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Decreto Irpef, Senato: in commissione ok ai tagli alla Rai per 150 milioni

E’ stato approvato anche l’emendamento dei relatori che salvaguarda le sedi regionali e esplicita la possibilità di vendere Rai Way e Rai World – Intanto, proseguono le polemiche sul piano di ristrutturazione dell’azienda annunciato dal governo e sullo sciopero proclamato dai sindacati.

Decreto Irpef, Senato: in commissione ok ai tagli alla Rai per 150 milioni

Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno dato oggi il via libera all’articolo 21 del decreto Irpef che prevede tagli da 150 milioni per la Rai. E’ stato approvato anche l’emendamento dei relatori che salvaguarda le sedi regionali e esplicita la possibilità di vendere Rai Way e Rai World.

Intanto, proseguono le polemiche sul piano di ristrutturazione dell’azienda annunciato dal governo. Il consiglio d’amministrazione dell’azienda ha detto di voler fare la sua parte e ha già ridotto i compensi dei dirigenti, applicando il tetto massimo dei 240 mila euro, ma il vero nodo è lo sciopero dei dipendenti.

L’Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali “ha valutato come non conforme alla legge la proclamazione dello sciopero dei sindacati dei lavoratori della Rai per il prossimo 11 giugno”, scrive il Garante in una nota, sottolineando che “la proclamazione non rispetta la regola, ben nota alle organizzazioni sindacali, dell’intervallo di dieci giorni tra due scioperi che insistono sullo stesso settore, considerata, infatti, l’azione di sciopero del sindacato Usb prevista per il prossimo 19 giugno e precedentemente comunicata”.  

I sindacati però non hanno alcuna intenzione di fare marcia indietro. Il segretario della Cgil Susanna Camusso e il leader della Uil Luigi Angeletti hanno ribadito l’intenzione di andare avanti. “Questo decreto mette a rischio la Rai nella dimensione di servizio pubblico e come grande impresa del Paese. La vendita di Taiwan determina la perdita delle condizioni di sicurezza e capacità competitiva”, ha affermato Camusso, che ha definito il governo “la controparte” contestando le parole usate da Renzi che ha parlato di “sciopero umiliante”. 

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