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Eurozona: Brexit non affossa l’industria

Secondo le stime Markit sugli indici Pmi, la crescita prevista per il terzo trimestre si preannuncia simile a quella registrata nella prima metà dell’anno – Ma la frenata delle commesse nel manifatturiero e il calo dell’ottimismo nel terziario suggeriscono un rallentamento della crescita nei prossimi mesi

Eurozona: Brexit non affossa l’industria

L’effetto Brexit non affossa l’economia reale dell’area euro, che ad agosto continua a progredire a ritmo costante. Secondo le ultime stime flash di Markit, l’indice Pmi composito si è attestato a 53,3 punti, in crescita frazionale rispetto ai 53,2 di luglio, mantenendosi sopra quota 50 (che marca il confine fra espansione e contrazione) e registrando perfino un valore record negli ultimi sette mesi.

Visto il valore dell’indice solo marginalmente superiore alla media del 2016, osserva Markit, la crescita prevista per il terzo trimestre si preannuncia simile a quella registrata nella prima metà dell’anno. Il Pmi manifatturiero, tuttavia, è sceso a 51,8 da 52 di luglio, ai minimi da tre mesi, mentre l’indice relativo ai servizi è salito a 53,1 (52,9 a luglio), ai massimi da 3 mesi.

La situazione potrebbe comunque peggiorare nell’immediato futuro. Markit rileva infatti che il rallentamento della crescita delle commesse in entrata nel manifatturiero e il calo dell’ottimismo nel terziario hanno indebolito il tasso occupazionale, il che suggerisce un rallentamento della crescita nei prossimi mesi. Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche hanno mantenuto un ritmo attenuato.

L’indagine di agosto ha mostrato un’accelerazione marginale della produzione sia nel manifatturiero che nel terziario. Tuttavia, la variazione maggiore si è osservata nelle commesse in entrata, con un rallentamento della domanda nel manifatturiero. Se nel settore terziario l’afflusso di nuovi ordini è aumentato al valore più rapido degli ultimi quattro mesi, le commesse in entrata del manifatturiero hanno misurato il tasso più lento di crescita degli ultimi 18 mesi. Per affrontare il calo della domanda, il settore manifatturiero ha ridotto le giacenze, con scorte di prodotti finiti nei magazzini che hanno registrato il tasso di calo più rapido degli ultimi sei anni.

Per quanto riguarda i singoli paesi, Markit comunica che la Francia ha segnato il suo migliore trimestre dell’anno, registrando il tasso più alto di crescita dallo scorso ottobre. Tuttavia, in termini di crescita generale, la Francia ha continuato a rincorrere la Germania, anche se l’espansione di quest’ultima ha vacillato rispetto al record sui sette mesi registrato a luglio. In questo terzo trimestre ancora in corso, la crescita tedesca sta misurando valori leggermente maggiori rispetto al primo semestre dell’anno, fungendo da motore trainante dell’espansione generale dell’Eurozona. Escludendo Germania e Francia, il resto dell’area ha registrato ad agosto un’ulteriore forte crescita generale, anche se ad un tasso di crescita tra i più deboli registrati negli ultimi 18 mesi.

Nel dettaglio, resta debole il manifatturiero in Germania, sui minimi da due-tre mesi e il settore dei servizi registra la crescita più debole da 15 mesi. La stima flash dell’indice composito misurato da MarkitEconomics mostra per la Germania, ad agosto, un valore che scende a 54,4 punti dai 55,3 di luglio. L’indice Pmi manifatturiero scende a 53,6 da 53,8, sui minimi da tre mesi. L’indice dei servizi scivola a 53,3 da 54,4 di luglio. I dati sono in linea con le attese del mercato.

Quanto alla Francia, il settore dei servizi registra ad agosto la maggiore crescita da 10 mesi e trascina al rialzo l’indice Pmi composito che sale a 51,6 da 50,1 di luglio. I dati misurati da MarkitEconomics mostrano, infatti, un balzo dell’indice dei servizi a 52 (da 50,5 di luglio). I dati evidenziano, invece, ancora una stabilità della produzione del manifatturiero con l’indice Pmi relativo che scende ad agosto a 48,5 da 48,6 di luglio.

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