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Economia circolare: nasce in Puglia il più grande hub del Sud. La sfida è ricerca e innovazione

La Puglia si candida a diventare il primo hub di ricerca del Sud sulle fonti rinnovabili. La Sistemi Energetici Spa si insedia in un ex polo ferroviario

Economia circolare: nasce in Puglia il più grande hub del Sud. La sfida è ricerca e innovazione

Kmetroverde: è questo il nome scelto per un investimento di economia circolare a Borgo Cervaro nel foggiano. Su 20 ettari di terreno già di proprietà delle Ferrovie dello Stato sorgerà il polo tecnologico e dell’economia circolare più grande del Sud Italia. Una scommessa? Un pò si, perché la Sistemi Energetici spa che lo sta realizzando, intende dare alla Puglia il primato di hub produttivo e tecnologico più avanzato del Paese. Con circa 7 milioni di euro presi in parte dal Piano Integrato di Agevolazioni della Regione Puglia si lavora alla realizzazione di un progetto molto avanzato. Energie rinnovabili, idrogeno, aerogeneratori ed altre applicazioni green che la Società svilupperà aumentando capacità lavorativa ed occupazione. La prime caratteristiche che emergono dalla sfida lanciata a una decina di chilometri da Foggia nel cuore dell’antico Tavoliere, sono ricerca e innovazione. Il progetto andrà avanti assieme alle Università italiane per premiare eccellenze tecnologiche. La seconda caratteristica – che è il riflesso della prima- è il lavoro di giovani neolaureati. Saranno loro a rendere viva la vita del nuovo polo industriale.

Il Polo tecnologico garanzia di sviluppo

In un capannone c’è un prototipo di impianto a biometano; in un altro si produrrà idrogeno verde da impianti fotovoltaici. Applicazioni di cui l’Italia ha grande bisogno per non essere obbligata ad importare tecnologie dall’estero. La logica del polo pugliese, secondo il patron della Sistemi Energetici Marcello Salvatori è quella di Industria 4.0. A questo riguardo si sta lavorando anche per trasformare l’area industriale in zona Zes. Una franchigia fiscale per lo sviluppo futuro. Con lo sguardo alle esportazioni e ad un sistema integrato di trasporto il polo dovrebbe essere collegato al porto di Manfedonia. L’idea è di realizzare una rete intermodale per il transito dei prodotti. “Noi speriamo anche di attrarre ulteriori investimenti”, spiega Marcello Salvatori. “Attualmente abbiamo già fatto partire la progettualità sui primi 20mila metri quadri di capannoni, ma ce ne sono altri 30mila, per i quali siamo aperti anche a potenziali future collaborazioni o a cederli a chi fa progettualità che siano però coerenti con il polo tecnologico”. L’hub prenderà forma in un tempo compatibile con la ristrutturazione dell’ex polo ferroviario. Nella prospettiva di arrivare a 180 dipendenti a regime,i giovani già impegnati a tempo pieno sono una settantina.

La collaborazione con le Università

La ricerca su materiali e fonti a basso impatto è business. Qui lo dimostra un progetto di ricerca del Dafne dell’Università di Foggia sul recupero delle plastiche e finanziato dalla Spa. Non solo. È in procinto di ottenere l’autorizzazione definitiva anche un progetto per un impianto per la produzione di biometano. L’Arpa Puglia ha già espresso parere favorevole e l’iniziativa va avanti. L’utilità finale sarà a vantaggio di un’area dove ci sono già 14 impianti fotovoltaici e 6 parchi eolici che dovrebbero collegarsi ad un sistema integrato. La nostra azienda, scrivono i manager, si distacca “dal classico modello produttivo basato sul concetto di estrarre-produrre-utilizzare-smaltire ed utilizza l’idea del sistema produttivo circolare”. Un pezzo di modernità nella più grande e storica pianura del Sud Italia.

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