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Btp Green, il Tesoro colloca 9 miliardi: avrà scadenza 2037 e un rendimento del 4,104%

Il Tesoro ha annunciato il collocamento del nuovo Btp Green, con un rendimento lordo all’emissione del 4,104%. Il tasso annuo è del 4,05%, pagato in due cedole semestrali. Tra le banche del pool anche Unicredit

Btp Green, il Tesoro colloca 9 miliardi: avrà scadenza 2037 e un rendimento del 4,104%

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato il collocamento di 9 miliardi di euro del nuovo Btp Green. Il titolo, che ha scadenza 30 ottobre 2037, è stato collocato – tramite emissione sindacato – al prezzo di 99,865 corrispondente a un rendimento lordo annuo all’emissione del 4,104%. Il tasso annuo è del 4,05%, pagato in due cedole semestrali.

Sfogliando l’ampia gamma di Btp italiani da offrire al mercato, il Tesoro stavolta ha deciso di puntare sull’emissione di un nuovo Btp Green, destinato a finanziare spese collegate alla transizione energetica, al clima ed all’ambiente. Dopo la chiusura del collocamento sul Mot della quarta tranche del Btp Valore, destinato all’investitore retail, il Mef si è avvalso di un pool di banche per garantire un’ampia platea di destinatari. Tra le banche scelte dal Mef compaiono Bnp Paribas, Crédit Agricole Corp. Inv. Bank, Deutsche Bank A.G., NatWest Markets N.V. e UniCredit. L’Italia ha emesso il suo primo Btp Green nel 2021, che ha fruttato una grande raccolta.

Il regolamento dell’operazione è fissato per il 21 maggio 2024, scrive il Mef.

Per le emissioni 2024 range tra 11,5 e 13,5 miliardi

Le dimensioni del portafoglio di spese a cui attingere per tutte le emissioni del 2024, inclusive anche della riapertura in asta del Btp Green 2031 nel marzo 2024, si collocano in un range compreso tra 11,5 e 13,5 miliardi di euro, con una ripartizione indicativa tra le 6 categorie contemplate nel quadro di riferimento. I titoli potranno essere scambiati dagli investitori istituzionali sia sul mercato secondario regolamentato all’ingrosso (Mts), per operazioni non inferiori a 2 milioni, che su quelli non regolamentati. I risparmiatori individuali potranno negoziare il titolo sul MoT dove sono consentite operazioni dal taglio minimo di 1.000 euro, o sulle altre piattaforme di negoziazione, secondo il principio della best execution introdotto con la Mifid

Cosa sono i Btp Green: la ripartizione in 6 categorie

I proventi dei Btp Green sono destinati al finanziamento di iniziative a carico del bilancio dello Stato (incentivi fiscali e spese) con ricadute ambientalmente sostenibili. Il “Quadro di riferimento per l’emissione dei titoli di Stato Green” (pubblicato il 25 febbraio 2021) definisce le categorie ambientali finanziate, in coerenza sia con i 6 obiettivi ambientali definiti dalla Tassonomia europea delle attività sostenibili che con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss delle Nazioni Unite). Il Quadro prevede una ripartizione in sei categorie e comprende: Fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica, Efficienza energetica, Trasporti, Prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare, Tutela dell’ambiente e della diversità biologica, Ricerca. Tramite l’emissione di Btp Green, precisa il Mef, l’Italia si impegna a finanziare le spese statali a positivo impatto ambientale, selezionate mediante il supporto del Comitato Interministeriale (istituito con il Dpcm del 9 ottobre 2020) e incluse nel bilancio dello Stato italiano

Come vengono spesi i fondi

Nella nota il Mef dettaglia la ripartizione delle spese ammissibili per categoria. Le voci che assorbono la parte maggiore dei fondi nel quadriennio ’21-’24 sono efficienza energetica e trasporti, rispettivamente il 48-53% la prima e il 27-33% la seconda. Le quote residue della spesa vanno alla ricerca (4-5%), prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare (7,5-8,5%), tutela dell’ambiente e della diversità biologica (6,5-8,5%) e fonti rinnovabili per l’energia (1%).

Il periodo considerato

La nota del Ministero specifica che il periodo considerato è rappresentato dal quadriennio comprensivo dell’anno in corso e dei tre anni precedenti, ma il peso relativo è per la maggior parte concentrato su spese sostenute nel corso del 2023 (42-46%) e 2024 (44-48%). Per i primi tre anni del quadriennio – spiega il ministero – si tratta di dati di consuntivo, mentre per il 2024 ci si basa su una stima che, partendo dagli stanziamenti di bilancio e dalle evidenze storiche, estrapola i probabili pagamenti effettivi che si verificheranno nell’anno.

Aggiornato martedì 14 maggio 2024 alle ore 17:56

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