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Editoria: prima industria culturale italiana a +37,8% dal 2010

Nel 2022 il giro d’affari editoriale si è attestato a 3.388 milioni, al quarto posto in Europa come valore sul mercato nazionale. Il Vecchio Continente è la prima area di sbocco ell’export (62%): i diritti di traduzione acquistati sono stati 9.432 titoli, quelli vednuti 7.889

Editoria: prima industria culturale italiana a +37,8% dal 2010

Lo scorso anno l’editoria italiana si è confermata essere la prima industria culturale del Paese con un giro d’affari pari a 3.388 milioni di euro, in crescita di quasi 300 milioni rispetto al 2019. Sono i dati del Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori, presentati alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte.

Il dato del 2022 conferma l’ampiezza dell’offerta editoriale: la crescita delle novità rispetto al 2010 è del 37,8%. In calo invece la produzione di e-book a 37.177 titoli. La crescita della proposta annuale si accompagna all’ampliamento del catalogo vivo oggi pari a 1.393.199 titoli, un ampliamento possibile grazie anche al commercio elettronico.

Come sono andate le vendite finora?

Nei primi nove mesi del 2023, nel solo canale trade (saggi e narrativa venduti nelle librerie, online e dalla grande distribuzione) le vendite sono risultate in lieve crescita rispetto al 2022 (+0,2%) e pari a 1.033,5 milioni. Le copie vendute nei nove mesi 2023 sono state 69,9 milioni, in calo di un milione rispetto l’anno precedente ma in crescita di quasi nove rispetto al 2019. Degli 3,4 miliardi, 1.777 milioni è la spesa riferita a libri a stampa. L’editoria scolastica vale invece 776 milioni, 444 milioni il digitale (di cui 104 ebook e audiolibri, il resto piattaforme e servizi), 226 milioni il rateale, 165 milioni come somma di b2b, biblioteche ed export.

Per quanto riguarda i canali di vendita nel settore trade, nel primo semestre 2023 le librerie fisiche hanno pesato per il 53,9%, l’e-commerce per il 41,3%, la grande distribuzione per il 4,8%. Il commercio elettronico in particolare si attesta sui valori raggiunti per la prima volta nel 2020 con la pandemia, mentre le librerie si confermano primo canale di acquisto con la maggioranza assoluta delle vendite.

La vendita dei diritti e le esportazioni

Negli ultimi venti anni l’Italia ha mantenuto una forte apertura verso la produzione editoriale straniera facendo crescere, allo stesso tempo, la produzione nazionale e la sua internazionalizzazione. In Europa, l’editoria italiana si colloca quarta come valore del venduto sul mercato nazionale dietro a Germania (9.444 milioni), Regno Unito (5.327 milioni) e Francia (5.094 milioni).

L’Europa è la prima area di sbocco con il 62% degli acquisti, Asia 18%, America Latina 6%, Medio Oriente (5%), Africa 4%, Usa e Canada 3%. I Paesi europei dove si è esportato di più nel 2022 sono Spagna, Francia, Polonia, Grecia e Germania.

Nel 2022 l’Italia ha comprato dall’estero i diritti di traduzione di 9.432 titoli e ha venduto all’estero 7.889 diritti di opere italiane. Nel 2001 gli acquisti erano stati 5.400 e le vendite 1.800. In particolare, nel 2022 i generi più venduti alle case editrici straniere sono stati i libri per bambini e ragazzi (35%), saggistica di divulgazione (20%), narrativa per adulti (19%), manualistica non universitaria (9%), fumetti (5%).

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