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BORSE CHIUSURA 13 gennaio – Le banche sostengono Piazza Affari ma frenano Wall Street

Bper e Banco Bpm brillano a Piazza Affari e tengono in territorio positivo il Ftse Mib – Al contrario, i conti delle grandi banche frenano la Borsa americana

BORSE CHIUSURA 13 gennaio – Le banche sostengono Piazza Affari ma frenano Wall Street

I mercati europei chiudono la seduta odierna in cauto rialzo e archiviano la seconda settimana di guadagni, dopo essersi lasciati alle spalle il difficile 2022, benché oggi Wall Street non abbia fornito grande appoggio e si stia muovendo contrastata nella mattina americana. A catalizzare l’attenzione Usa sono i conti delle grandi banche e soprattutto le loro preoccupazioni per una prossima recessione. 

Europa positiva, Piazza Affari recupera circa il 9% rispetto al 2022

Piazza Affari è fanalino di coda e si apprezza dello 0,19% a 25.783 punti base, spinta dalle banche, ma frenata da Stellantis (-3,66%). In questi 15 giorni la borsa milanese ha comunque recuperato il 9% circa.

È in linea con il Ftse Mib Francoforte +0,19%, mentre i progressi odierni sono più convinti a Parigi +0,69%, Amsterdam +0,83%, Madrid +0,58%, Londra +0,68%.

Sul mercato valutario l’euro tratta ancora oltre 1,08 contro dollaro.

Tra le materie prime il petrolio si appresta a chiudere una settimana positiva ed è in progresso con Brent a 85 dollari al barile (+1,15%) e Wti a 79,5 dollari (+1,42%).

Brilla l’oro, che tratta a oltre i 1911 dollari l’oncia, +0,8% circa.

Arretra il prezzo del gas, tornato oggi intorno a 65 euro al Mwh.

Le grandi banche Usa temono la recessione

A orientare gli investitori sono oggi sentimenti contrastanti: da un lato l’inflazione Usa potrebbe aver già toccato il picco (come si è visto ieri con il rallentamento dei prezzi al consumo), dall’altro la recessione resta una possibilità da mettere in conto, almeno per le grandi banche a stelle strisce che pure stanno presentando numeri trimestrali superiori alle attese. Tra queste BofA, Wells Fargo, Citigroup.

JpMorgan Chase, che ha realizzato ricavi superiori alle stime, ha aumentato gli accantonamenti in previsione di una crescita economica negativa.

Inoltre, qualche segnale di pessimismo arriva dal mondo delle mega tech, con Tim Cook, ad di Apple, che ha deciso di tagliarsi lo stipendio di 35 milioni, per un “salario” annuale che scenderà nel 2023 sui 49 milioni. D’altra parte, diversi analisti in passato avevano giudicato eccessiva la remunerazione di Cook, che ha un patrimonio stimato in 1,7 miliardi di dollari.

Bene la produzione industriale in Eurolandia, ma l’Italia fa peggio del previsto

Dal fronte macroeconomico le notizie europee sono in chiaroscuro e la parte più buia riguarda l’Italia. Secondo Eurostat, infatti, la produzione industriale della zona euro a novembre è stata superiore al previsto, +1% congiunturale contro attese a +0,5%, ma il Belpaese è andato peggio del la media del blocco e, scrive l’Istat, il dato è sceso dello 0,3% mese contro un consensus di +0,3%.

Secondo diversi analisti, tra cui Prometeia, i numeri di novembre rafforzano le preoccupazioni per l’andamento nei prossimi mesi della produzione italiana, considerata un buon anticipatore del pil.

Spread stabile

In questo contesto la carta italiana resta comunque ben comprata e lo spread con quella tedesca appare stabile. La chiusura è a 187 punti base (+0,87%) con rendimenti poco distanti da quelli di ieri. Il Btp decennale è indicato a +3,98% e il Bund di pari durata a +2,12%.

In Piazza Affari svettano le banche

A Milano le blue chip migliori del giorno sono due banche, nella prospettiva che i prossimi mesi vedranno nuovi matrimoni nel settore. A svettare sono due candidate a possibili matrimoni come Bper +3,25% e Banco Bpm +2,96%. La prima è sostenuta anche da uno studio di Mediobanca Securities che ha portato la raccomandazione a “Outperform” da “Neutral” e prezzo obiettivo a 2,70 euro. 

Fuori dal paniere principale è timida Mps, +0,2%, benché oggi Mf scriva che Siena ha avviato i lavori per integrare nella capogruppo sia Mps Capital Services, sia Mps Leasing & Factoring con l’obiettivo di fare la fusione entro giugno e di rendere l’istituto più appetibile in vista della privatizzazione.

L’automotive è contrastato. Da un lato resta in corsa Iveco +2,84%, mentre Stellantis è addirittura in maglia nera. Maluccio anche Pirelli -0,77%. A influire negativamente sul settore potrebbe aver contribuito la decisione di Tesla (-3,9% al Nasdaq) di tagliare i prezzi delle sue auto elettriche del 20% in Europa e negli Usa.

Conquista una posizione nella parte alta del listino Moncler, +2,77%, con il mondo delle grandi firme in fermento per le settimane della moda maschile a Firenze e Milano. Sulla regina dei piumini influisce positivamente il giudizio favorevole di Intesa Sanpaolo, che ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita del fatturato 2022 dal +10% al +11,5% a 2,524 miliardi di euro. “Abbiamo ritoccato le stime sui ricavi a seguito della decisione della Cina di riaprire le frontiere”, sostengono gli esperti.

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