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Car sharing, le imprese chiedono di tagliare l’Iva dal 22 al 10%: “Solo così il servizio può arrivare a tutti”

Per Assosharing, l’abbattimento dell’Iva permetterebbe di estendere il car sharing alle aree del Paese oggi scoperte, riducendo l’inquinamento e l’impatto del caro carburanti

Car sharing, le imprese chiedono di tagliare l’Iva dal 22 al 10%: “Solo così il servizio può arrivare a tutti”

Abbassare l’Iva sul car sharing e su tutta la mobilità condivisa dal 22 al 10% per aumentare l’accessibilità ai servizi. Lo ha chiesto Assosharing nel corso di un convegno organizzato alla Camera per il primo anniversario dalla nascita dell’associazione, secondo cui “un’interlocuzione” su questo tema è già stata avviata con le istituzioni.

Da gennaio +10% per l’utilizzo del car sharing

Il provvedimento potrebbe aiutare molte persone a ridurre il danno economico causato dal rincaro dei carburanti, iniziato mesi fa per l’inflazione delle materie prime energetiche e ora aggravato dalla guerra fra Ucraina e Russia. L’associazione fra le imprese della mobilità sostenibile fa sapere infatti che, fra gennaio e marzo, sono stati registrati “aumenti del 10% per il car sharing e del 35% per la micromobilità”.

L’abbassamento dell’Iva sul comparto dal 22 al 10%, continua Assosharing, permetterebbe alle imprese di aumentare gli investimenti in due direzioni.

Assosharing: “Con meno Iva, più veicoli e più offerta”

“Da una parte – scrive l’associazione in una nota – si potenzierebbe l’offerta della sharing mobility e in particolare del car sharing, aumentando così le capacità dei provider di ingrandire e rinnovare le flotte – che a livello nazionale contano poco più di 7.000 veicoli – e ponendo i presupposti per un aumento di operatori e di offerta – attualmente confinata per lo più nei grandi centri urbani – in altre aree del Paese attualmente scoperte”.

“Aumenteremmo anche gli investimenti nella sicurezza del car sharing”

Altre risorse, invece, verrebbero utilizzare “per rafforzare i profili di sicurezza, specie nella micromobilità, grazie a un’implementazione dei dispositivi tecnologici e all’attivazione di un numero ancora maggiore di appositi corsi di formazione in particolare nelle scuole”.

Gli effetti sull’inquinamento

Sostenere il car sharing “significherebbe incrementare il ricorso a un servizio che riduce sensibilmente il traffico delle auto private e dunque anche l’inquinamento – conclude la nota – Occorre infatti ricordare come l’Italia, secondo i dati dell’Unione Europea, si attesta al secondo posto (dietro soltanto il Lussemburgo) come tasso di motorizzazione. Allo stesso tempo il nostro Paese registra ogni anno – sulla base dei dati 2019 dell’Agenzia Europea dell’Ambiente – circa 49mila morti per polveri sottili e 10.640 per biossido di azoto”.

Leggi le proposte di indirizzo a sostegno della mobilità condivisa inviate da Assosharing al MIT.

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