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Effetto cedole, Piazza Affari fanalino di coda in Europa

I listini del Vecchio Continente sono partiti con il piede giusto ma Milano fatica a tenere il passo sotto il peso dell’incertezza legata al referendum e dello stacco cedole. Banche e spread ancora sotto tensione, giù Mps, Mediobanca e Azimut – Bene i petroliferi con Eni in evidenza

Effetto cedole, Piazza Affari fanalino di coda in Europa

Piazza Affari resta il fanalino di coda delle Borse europee (-0,4%) anche a causa dello stacco dividendo di otto società quotate (l’effetto è pari allo 0,29%). In positivo gli altri listini europei: Francoforte +0,4%, Parigi +0,6% e Londra +0,5%.

Il tema referendum zavorra i titoli di Stato italiani: il Btp a 10 anni è scambiato a un rendimento del 2,11%, in crescita dal 2,09% di venerdì. Lo spread con il Bund tedesco è a 182 punti. Si allarga a 51 punti base lo spread con il Bono della Spagna. Riflettori oggi sul Parlamento di Strasburgo, dove Mario Draghi parteciperà alla riunione plenaria dedicata al bilancio Ue.

Il petrolio è in rialzo, spinto dalle ultime dichiarazioni di ministri di Paesi Opec che danno per imminente un accordo per contingentare la produzione e sostenere le quotazioni. Il Brent sale dell’1,5% a 47,5 dollari al barile.

Tenaris (+0,07%) ha recuperato l’anticipo sul dividendo pari a 0,13 dollari per azione (+1,1% al netto della cedola). Il titolo del produttore di tubi speciali per l’industria petrolifera ha messo a segno un progresso del 10% nelle ultime due settimane, grazie alla nuova linea di Washington.

L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca potrebbe spingere gli Stati Uniti ad ostacolare il libero scambio di merci e prodotti per difendere le aziende locali, e nel campo dei tubi per l’industria petrolifera la società del gruppo Rocca è il primo produttore Usa attraverso la controllata Maverick. Eni sale dello 0,9%, Saipem -0,6%. 

Ancora una seduta nera per Monte Paschi (-5%) dopo diverse sospensioni per eccesso di ribasso. Oggi il Cda dovrebbe dare una spinta alla cessione dei suoi crediti in sofferenza, un’operazione da 9 miliardi di euro netti che ruota attorno ad Atlante 2. Mentre per la valida costituzione dell’assemblea straordinaria dei soci che dovrà dare il via libera alla ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro è necessario siano presenti soci in rappresentanza perlomeno del 20% del capitale obiettivo al momento ancora lontano.

L’indice italiano delle banche arretra del 2,1% rispetto al -0,7% dello Stoxx europeo di settore. Calano di quasi il 2% Banco Popolare e Pop Milano. Unicredit perde l’1,1%, dopo che il ceo di Aberdeen Asset Management ha detto in un’intervista di aver ritirato l’offerta per la controllata Pioneer perché il prezzo è troppo alto. Jefferies ha alzato il target price a 3 euro da 2,75 euro, confermando il giudizio Buy.

In ribasso anche Intesa (-1,5%) e Ubi (-1%). Luxottica (+1,4%) favorita dal dollaro forte.

Tra i report:

Telecom Italia -2,5%: Bernstein taglia il target price a 1,05 euro da 1,2 euro. Confermato il giudizio Outperform. 

Campari -1%: Jefferies abbassa il target price a 8,6 euro da 10 euro. Confermato il giudizio Hold.

Tra le medium caps Ei Towers (+4%) ha annunciato un dividendo straordinario di 3,60 euro per azione.

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