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Dollaro alle stelle, oro e petrolio sempre più giù. Cinesi su Mps.

Il fondo Nit Holding di Hong Kong si dice pronto a investire 10 miliardi nella banca senese: l’offerta è già stata notificata a Bce e a Banca d’Italia in vista del cda di Mps di domani – Utilities nella tempesta dopo le nuove tariffe dell’Authority – Bufera sui piumini di Moncler – Fca, colpo d’acceleratore di Jeep – Dollaro alla stelle

Dollaro alle stelle, oro e petrolio sempre più giù. Cinesi su Mps.

Partenza a razzo della Borsa di Tokyo, ieri chiusa per festività. L’indice Nikkei, dopo il rialzo messo del 4,3% messo a segno venerdì in sole due ore dopo l’annuncio dei provvedimenti della banca centrale, stamane ha sfondato il muro dei 17 mila punti, toccando i massimi dal 2007 (17.127 punti con un balzo del 4,8%), per poi correggere, si fa per dire, a +4%.

Il dollaro, intanto, vola a quota 114 yen. Continua la discesa dell’euro, giù per il quarto giorno consecutivo, scivolato a 1,249 sul dollaro, sui minimi dal 2012. In Asia la moneta unica è stata trattata ad un minimo di 1,2390 per poi rimbalzare a 1,25.

Più deboli gli altri listini asiatici: pesano i dati, deludenti, della congiuntura cinese e la minaccia dell’export giapponese, favorito dallo yen debole.

Anche Wall Street ha rallentato la corsa, nonostante gli ottimi dati dal settore manifatturiero (Ism a quota 59, ai massimi dal 2011) che rinnovano i timori su un prossimo aumento dei tassi Usa: dopo i nuovi record segnati venerdì 31, l’indice Dow Jones è sceso dello 0,14%, l’S&P 500 dello 0,1% mentre il Nasdaq è salito dello 0,18%.

Al centro delle attenzioni ci sono le elezioni mid term che, secondo le previsioni, dovrebbe sancire la sconfitta dei democratici, su cui pesa la sonora bocciatura di Barack Obama.

Sul fronte societario l’attesa è concentrata sulla prima trimestrale di Alibaba (+1,9% ieri).

Arretra ancora il petrolio, dopo lo sconto praticato dall’Arabia Saudita ai compratori Usa: il greggio americano scende a 78 dollari (ai minimi dal giugno 2012), il Brent perde lo 0,3% a 86,1 dollari.

L’oro scende a quota 1.167 dollari l’oncia.

ITALIA IN RECESSIONE, PIAZZA AFFARI FANALINO DI CODA IN EUROPA  

Altra musica in Europa, a tre giorni dal meeting del direttorio della Bce. In Italia l’attività manifatturiera si è contratta a ottobre al minimo da 17 mesi: l’indice Pmi è scivolato a 49 punti, in piena zona recessione.

Arretrano in Europa i mercati, con ribassi compressi sotto il punto percentuale: Londra -0,9%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,7%, Madrid -1%. Più pesante la caduta di Milano -2,1%, trascinata al ribasso alle utility. In questo scenario, lo spread tra Btp e Bund è salito a 155 punti base e il rendimento del decennale domestico al 2,41%. 

LO SPIEGEL: LA BCE SEMPRE PIU’ DIVISA

La Bce ha fatto sapere ieri che a dicembre non cambierà le condizioni di erogazione del Tltro, smentendo le voci che parlavano di un loro miglioramento dopo che a settembre la prima trance di prestiti era stata solo di 82,6 miliardi di euro. Secondo gli analisti la seconda trance dovrebbe comunque avere più successo, con un’erogazione di 170 miliardi di euro.

Si tratta comunque di un’indicazione in vista il direttorio di Bce che, secondo Reuters, non dovrebbe dare il via a nuovi interventi nella direzione del Qe. Lo Spiegel parla al proposito di profonde divisioni nel direttorio della banca centrale. Si moltiplicano intanto i segnali di frattura del quadro politico: in Spagna, un sondaggio di El Pais colloca Podemos, il partito di sinistra anti Euro nato un anno fa, al 28%.

CALA IL RAB, FUGA DA SNAM RETE GAS

Intanto, tanto per complicare la vita dei risparmiatori, a Piazza Affari si sono disintegrate le utility, ovvero i titoli in teoria più “tranquilli”. Snam ha perduto l’11%. Segue a ruota Terna -6,7%. Massicce perdite anche per Enel -4,3%, Enel Green Power -2,6%, Acea -4,4%, A2A -3,3%, Hera -2,6%.

La frana è legata alle decisioni prese, venerdì sera, dall’ l’Autorità per l’Energia che ha pubblicato le nuove linee guida per la gestione delle attività regolate dello stoccaggio di gas: il documento riduce la remunerazione portando il ritorno sulla RAB (Regulated Asset Base) al 6,0% prima delle tasse dal precedente 6,7%, utilizzando per le sue elaborazioni un’inflazione dell’1,5%, un valore molto distante dal valore reale.

Gli analisti, temono che anche le prossime revisioni del quadro tariffario possano essere decise sulla stessa base di un’inflazione dell’1,5%, con effetti molto negativi per gli utili delle utility che operano in questi settori.

Questa previsione si è così tradotta in vendite a pioggia su tutto il comparto, Enel compresa anche se il fatturato regolato vale solo il 20% dei ricavi del gruppo elettrico.

Il conto più salato l’ha pagato Snam. Gli analisti di RBC hanno tagliato il giudizio a Sector Perform da Outperform. Target price a 4,75 euro. Anche gli analisti di Mediobanca hanno ridotto il giudizio: a Underperform da Neutral. 

MPS RESPIRA. E SPUNTA UN AMICO DA HONG KONG

Rimbalzano i titoli sotto stress. E’ piaciuta al mercato la notizia che Banca Monte Paschi +1,48% coprirà il fabbisogno di capitale evidenziato dagli stress test, pari a 2,1 miliardi di euro, interamente con un aumento di capitale cui ha già dato la sua adesione Axa, azionista di Montepaschi con il 3,725% del capitale. 

Il nuovo aumento potrà essere lanciato nei 9 mesi successivi alla presentazione in Bce del nuovo piano di copertura della carenza di capitale, ma dovrebbe partire già nei primi mesi del 2015.

Nel frattempo (lo scorso 27 ottobre) York Capital Management Global Advisors ha ridotto la sua partecipazione nella banca dal 5,025% al 4,678%.

Da Oriente si profila intanto un cavaliere bianco: il fondo di Hong Kong Nit Holdings sarebbe pronto a investire 10 miliardi di euro nella banca senese. L’offerta è stata già notificata anche alla Bce e alla Banca d’Italia, in vista del cda dell’istituto senese del 5 novembre

Giornata di riscossa anche per Banca Carige +3,3%. La Fondazione Carige valuta tutte le opzioni in relazione ai futuri scenari, compresa quella di un’aggregazione, auspicabile prima di procedere con un aumento di capitale.  In particolare, la Fondazione Carige starebbe valutando tutte le opzioni possibili, compreso l’M&A, ma altre voci riferiscono di possibili aggregazioni con altre banche domestiche e dell’ingresso nel capitale, con una quota significativa, della Investindustrial di Andrea Bonomi, oltre che della possibile acquisizione della maggioranza da parte di un gruppo estero. 

Deboli anche i titoli bancari dopo il buon rialzo di venerdì: Unicredit arretra dello 0,7%. Intesa Sanpaolo -2,5%, Banco Popolare -1,7%.

LUSSO, TEMPESTA TV SUI PIUMINI MONCLER

Giornata tempestosa per Moncler -5% sull’onda del servizio di Report andato in onda domenica sera secondo cui le oche verrebbero spiumate vive anche quattro volte l’anno per fornire la materia prima per piumini e giacconi. La società ha replicato ieri pomeriggio affermando che il suo ciclo produttivo dei piumini rispetta gli standard internazionali in tema di diritti degli animali. 

La società comunicherà i dati del terzo trimestre il prossimo 11 novembre. Moncler ha accumulato una perdita del 33% dall’inizio del 2014. Exane ha limato il prezzo obiettivo sul titolo da 11 a 10,8 euro, confermando il rating underperform. Gli analisti hanno rivisto le stime e il target price anche su Tod’s -1,3% e Salvatore Ferragamo -1,33%. In controtendenza Yoox ha incassato il 6,04%: il mercato sta scommettendo sui conti trimestrali che saranno pubblicati il prossimo 5 novembre.

JEEP ACCELERA A MANETTA, FCA A PICCOLI PASSI IN ITALIA 

A Piazza Affari il titolo Fca ha guadagnato lo 0,5% portandosi a 8,95 euro, tra i pochi valori in territorio positivo. A favorire la performance ha contribuito l’andamento delle vendite di Jeep (+52%) che ha trascinato il gruppo Chrysler (+22%) al miglior ottobre dal 2001.

Diverso lo scenario italiano: a ottobre la Motorizzazione ha immatricolato 121.736 autovetture, con una crescita del 9,21% su base annua, mentre le vendite del gruppo Fca sono salite solo del 5,6% a circa 33 mila unità. La quota di mercato è scesa al 27,11%. Le immatricolazioni del brand Fiat sono salite dello 0,1% e quelle di Jeep del 136,8%. Panda si conferma la vettura più venduta.

CINEMA IN BORSA: “CONFUSI E FELICI” SPINGE LUCISANO +1,6%

Tra le società a minore capitalizzazione schizza Rcs Mediagroup +6,5% su indicazioni positive riguardo la raccolta pubblicitaria in Spagna. Avanzano anche Risanamento +5% e Triboo Media  +2,4% dopo l’acquisto del sito Wall Street Italia.

Lucisano Media Group +1,6% dopo la diffusione dei dati al botteghino del suo ultimo film “Confusi e Felici” con Gianni Bisio.

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