains sulle criptovalute.

In Asia, la Borsa del Giappone è peggiorata dopo un avvio piatto, l’indice Nikkei si avvia a chiudere in ribasso dello 0,4%. Contrastati i mercati azionari della Cina. Hong Kong +0,3%. Indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen: -0,2%. La Borsa di Seoul è in rialzo dello 0,5%,

PETROLIO IN FRENATA SOTTO 64 DOLLARI

Il petrolio Brent è in rialzo stamane dell’1% a 63,9 dollari il barile, dopo aver chiuso ieri in calo del 2%. L’American Petroleoum Institute, un ente privato che fornisce previsioni e statistiche sull’industria del petrolio, stima per la settimana in corso, un calo di circa 7 milioni di barili di greggio, delle scorte degli Stati Uniti. Il dato ufficiale viene pubblicato nel pomeriggio. A Piazza Affari i petroliferi hanno registrato sensibili rialzi: Eni +1,2%, Saipem +1,8%, Tenaris+3%.

BORSE EUROPEE IN ALTALENA, SALE L’INFLAZIONE IN UK

Anche in Europa i mercati si sono mossi cauti in vista della riunione della Federal Reserve iniziata ieri. A tener a galla i listini hanno contribuito i petroliferi e il dietrofront dell’euro, tornato a 1,1727 dollari (da 1,1769 ieri sera) alla vigilia della stretta Fed.

Seduta altalenante per Piazza Affari, che alla fine chiude in modesto rialzo a 22.727 punti, +0,16, inferiori agli altri mercati.

Parigi ha terminato la seduta con un progresso dello 0,75%. La francese Atos (+3,5%) ha comunicato di avere presentato un’offerta da 4,3 miliardi di euro interamente in contanti per acquisire il gruppo olandese della sicurezza digitale Gemalto (+33%). Il settore tech avanza dello 0,9%. A Piazza Affari Stm +0,7%.

Piatta Francoforte. Il clima di fiducia nell‘economia tedesca è peggiorato più del previsto a dicembre, riflettendo l‘incertezza che circonda le politiche di un governo ancora lungi dall‘essere formato. È quanto emerge dall‘indice Zew che si è attestato a dicembre a 17,4 da 18,7 di novembre, peggio delle attese.

Fa meglio fa Londra (+0,3%). Schizzano all’insù i prezzi alla produzione a novembre: +7,3% da +4,8% a causa dell’aumento del petrolio e del calo della sterlina. L’inflazione ha superato il tasso del 3,1%, ai massimi del 2012. Mark Carney dovrà ora spiegare perché, a differenza di quanto prevede la legge, non ha allertato il governo una volta varcata lo soglia del 2%.

In attesa delle comunicazioni delle banche centrali perde colpi il

secondario italiano in una seduta caratterizzata da una scarsa liquidità. Il differenziale Italia-Germania sul tratto decennale è tornato a toccare quota 140 punti base. Il tasso del decennale è risalito a 1,707%.

Il Tesoro italiano ha collocato stamane 4,75 miliardi di euro di Bot a 12 mesi, con un rendimento sceso al nuovo minimo storico di -0,407% dal precedente -0,395%. Sul primario si è attivata anche la Germania col collocamento di 2,412 miliardi di Schatz, con tasso medio in calo.

POPOLARI NEL MIRINO DELLA VIGILANZA UE

Banche italiane in rosso (indice di settore – 0,3%) a Milano in controtendenza con il comparto europeo (Stoxx +0,7%).

Continua il pressing della Vigilanza della Bce sulle ex Popolari. Sotto tiro Ubi (-3%), cui la Banca Centrale Europea ha chiesto di fare di più sulle sofferenze e di presentare una nuova road map dettagliata entro il prossimo marzo che preveda “obiettivi maggiormente sfidanti” alla luce degli effetti generati dalla recente acquisizione delle good bank. Il consiglio di sorveglianza ha intanto approvato le linee guida della nuova governance che prevede un cda di 15 membri per due terzi indipendente. Vendite massicce anche su Bper (-3,49%) e Banco Bpm (-2,2%).

UNICREDIT, PIÙ DIVIDENDI MENO SOFFERENZE

Perde colpi nel pomeriggio Unicredit (-1,02%) nel giorno dell’Investor day. Il gruppo prevede un ulteriore calo di 4 miliardi di euro delle sofferenze lorde entro il 2019, un aumento del payout (utili distribuibili sotto forma di dividendo) al 30%, dal 20%, con un indice di solidità Cet1 in aumento al 12,5%. In terreno positivo chiude Intesa +1,04%. Nel risparmio gestito avanza Mediolanum (+0,91%).

Azimut (+0,8%) ha siglato un accordo per acquisire il 100% di Henderson Maxwell, società basata a Sydney con 170 milioni di dollari australiani di gestito e un team di 12 persone di cui 7 consulenti finanziari. La società ha avviato un ulteriore acquisto di azioni proprie fino a 50 milioni di euro.

Fineco (+1,3%) sale sui massimi a 8,62 euro. Da inizio gennaio il titolo guadagna il 62% , il migliore nel comparto. Seguono: +28% Banca Generali, +16% Anima, +5% Banca Mediolanum e +1% Azimut.

PARTE L’INDICE DEI BRAND: FERRAGAMO IN ROSSO

Prenderà il via lunedì in Piazza Affari, su iniziativa di FTSE Russell, un nuovo indice dedicato ai brand italiani eccellenti, che include 22 società quotate e sarà attivo da lunedì 18 dicembre. Tra le azioni prescelte, oltre a Moncler ci sono gli altri nomi di spicco del Lusso italiano: Brunello Cucinelli, Salvatore Ferragamo, Tod’s, Yoox Net-A-Porter.

La novità ha favorito gli acquisti su Ynap (+1,87%) e su Moncler (+1,65%) a 25,27 euro, ad un soffio dal record storico (25,30). Il titolo si avvia a ritoccare il record storico segnato nel corso dell’anno a 25,30 euro. Al contrario, in fondo alla graduatoria figura Salvatore Ferragamo -3,09%. A pesare sul titolo è il taglio di HSBC da Buy ad Hold, per target 24 da 29 euro.

ATLANTIA IN TRINCEA A MADRID, OGGI VERTICE SU TELECOM

Sempre più rovente il fronte spagnolo per Atlantia (-1%), pronta a sfidare in ogni sede l’ostilità del governo spagnolo (di due ministri in particolare) contrario al suo acquisto di Abertis. Intanto la società ha allo studio un’alleanza a partire dal Telepass con Fiat Chrysler (-0,9%). Ci sono colloqui per un progetto che punta a integrare il chip sui veicoli Jeep. Sullo sfondo i pagamenti elettronici anche per benzina, bollo e altri servizi.

Oggi è previsto un nuovo incontro tra l’ad di Telecom Italia (-0,1%), Amos Genish, e il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Entro il 15 gennaio dovranno essere presentate le offerte per Persidera, la controllata delle infrastrutture televisive che Telecom Italia intende vendere in linea con gli impegni assunti dal suo primo azionista Vivendi nei confronti della Commissione Ue. Tra i pretendenti i fondi F2i e Clessidra oltre a Rai Way e a un altro investitore finanziario italiano. Mediobanca Securities ha ribadito la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 1,3 euro.

Accelera Mediaset (+1,5%) sotto la spinta del prossimo accordo tra Walt Disney e Murdoch e l’attesa della conclusione delle trattative con Vivendi.

Leonardo (+0,8%) ha annunciato nuovi ordini da circa 112 milioni di euro complessivi per l’elicottero bimotore intermedio AW139.

IN EVIDENZA RETELIT E FALCK RENEWABLES

Retelit ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 1,5510 euro. a 1,60 euro ha segnato nuovi massimi dal 2007. La società attiva nelle telecomunicazioni ha sottoscritto un accordo commerciale con un primario player internazionale asiatico delle telecomunicazioni per la vendita, per 20 anni, di 1,1 Tbps di capacità sottomarina sul cavo AAE-1, il sistema in fibra ottica che collega l’Europa all’Asia, passando per Bari.

Falck Renewables +5,52%. La società attiva nelle energie rinnovabili ha rivisto al rialzo gli obiettivi del piano 2017-2021. Ora l’Ebitda di fine piano è visto a 208 milioni di euro. L’utile netto consolidato (dopo gli interessi di minoranza) è indicato in 30 milioni. Prevede un incremento del dividendo per azione pari all’8,5% annuo entro il 2019. Per il 2017 stima un Ebitda superiore a 147 milioni, in crescita dell’11% rispetto all’obiettivo del piano.

Ovs (+1,7%) ha archiviato i primi nove mesi dell’esercizio 2017, al 31 ottobre, con ricavi ed Ebitda in crescita, grazie soprattutto all’espansione della rete di negozi.

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