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Doggy bag obbligatoria per legge? È già polemica sul sacchetto degli avanzi al ristorante contro lo spreco alimentare

La lotta allo sperpero del cibo passa anche dal recupero di ciò che viene consumato fuori casa. Il dibattito sulla proposta di legge presentata in Parlamento

Doggy bag obbligatoria per legge? È già polemica sul sacchetto degli avanzi al ristorante contro lo spreco alimentare

La sovranità alimentare (italiana, s’intende) non deve avere confini. Quando vai al ristorante pensa anche allo spreco, all’ambiente, ai rifiuti, al portafogli. Per prima cosa mangia italiano (Lollobrigida dixit) che visti i tempi (insetti e affini) è sempre meglio. Poi mangia tutto, svuota il piatto. Se proprio non ce la fai, il vecchio cartoccio da portare via non è sacrilegio.

Il cameriere non ti guarderà storto, il vicino di tavola neppure, perché una legge potrebbe tutelarti. Per ora è solo una proposta, anche se gli onorevoli forzi italici che l’hanno presentata hanno fatto ricorso all’inglese: doggy bag. Ma sì, fa più cool. Vuoi mettere che un ristorante esponga la scritta doggy bag e non sacchetto per gli avanzi ?

Due esponenti di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli, incuranti di qualche critica arrivata dall’ Unione nazionale consumatori, hanno presentato la proposta di legge intitolata “Obbligatorietà della doggy bag”. Se ne parla da giorni e gli influencer, rabbuiati come sono, non ci hanno messo ancora la faccia. In parte ci ha pensato un rappresentante dei consumatori a diffondere un esilarante video contrario all’iniziativa. Beninteso mentre è al ristorante dove non lascerà nulla nel piatto.

I proponenti vogliono uniformare l’Italia ad altri Paesi europei, dove il cliente può portare con sé il cibo che non consuma. Lo spreco alimentare ha raggiunto livelli intollerabili con ripercussioni su tutta la filiera dei rifiuti, oltre a deprimerci sotto l’aspetto etico-ambientale. Che dirà la legge ? Avrà valore dalla piccola trattoria ai luoghi stellati ? Perché no. Se il piatto è abbandonante, sei sazio, puoi uscire con la vaschetta. Nessuno ti obbliga, hai solo il diritto di chiedere il contenitore. Non lo fai ? Stop.

La Francia è di esempio

“È una proposta di buonsenso, molto semplice: la doggy bag deve essere messa a disposizione dal ristoratore al consumatore solo qualora questi ne faccia espressamente richiesta”, hanno spiegato i due forzisti. Certo, non è che sulla tavola apparecchiata trovi la vaschetta bell’e pronta, ci mancherebbe altro. Lo stile dei locali va salvaguardato. Altrimenti pensa te !- nelle scuole alberghiere bisognerebbe insegnare come mettere l’involucro a tavola. E Giorgia Meloni sicuramente chiederebbe di inserire la materia nei licei Made in Italy da lei appena lanciati. Sovranismo culinario.

I due parlamentari vogliono ridurre lo spreco di 65 kg di cibo pro capite. Se la legge passerà, il ristoratore dovrà mettere a disposizione degli avventori i contenitori riciclabili secondo legge e il costo sarà aggiunto a quello del servizio. I consumatori temono un rincaro dei prezzi generalizzato in tutti i posti dove si va a mangiare. A pensare male si fa sempre bene ? Ma a questo punto chi si ricorda delle mezze porzioni? Nino Manfredi le celebra a suo modo nel film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. Oggi non ci sono limiti.

Sul punto (ca va sans dire) ci siamo fatti superare dalla Francia. Piano, piano sta guadagnando punti nella lotta al cibo in spazzatura. C’è testimonianza diretta nei ristoranti e bistrot più famosi di Parigi della vaschetta porta a casa. Per chi la nega, nei banchetti con oltre 180 persone, è previsto addirittura l’arresto. Vuoi che alle feste di matrimonio italiane arrivino i carabinieri ?

Un tempo quando i banchetti nostrani erano il riscatto dalla penuria di cibi elaborati, gli invitati osavano chiedere indietro quello che non avevano consumato. Qualcuno si vergognava di farlo e qualcuno no: era a suo modo un antispreco d’antan. Rispetto alla Francia la proposta italiana prevede solo una multa tra 25 e 125 euro e la buona prassi del ristorante “di non buttare nel cestino dell’immondizia gli avanzi”. Chissà se è soltanto per la sovrana cucina italiana.

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