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Energia, chiusa la consultazione per la Sen: richieste boom

Soddisfazione dal Mise e dal Ministero dell’Ambiente per la quantità di proposte, pareri, studi presentati. Le future mosse sono ora in mano al Governo, chiamato ad individuare scelte tecniche e strategie che andranno a pesare su bilancia dei pagamenti, approvvigionamenti e politiche energetiche territoriali

Energia, chiusa la consultazione per la Sen: richieste boom

La strada delle riforme avanza su un terreno accidentato, ma quella dell’energia sembra aver imboccato una buona strada.

Da pochi giorni si è conclusa la fase consultiva della nuova Strategia Energetica nazionale e il governo, con il testa il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, può dirsi soddisfatto. In poco più di 100 giorni nessun azienda, Regione, Autorità, Associazione si è tirata indietro. Non solo. Mai prima d’ora una riforma tanto attesa quanto necessaria, aveva collezionato una tale quantità di pareri, studi, proposte, 700 contributi specifici, 280 commenti con 10 mila accessi al sito dedicato.

Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, interessato soprattutto per i risvolti climatici, esprime soddisfazione per la sensibilità ambientale degli italiani. Un bel segnale. La consultazione era partita a giugno e grazie all’intervento di alcuni parlamentari del Pd si è prolungata fino al 12 settembre.

A conti fatti una utile indicazione, poiché dall’analisi dei dati emerge un 30% di proposte provenienti da singoli cittadini e un  25%  da Associazioni. Non tutti hanno aspettato lo slittamento dei termini di consultazione, ma hanno avuto sicuramente più tempo  per elaborare meglio le loro idee sul futuro dell’Italia.

Qualcosa è rimasto nelle sedi ambientaliste. Per alcune organizzazioni occorre un piano di azione più preciso con il taglio annuale delle emissioni di CO2 del 6%. E già dall’anno prossimo. I verdi in una nota ritengono che i documenti posti in consultazione non indicano una precisa Strategia di decarbonizzazione al 2050.

Punto assai delicato, confrontato con gli impegni sul clima sottoscritti dall’Italia insieme ad altri 138 Paesi e che non può essere “trumpizzato”. Ma il più è fatto. Ciò che è rimasto fuori potrà anche ripreso dal governo, nella fase attuativa. E’ questo, infatti, il prossimo passo da compiere. Decisioni strette con l’individuazione delle scelte tecniche e strategiche, che avranno riflessi sulla bilancia dei pagamenti, sugli approvvigionamenti e sulle politiche energetiche territoriali.

Senza i governatori regionali e i sindaci nessuna  azione sarà efficace, quindi, si preparino. I tempi di avvio per ora non sono stati indicati anche se è giusto prevedere un tempo tecnico per dare corpo alla strategia vera e propria. Non troppo, però.

Le aziende rinnovabili, secondo “Green Italy”, sono 385mila Dal 2010 stanno facendo investimenti in tecnologie innovative che le collocano tra le prime in Europa. Tra occupazione diretta e indotta danno lavoro a tre milioni di persone in cerca di certezze per il futuro.

 

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