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Carretta (Aidea): “Inaccettabili i rinvii alle compensazioni per le Pa”

Il presidente di Aidea e Assifact Alessandro Carretta parla del decreto per i pagamenti della Pubblica amministrazione: “Troppi aspetti discutibili, ci vorrebbe un’Equitalia per le amministrazioni pubbliche” – “La distinzione tra crediti ceduti pro solvendo e pro soluto è inutile e crea confusione”.

Carretta (Aidea): “Inaccettabili i rinvii alle compensazioni per le Pa”

“Ci sono troppi aspetti discutibili”. E’ l’opinione di Alessandro Carretta, presidente dell’Accademia di Economia Aziendale (Aidea) e di Assifact,  sul decreto per i pagamenti della Pubblica Amministrazione, all’indomani del provvedimento del Governo che li ha sbloccati. Secondo Carretta i limiti e i rinvii alla compensazione tra debiti e crediti sono inaccettabili: “Ci vorrebbe una Equitalia che agisse contro le amministrazioni pubbliche con gli stessi strumenti usati per i privati!”

“Il decreto va nella direzione giusta ma contiene ancora aspetti discutibili e da precisare meglio nelle norme attuative: è apprezzabile l’introduzione di sanzioni e penalizzazioni per le amministrazioni (e anche per singoli dirigenti) che non danno seguito alle procedure, così come la semplificazione e la detassazione della cessione dei crediti”. Resta però, per Carretta, “lo scetticismo sul fatto che la Pubblica Amministrazione sia in grado di rilevare i propri debiti entrò il 30 giugno e di procedere a quella certificazione che finora è stata inefficace”.

Anche la distinzione tra crediti ceduti pro solvendo e pro soluto è, nell’opinione del Presidente dell’Accademia degli economisti aziendali, “fonte di confusione e inutile”. L’idea di Carretta è che questa distinzione sia una sorta di specchietto per allodole che “Serva a soddisfare interessi populisti che poco hanno a che fare con un problema così serio. Si tratta comunque di crediti che il sistema finanziario ha anticipato alle imprese! Se vengono rimborsati torneranno in circolo, con beneficio per l’economia, altrimenti  il danno è sempre per le imprese”. Anche per questo, secondo Alessandro Carretta, è necessario che eventuali titoli usati per i pagamenti abbiano durata pari ai crediti: “altrimenti si blocca l’attivo delle banche, e ci rimettono di nuovo le imprese”.

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