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Auto ed export: crescono domanda e innovazione ma anche i rischi

Se da una parte il settore ha continuato a registrare una performance positiva, dall’altra i principali rischi arrivano da protezionismo, limitazioni al libero scambio e rischio di credito per quei fornitori strutturalmente più deboli.

Auto ed export: crescono domanda e innovazione ma anche i rischi

Come riferisce Atradius, nel corso del 2016 l’industria automobilistica mondiale ha continuato a registrare una performance relativamente positiva, così come nei primi mesi di quest’anno, nonostante lo scandalo Dieselgate e la crescente instabilità geopolitica, con prospettive generalmente positive a breve termine. In questo momento i principali rischi potenziali per l’industria automobilistica, a causa della natura trasversale delle sue catene di fornitura, arrivano da protezionismo e limitazioni al libero scambio legate ad un’eventuale inversione di tendenza delle politiche economiche degli Usa.

E a prescindere dalle questioni politiche e dal ciclo economico, il settore automobilistico si troverà comunque a dover affrontare alcune importanti sfide nei prossimi anni. La domanda globale di mobilità continua ad aumentare e le crescenti problematiche ambientali, l’evoluzione della domanda da parte dei consumatori e gli orientamenti politici favoriranno una richiesta crescente di veicoli ibridi ed elettrici, mentre la quota di mercato delle vetture tradizionali con motore a combustione sarà destinata a ridursi. Questo cambiamento sarà accompagnato dal crescente utilizzo di metalli leggeri, nuovi materiali e dalla digitalizzazione per aumentare la mobilità.

In questo settore la corsa all’innovazione è già iniziata e richiede ingenti spese in ricerca e sviluppo da parte dei produttori di apparecchiature originali (OEM) e dei fornitori. Si tratta di un’importante sfida per la maggior parte dei piccoli e medi fornitori di componenti e autoricambi a basso valore aggiunto, che dipendono spesso da un singolo OEM e operano in un contesto altamente competitivo. Negli ultimi due anni le piccole imprese con un’offerta sostituibile di prodotti si sono già mostrate in difficoltà a causa della contrazione dei margini di profitto e della riduzione dei profitti.

La fragilità finanziaria, unita alla mancanza d’investitori e alle difficoltà di accesso ai mercati dei capitali, potrebbe non consentire a queste imprese di attuare gli investimenti necessari per innovarsi e salire nella catena del valore per riuscire a sopravvivere in un mercato in totale evoluzione. In questo scenario, nei prossimi cinque anni gli analisti si attendono un aumento del rischio di credito per molti fornitori del settore strutturalmente più deboli, con una conseguente riduzione della liquidità e un aumento dei ritardi di pagamento e dei casi di fallimento. Maggiormente esposti saranno produttori e fornitori di scatole di trasmissione e le imprese specializzate in motori e ricambi tradizionali o che forniscono componenti in metallo e componenti per i sistemi di scarico.

Secondo l’Associazione cinese dei produttori di automobili (CAAM), nel 2016 le vendite di autovetture sono aumentate del 15,3% (24,4 milioni di unità), mentre le vendite di veicoli commerciali hanno registrato una crescita del 5,8% (3,65 milioni di unità). Il motore principale della crescita è stata la politica d’incentivi fiscali a sostegno delle piccole autovetture, che il Governo ha nel frattempo sostituito con un tasso più elevato, con la conseguenza di rallentare la crescita complessiva al 3,8% nel primo semestre di quest’anno, mentre le vendite di autovetture sono aumentate soltanto dell’1,6%.

Il segmento dei SUV attira un numero sempre maggiore di clienti grazie ai prezzi bassi del petrolio, mentre l’allentamento della politica del figlio unico spinge le famiglie a scegliere veicoli più grandi alla nascita del secondo figlio. Le vendite di SUV sono aumentate del 45,7% nel 2016 e la loro quota di mercato è salita al 40,5% alla fine dello scorso mese di giugno. Le vendite di veicoli commerciali sono aumentate del 17,4% nel primo semestre di quest’anno (2,1 milioni di unità) grazie all’aumento della domanda per il trasporto di materie prime e ai maggiori progetti infrastrutturali.

Ecco allora che nel mercato cinese i veicoli di nuova generazione (elettrici e ibridi) rappresentano un segmento in rapida crescita. Il Governo ha finora stanziato incentivi per circa 33 miliardi di Renminbi (4,3 mld di Euro) a favore di questo segmento con l’obiettivo di portare le vendite dei veicoli alimentati dalle nuove energie a 2 milioni di unità entro il 2020 con una quota di produzione e vendite sul totale di oltre il 20% da qui al 2025.

Con la progressiva entrata delle case automobilistiche in questo segmento, la capacità annua dovrebbe superare i 7 milioni di unità entro il 2020. Tuttavia, oltre al potenziale eccesso di capacità produttiva, un ulteriore problema è rappresentato dai casi di frode, dal momento che alcuni produttori hanno presentato domanda d’incentivi su veicoli invenduti o non funzionanti. Di conseguenza, il Governo cinese ha stabilito criteri molto rigidi, tra cui l’aumento degli standard tecnologici per limitare il numero di modelli.

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