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Borse, Asia e America latina in rosso dopo il lunedi’ nero dell’Europa

La Casa Bianca prova a rianimare economia e mercati con il lancio di un New Deal che dovrebbe creare un milione di nuovi posti di lavoro negli Usa – Borse, Milano e l’Europa in lieve rialzo – I nostri Btp rendono il 5,44% e sono in ribasso da 11 sedute – Sos per il mercato interbancario e Cds alle stelle

Borse, Asia e America latina in rosso dopo il lunedi’ nero dell’Europa

IN ROSSO ANCHE LE BORSE ASIATICHE E SUDAMERICANE
CORSA AL T BOND CHE RENDE l’1,19%

Chiusa Wall Street è toccato ai listini asiatici affrontare per primi l’onda negativa della frana delle Borse europee. Il risultato è stato una serie di ribassi, assai meno drammatici che nel Vecchio Continente. L’indice Nikkei 225 è in calo dell’1,7% ad un’ora dalla chiusura, Hong Kong è sotto dello 0,9%. Pesanti anche le perdite sui mercati sudamericani: il Bovespa brasiliano ha perso il 2,7%, la Borsa cilena ha perso il 3,4%, quella di Buenos Aires il 3.1% ma chi ha perso di più è stata la Borsa messicana con un ribasso del 3,7%. 
I segnali più preoccupanti riguardano gli scambi sui titoli americani, I futures sullo Standard & Poor’s 500 segnano un ribasso del 3,7% mentre i rendimenti del T bond decennale sono scesi all’1,93%. Il titolo a due anni rende l’1,71% ai minimi dal marzo 2009.

OBAMA GIOCA LA CARTA DEL NEW DEAL
PONTI E STRADE PER 1 MLO DI POSTI

“Abbiamo ponti e strade da costruire. Possiamo creare un milione di posti lavoro in questo modo”. Parole di Barack Obama che, con un certo ritardo, tenta di seguire l’esempio del New deal, consapevole che nessun presidente americano, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, è mai stato eletto in presenza di un tasso di disoccupazione superiore al 6 per cento. Obama ha così sfruttato la ricorrenza del Labour day per lanciare il piano lavoro che giovedì presenterà alle camere riunite: infrastrutture e stimoli fiscali per ridurre il tasso di disoccupazione dall’attuale 9,1% che ha terrorizzato i mercati (ieri chiusi). Obama ha parlato a Detroit, scelta non casuale visto che è nella capitale del Michigan che, con la collaborazione di Gm e di Sergio Marchionne, l’amministrazione ha raccolto forse l’unico successo sul fronte della ripresa. Il presidente ha parlato alla convenzione democratica riunita al Detroit Metro Labour Council affiancato dal sottosegretario al Lavoro Linda Solis e dal presidente del sindacato Afl-Cio Richard Trumka.

BOLLETTINO DI GUERRA /1. BANCHE EUROPEE AL COLLASSO
S’IMPENNANO I CDS SUL CREDITO. SOS PER L’INTERBANCARIO

“E’ una pessima notizia destinata a peggiorare le prospettive del settore. Sia per i danni reputazionali che comporta, sia per i maggiori accantonamenti che dovranno essere fatti a fronte dei rischi legali”. Così Mediobanca securities ha ieri commentato l’avvio, da parte del governo Usa delle denunce già anticipate nei giorni scorsi neoi confronti di 17 banche colpevoli di aver trasmesso alle agenzie Fannie Mae e Freddie Mac notizie false sullo stato di salute dei mutui subprime poi sottoscritti dalle agenzie. Mel mirino della Housing agency federale sono finiti alcuni colossi del credito europeo che ieri hanno vissuto la giornata più difficile dal maggio 2009. La Royal Bank of Scotland, ancora controllata dallo Stato dopo il salvataggio, ha lasciato sul terreno il 12 per cento, perdite tra il 6 e il 7 per cento per Barclays e Credit Suisse, oltre l’8 per Socgen. In profondo rosso (-7,7%) anche Deutsche Bank. Il ceo Joseph Ackermann parlando ieri alla conferenza di Handelsblatt si è detto sereno sulle contestazioni perché “la frode dovrà essere provata”. Ma il ceo ha anticipato possibili tagli perché “sarà difficile proseguire con questa struttura se l’attività continuerà a scendere con la stessa rapidità di agosto”. A proposito della richiesta di ricapitalizzare le banche, avanzata con forza da Christine Lagarde, Ackermann ha risposto: “E’ una soluzione che comporta vantaggi davvero modesti. Il vero risultato è di aggiungere altro scetticismo sull’efficacia delle misure prese per il risanamento del debito sovrano”. Una vera e propria frana che è proseguita a Zurigo con il Credit Suisse e a Parigi dove Socgen ha lasciato sul campo più dell8 % seguita a ruota da Bnp Paribas. Ma la vera preoccupazione dei mercati, a questo punto, riguarda la tenuta del mercato interbancario: si profila il rischio di una nuova crisi di fiducia sulle controparti che potrebbe sfociare in una crisi di liquidità. Ieri i cds per assicurare i valori bancari europei sono saliti in media del 7 per cento. Intanto la media del credito elargito alle imprese dalle banche del Vecchio Continente è sceso al 2,4 per cento su base annua, un altro indicatore che segnala il rischio recessione. Ma in Europa, al pari dell’Italia, non soffrono solo le banche. All’interno dello Stoxx Europe 600 (-4,1%), il calo più pronunciato riguarda Clariant: La società chimica svizzera ha accusato un calo del 16% . Ma massicce perdite hanno accusato altri titoli legati al ciclo dell’economia tipo Basf -6,5% e Bayer -4,6%. Ad agosto la crescita delle imprese manifatturiere europee è stata la più bassa deli ultimi due anni.

BOLLETTINO DI GUERRA/2: PIAZZA AFFARI SOTTO DEL 4,83%
I BTP AL 5,44% SONO IN RIBASSO DA UNDICI SEDUTE

Seduta a precipizio anche per Piazza Affari, stretta tra i timori per la crisi nell’eurozona, in un nuovo mix micidiale di fattori che spinge l’Ftse Mib in calo del 4,83%, il rendimento del Btp decennale al 5,44%, 30 bp sopra il bono spagolo, lo spread con il Btp a quota 368 punti, a ridosso delle punte toccate prima dell’intervento della Bce che la settimana scorsa ha comprato titli per più di 13 miliardi. Il titolo di Stato italiano ha sgnato un altro primato: undici sedute consecutive di ribasso.
1) La giornata è stata segnata, fin dalle prime battute, dalla sconfitta ieri nelle elezioni regionali tedesche della cancelliera Angela Merkel in Meclemburgo-Pomerania, che rafforza il partito dei falchi di Berlino contrari al supporto al salvataggio dei paesi europei, a partire dalla Grecia . Di questo si occuperà domani la Corte Costituzionale tedesca che potrebbe giudicare incostituzionale l’azione sul mercato secondario della Bce. Intanto il rendimento dei titoli greci ha sfondato il tetto del 50 per cento. Oggi si riuniscono i ministri delle Finanze di Olanda, Germania e della Finlandia che si ostina a chiedere garanzie specifiche al Tesoro di Atene.
2) Pesano poi le crescenti attese sulla riunione della Bce giovedi’. Mentre il futuro governatore della Bce Mario Draghi ha intanto invitato i paesi membri dell’eurozona a non dare per scontato il programma di acquisto dei titoli di stato. Su alcuni grandi banche europee sono arrivati poi i timori circa l’azione legale Usa sui subprime, spingendo l’intero comparto in netto calo fin dal mattino.
3) A Milano sono circolati nuovi rumor su un declassamento dell’Italia da parte di Moody’s, che fa sapere che per ora il rating italiano resta sotto revisione in vista di un possibile taglio. Ma uno uno studio di SocGen dà per ”probabili” tagli del rating dell’Italia da parte delle principali agenzie. Tra gli istituti di credito, Unicredit lascia il 7,30% e Intesa Sanpaolo il 6,96%, dopo che entrambe sono state brevemente fermate al ribasso. Bpm cede il 5,48%, Ubi il 4,62%, Mps il 3,94% e il Banco Popolare il 3,62%. Relativa tenuta su Mediobanca (-0,40%), che gia’ in agosto aveva mostrato a tratto maggior resistenza mentre il resto del credito crollava, con acquisti in quel caso da parte di Vincent Bollore’ e di Diego Della Valle. E’ pero’ tutto il paniere principale a segnare forti perdite. Il peggior titolo del listino e’ Exor (-7,01%), giunta anche a perdere piu’ del 9% e brevemente fermata dalle contrattazioni per l’eccessiva volatilita’. Fiat lascia il 6,46%. Fiat Industrial perde il 6,74%. Nel comparto industriale va particolarmente male anche Finmeccanica (-5,90%). Italcementi cede il 7,05%, Fonsai lascia il 7,24%, Impregilo il 5,84%, mentre Saipem arretra del 6,11%. Tra i titoli sospesi nel corso della seduta Intesa, Unicredit, Exor, Impregilo e la stessa Mediaset.

ENI -4,36% E GAZPROM. SOUTHSTREAM SI FARA’
PER EDISON LA DECISIONE SLITTA AL 30 OTTOBRE

Nell’energia Eni e’ del resto pesante con tutto il mercato e perde il 4,36%, Le prime valutazioni dei danni subiti dalle infrastrutture petrolifere in Libia confermano le prime caute previsioni dei tecnici del cane a sei zampe: la produzione non potrà tornare a regime prima della seconda parte del 2012. Intanto a Mosca Eni e Gazprom hanno convenuto che la realizzazione del progetto di gasdotto South Stream prosegua nei tempi stabiliti. Lo riferisce una nota al termine di un incontro tra l’Ad del gruppo russo, Alexey Miller, e quello di Eni, Paolo Scaroni. “Inoltre, i partecipanti hanno discusso delle questioni relative all’entrata delle compagnie Edf e Wintershall Holding nell’azionariato della joint venture per la realizzazione del tratto offshore del progetto South Stream”, aggiunge la nota. I manager hanno anche parlato delle modalità di sottoscrizione dell’accordo di acquisto del gas di SeverEnergy. Enel lascia il 4,37%. Relativamente meglio va Snam Rete Gas (-2,23%). Fumata nera per il riassetto di Edison -2,9% . L’unica novità è l’ennesimo rinvio della scadenza dei patti parasociali fra gli azionisti, spostato da metà settembre al 30 di ottobre. E’ questo l’esito dell’atteso vertice fra il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani, e il numero uno di Edf , Henri Proglio. “Un primo cordiale colloquio con l’intento comune di raggiungere un risultato positivo per le parti coinvolte”, lo ha definito il ministro che non ha voluto commentare l’ipotesi di una cordata italiana in chiave anti Edf.”Non sono entrato nel merito delle tecnicalità di quelli che sono i rapporti fra le aziende” – ma di avere “assicurato la presenza del governo italiano per la conclusione degli accordi fra i partner italiani ed Edf. Due le ipotesi sul tappeto: la prima, quella bloccata a marzo, prevede lo scioglimento di Transalpina di Energia, i francesi di Edf che prendono la maggioranza del capitale di Edison, i soci italiani in minoranza e lo spacchettamento di Edipower fra gli attuali azionisti. L’altra opzione, che piace soprattutto ad A2A, caldeggiata anche dal governo italiano, prevede che Edipower resti tutta italiana e quindi con gli attuali soci che liquidino la quota di Edison detenuta da Edf, cedendo l’intera partecipazione del secondo produttore di energia elettrica italiana ai francesi. Questa ipotesi richiede un partner finanziario ma Corrado Passera ha smentito l’esistenza di un progetto che riguardi Intesa Sanpaolo Acea sembra invece interessata al ruolo di nuovo partner industriale.

NELLA BORSA NEL PALLONE SI SALVANO JUVE E LAZIO
SPROFONDA POLTRONA FRAU, SI RISVEGLIA IL SOLE

Una curiosità. Tra i pochi titoli che chiudono in terreno positivo, figurano la Lazio +4,3% e la Juventus +1,8%. In terreno positivo anche le azioni de Il Sole 24 Ore +2,.22%, a conferma che la crisi risveglia l’interesse per l’informazione economica. Dopo un avvio ruspante (+3,8%) , invece, Poltrona Frau è sprofondata a -6,4%.

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