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Borse, il nuovo rischio di default della Grecia affonda l’Europa. Milano perde il 3,89, banche ko

La Grecia contagia il Vecchio continente e il rischio sovrano affossa banche e listini – A Piazza Affari crollano Unicredit (-10,9%) e Intesa (-9,5%) – Cds, rendimenti dei Bot e spread alle stelle – Pericolo di downgrading per le banche francesi – Euro ai minimi da 10 anni sullo yen – Wall Stret applica la regola 48 sulla volatilità

Borse, il nuovo rischio di default della Grecia affonda l’Europa. Milano perde il 3,89, banche ko

I LISTINI TEMONO IL DEFAULT DELLA GRECIA
EURO AI MINIMI DA DIECI ANNI SULLO YEN

Come in una moviola che si ripete all’infinito, sui mercati si assiste a un nuovo lunedì dominato dall’incubo default Grecia e dal rischio contagio: volano gli spread dei titoli di Stato, crollano le banche e i listini affondano. Dopo un breve recupero nel pomeriggio sulla scia di Wall Street, gli indici chiudono in forte ribasso: il Ftse Mib cede il 3,89% a 13.474,14 punti leggermente sopra il minimo di giornata a 13.398,39, il Dax 30 il 2,27% a 5.072,33 dopo essere sceso in intraday sotto i 5mila punti, il Ftse 100 l’1,63% e il Cac il 4,03% trascinato dalle banche ma anche da Edf (-2,91) in seguito all’incidente nucleare di Marcoules.

Da Bruxelles rassicurano che i colloqui con la Troika vanno avanti, che se verranno individuati nuovi interventi per chiudere i buchi emersi rispetto agli accordi presi, la prossima tranche sarà sbloccata in tempo per evitare l’insolvenza della Grecia e che “è una questione di impegno politico” (con l’impegno assunto lo scorso 21 luglio dall’Eurogruppo per salvare il Paese). Nel week end il governo di Atene ha annunciato nel fine settimana una nuova tassa straordinaria sugli immobili, con l’obiettivo di raccogliere 2,5 miliardi di euro e rispettare così il target di riduzione del deficit concordato con la Ue e con il Fmi. Ma dalla Germania, preoccupata di non pagare il prezzo politico dei debiti degli altri, rimbalzano nuove ipotesi sulla possibilità di un default selettivo allo studio dei vertici del Governo.

Il motivo di fondo è da un certo punto di vista chiaro: come ha sancito un sondaggio diffuso ieri dalla società Emnid il 53% dei cittadini tedeschi è contrario a fornire ulteriori aiuti alla Grecia e preferirebbe il default. Non manca un tentativo di correzione del tiro. ”Quello che ci interessa è la stabilità dell’Euro e vogliamo che la Grecia rimanga nell’Euro”, commenta il portavoce del ministro dell’Economia Philipp Roesler. E nel primo pomeriggio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, hanno confermato al termine di un incontro che “il processo di approvazione del fondo salva-Stati (Efsf) allargato dovrà essere chiuso da qui a fine settembre”, dicendosi d’accordo che “la stabilità e la crescita dei paesi dell’eurozona sono la condizione essenziale per un euro stabile” e “sull’estrema importanza dell’euro per l’Europa e per la Germania”.

Ma sugli umori dei mercati pesano i fatti: come le dimissioni di venerdì del rappresentante tedesco nella Bce Jurgen Stark, contrario al sostegno fornito dalla Banca centrale europea a Spagna e Italia tramite l’acquisto dei Btp e dei Bonos sul mercato secondario. Che si aggiungono alle divisioni già registrate nell’Unione Europea, a uno snodo cruciale per la sopravvivenza dell’euro e che si scontra con la necessità di un salto più forte verso la messa a fattore comune delle politiche economiche e fiscali, il che ovviamente significa la cessione di parte della propria sovranità da parte degli Stati Membri. L’euro cade ai minimi da sei mesi sul dollaro a 1,3499 per poi riportarsi a quota 1,36 e a 10 anni sullo yen a ridosso di 104,0. A New York l’oro continua a ritracciare dai massimi in calo dell’1,19% a 1.837,3 dollari l’oncia.

VOLANO GLI SPREAD ELLENICI
RENDIMENTI IN SALITA PER I BOT

Ecco che gli investitori tornano a vendere a piene mani il debito ellenico mentre la Germania incassa ancora una volta i benefici del fly to quality, che porta gli investitori ad acquistare bund perché considerati un porto sicuro nell’intera zona euro: lo spread tra i bond decennali e i Bund tedeschi ha raggiunto i 2052 punti ampliandosi di ulteriori 173 punti base, un livello mai visto prima dai tempi dell’introduzione dell’euro nel 1999 e le obbligazioni elleniche sono arrivate a rendere il 21,08% mentre il debito decennale tedesco rende meno l’1,73%. Ma è sulle scadenze a due anni greche che si registrano rendimenti ancor più impressionanti al record assoluto del 63,17%.

Proprio oggi il Tesoro italiano ha collocato Bot a tre mesi e a un anno per 11,5 miliardi di dollari ma ha dovuto offrire tassi di interesse in deciso rialzo: per la tranche a 1 anno (da 7,5 miliardi) il tasso è salito al 4,153% dal 2,959% dell’emissione di agosto. Per la tranche a 3 mesi (da 4 miliardi) è salito all’1,907% dall’1,034% dell’asta di marzo. Rallenta anche la domanda: il rapporto bid-to-cover e’ stato pari a 1,53 sui Bot a un anno (1,94 il precedente) e di 1,86 volte (2,42 il precendente) sui Bot a 3 mesi. L’appuntamento è ora per l’asta di Btp di domani.

Mentre la manovra di correzione dei conti arriva alla Camera, l’Europa, nel rapporto 2011 della Commissione sullo stato delle finanze pubbliche dell’Unione, esorta l’Italia a essere pronta a prendere «misure aggiuntive qualora le entrate derivanti dal fisco siano minori di quanto previsto e se vi fossero difficoltà a tagliare la spesa come stabilito». Lo spread sale nel pomeriggio a 382 punti base, vicino al record storico: in mattinata si era già portato a a 381 punti base per poi ritracciare attorno ai 375 punti base. In giornata i Cds sull’Italia hanno superato per la prima volta la soglia dei 500 punti base a 505.

La Bce ha confermato di aver continuato la scorsa settimana a comprare titoli di Stato italiani e spagnoli: ha acquistato per 13,960 miliardi di euro, un ammontare in aumento rispetto alla settimana precedente (13,305 miliardi) salendo così a 70 miliardi di acquisti complessivi dall’8 agosto. E dalla riunione dei banchieri centrali del G10, dove non è stata discussa la crisi greca secondo quanto riferito, il presidente dell’Eurotower Jean Claude Trichet afferma: ”Vediamo un rallentamento dell’economia mondiale e particolarmente in Europa ma questo non vuole dire che ci sia recessione, piuttosto non ci sarà lo stesso tasso di crescita sperimentato recentemente”. Le banche centrali di tutto il mondo, dice Trichet, sono pronte a fornire tutta la liquidità necessaria al sistema finanziario.

BANCHE SOTTO PRESSIONE
SI TEME DOWNGRADE PER GLI ISTITUTI FRANCESI

Sul Fse Mib (su cui ci sono stati problemi di aggiornamento nel tardo pomeriggio brevemente ripristinati) le vendite si abbattono sul comparto bancario con Unicredit, sospesa in seduta, che perde il 10,91%a 0,686, Intesa il 9,54% a 0,868 euro%, e anche gli assicurativi con Fondiaria Sai che cede l’8,01% mentre le Generali perdono il 2,56%. Per un po’ in controtendenza in territorio positivo, Mps non ce la fa e chiude in calo dell’1,63%. L’istituto senese ha ceduto Monte Paschi Monaco Sam ad Andorra Banc Agricol Reig SA per 21,7 milioni di euro (equity included) e una plusvalenza netta di 7,7 milioni di euro. Ma le vendite ancora una volta si abbattono anche sugli industriali come Buzzi Unicem (-6,86%), Ansaldo Sts (-5,53%) e le tcl con Telecom Italia che cede il 5,35%. Fiat, sotto pressione nella mattinata, chiude in calo del 2,97%.

Dall’Antitrust è oggi arrivato il via libera alla società Dr motor per l’acquisizione di un ramo d’azienda di proprietà di irisbus Italia, controllata da Iveco Espana (gruppo Fiat). Pesante anche per l’energia: Enel cede il 3,11%, Edison su cui non ci sono passi avanti sul riassetto cede il 3,32% ed Eni il 2,40%. Il Cane a sei zampe è uscito dalla lista dei preferiti di Ubs mentre sempre oggi l’ad Paolo Scaroni ha dichiarato che il gruppo punta a riavviare fra ottobre e novembre le esportazioni di gas dalla Libia all’Italia attraverso il gasdotto Greenstream. Stm (+0,48%) beneficia dell’offerta di Broadcom su NetLogic per 3,7 miliardi di dollari che prevede un premio del 57% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì scorso. NetLogic sale del 50%.

Il comparto degli istituti di credito è sotto pressione in tutta Europa per i timori del rischio contagio sul possibile default della Grecia e dopo la notizia che Moody’s potrebbe tagliare il rating degli istituti francesi a causa dell’esposizione al debito greco, il giudizio è atteso in settimana. Socgen, che in una nota ha comunicato un’esposizione di circa 900 milioni, perde circa il 10,78%, Bnp Paribas il 12,35% e il Crédit Agricole il 10,64%. E per calmare i mercati gli istituti di credito accelerano sui piani di cessione per ridurre i costi e portare maggiori risorse fresche in casa.

Société Générale ha pronto un piano per la cessione di asset da 4 miliardi di euro entro il 2013 e un piano di taglio dei costi che prevede una ”riduzione significativa” dell’organico in vari Paesi e una contrazione del 5% dei costi di base del segmento investment banking. Bank of America, ha comunicato oggi il ceo, taglierà i costi di 5 miliardi di dollari da qui al 2013, mentre Hsbc ha avviato secondo Reuters la procedura di vendita del business non Vita, una divisione globale che vale 1 miliardo di dollari e che ora fa parte degli asset non core che la banca vuole vendere.

WALL STREET APRE IN CALO
APPLICATA LA REGOLA 48, GRANDE VOLATILITÀ

A Wall Street gli scambi aprono in calo. Al momento il Dow Jones tratta in calo dello 0,51% mentre il Nasdaq viaggia in territorio positivo dello 0,40%. All’apertura delle contrattazioni Nyse e Nyse Amex Cash hanno annunciato l’applicazione della regola 48: permette di sospendere le indicazioni di prezzo, che normalmente facilitano la determinazione del prezzo di controllo in avvio di seduta, permettendo di velocizzare l’inizio delle contrattazioni. La regola 48 viene invocata quando si attende una volatilità particolarmente elevata. Tra i titoli in evidenza Oracle che è stato incluso da Goldman Sachs nella conviction buy list e target price a 33 dolalri per azione e McGraw Hill che ha annunciato un progetto di scissione in due entità distinte, da un lato la divisione mercati che comprenderà Standard & Poor’s, Platts e J.D. Power, dall’altro l’educational che si occuperà delle tematiche relative

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