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Economia circolare: nuovi progetti per il 2023. Più riciclo per abbassare le importazioni dalla Cina

I progetti annunciati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica stanzia 600 milioni di euro. In aumento le importazioni di materiali elettrici dalla Cina

Economia circolare: nuovi progetti per il 2023. Più riciclo per abbassare le importazioni dalla Cina

Con il nuovo anno partono 192 progetti di investimenti “faro” di economia circolare. Sono destinati a nuovi impianti di meccanizzazione della raccolta differenziata e alla creazione di altre strutture di trattamento dei rifiuti. Con 600 milioni di euro a valere sul PNRR, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica interviene in settori trainanti del sistema economico italiano. L’approccio riguarda il miglioramento della raccolta rifiuti, la logistica e il riciclo rifiuti di apparecchiature elettriche, elettroniche, carta e cartone. Nel darne comunicazione, il Ministero pone in evidenza i prossimi interventi sui rifiuti elettronici, plastici, marini, tessili. Come stabilito a monte per le risorse del PNRR anche in questo caso il 60% andrà alle Regioni del Centro-Sud e al 40% a quelle del Nord.L’Italia è leader per il riutilizzo  dei materiali ed è al vertice della classifica degli Stati membri dell’UE per tasso di riciclo di tutti i rifiuti, urbani e speciali”, ha detto il Ministro Pichetto Fratin.

L’economia circolare si avvale anche del progetto ACROBAT

Gli obiettivi in tema di riciclo e riuso restano al centro dell’interesse dell’Unione europea. Proprio sul finire del 2022 è partito il progetto ACROBAT con il sostegno del Fraunhofer Institute for Laser Technology, l’azienda del riciclo di batterie ACCUREC per la Germania, l’Università Cattolica di Lovanio e VITO per il Belgio. La diffusione di strumenti elettronici con le crescenti importazioni dall’Est ha posto l’Ue dinanzi alla necessità di omogenizzare i sistemi di raccolta e riciclo. ACROBAT entro il 2030 vuole raggiungere un target complessivo di recupero annuale di 5.400 tonnellate di materiale catodico (litio-ferro-fosfato), 6.200 tonnellate di grafite e 4.400 tonnellate di elettrolita. Ne guadagnerà, ovviamente, l’ambiente.

La Cina rifornisce l’Ue per oltre il 60%.

Le batterie agli ioni di litio- sostiene l’Enea- contengono sostanze pericolose per l’ambiente, che potrebbero essere gestite in maniera opportuna e valorizzate durante le stesse operazioni di riciclo. La capacità di estrarre litio, fosforo e grafite diventerà una tappa ineludibile dell’economia circolare. L’Europa deve affrancarsi dalla Cina che attualmente produce oltre il 60 % delle batterie agli ioni di litio largamente usate nell’elettronica e in molte catene industriali. La partita è complessa perché prima di arrivare al riciclo l’Europa deve raffrontare la produzione di tali materiali. Nel 2020 i Paesi europei raggiungevano l’ 1%. “Per poter favorire l’indipendenza dell’Europa da questi approvvigionamenti, risulta sempre più evidente la necessità di riciclare localmente queste materie prime da prodotti a fine vita ”, spiega Federica Forte ricercatrice dell’Enea. Una valutazione che si ricollega allo studio del CRIET della Bicocca che ha registrato aumenti tra il 43 e il 79 % per rame e ferro tra ottobre 2020 e giugno 2021. I progetti annunciati dal governo italiano devono tenere conto di queste criticità.

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