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Deficit-Pil 2015 in calo a 2,6%, -0,4% dal 2014

Lo certifica l’Istat. La pressione fiscale invece è stata pari al 43,5%, in lievissima riduzione rispetto al 43,6% del 2014 – Nel quarto trimestre il saldo primario è risultato positivo per 8.112 milioni di euro.

Deficit-Pil 2015 in calo a 2,6%, -0,4% dal 2014

Nel 2015 il rapporto deficit/Pil dell’Italia è stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014. Lo certifica l’Istat nel rapporto sui conti pubblici pubblicato lunedì. L’istituto di statistica precisa inoltre che nel quarto trimestre 2015 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al 2,2%, in calo dello 0,2% su base annua.

Sempre nel quarto trimestre – prosegue la nota dell’Istat – il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo per a 8.112 milioni di euro. L’incidenza dell’avanzo sul Pil è stata dell’1,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2014. Il saldo corrente nel quarto trimestre 2015 è stato positivo e pari a 9.732 milioni di euro con un’incidenza sul Pil dello 2,3% (0,8% nel corrispondente trimestre dell’anno precedente).

Le stime degli aggregati trimestrali del conto delle Amministrazioni pubbliche – si legge ancora nella nota – sono coerenti con la versione trasmessa ad Eurostat il 31 marzo, nell’ambito della notifica in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i Deficit Eccessivi. Rispetto a quello pubblicato lo scorso 1 marzo il conto presenta alcuni lievi aggiustamenti per ciascuno degli anni 2012-2015 e una revisione puntuale di rilievo per il 2015. Quest’ultima riguarda il trattamento, concordato di recente con le autorità statistiche europee, delle operazioni connesse alla risoluzione della crisi di quattro banche, secondo le decisioni assunte lo scorso 22 novembre dal Governo Italiano e dalla Banca d’Italia.

In particolare, le risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo Nazionale di Risoluzione (pari a circa 2,3 miliardi di euro) sono state registrate nell’ambito delle imposte indirette (nello specifico ‘altre imposte sulla produzione’), mentre i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle banche commissariate (pari a circa 1,7 miliardi) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale. Dopo questa revisione delle entrate, la pressione fiscale risulta rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali.

Quanto alla pressione fiscale, nel 2015 è stata pari al 43,5%, contro il 43,6% del 2014. L’anno scorso le uscite totali sono aumentate dello 0,1% rispetto all’anno precedente e il corrispondente rapporto rispetto al Pil è stato pari a 50,5% (51,2% nel 2014). Le entrate totali, invece, sono aumentate dell’1%, con un’incidenza sul Pil del 47,9% (-0,3 punti percentuali rispetto al 2014).

Nel solo quarto trimestre, le uscite totali sono aumentate in termini tendenziali dello 0,6% e la loro incidenza rispetto al Pil è stata del 57,1% (contro il 57,7% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente). Le uscite correnti sono diminuite dell’1,4% e quelle in conto capitale sono aumentate del 25,5%. Le entrate totali, nel quarto trimestre, sono aumentate in termini tendenziali dello 0,9% con un’incidenza sul Pil del 54,9%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014. La pressione fiscale è stata pari al 50,3%, invariata rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

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