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Borse: Asia ancora in calo, l’Europa cerca il rimbalzo

Dopo il tonfo di giovedì, i futres su Wall Street segnano rosso mentre l’Europa cerca le occasioni. Rimane la prudenza di fondo e il timore di un riaccendersi della pandemia. Una via potrà arrivare dalle trimestrali Usa. Intanto parte la corsa ai bond

Borse: Asia ancora in calo, l’Europa cerca il rimbalzo

“Abbiamo toccato il picco della crescita, ma anche quello dell’inflazione e degli stimoli dei governi alle economie”. Perciò, dice Jim Caron, uno che guida le scelte di portafoglio di Morgan Stanley, è arrivato il momento di rivedere le strategie sui mercati a fronte di una crescita che rallenta, così come non fa la pandemia che impone a Tokyo l’umiliazione di un’Olimpiade senza pubblico. Di qui la corsa ai bond (il decennale Usa sotto 1,3%) ed all’oro (sopra 1.800) e la pressione delle vendite sulle Borse. L’inflazione? Sembra non spaventare più, visto che, tra aumento dei salari e delle materie prime, sono tanti gli ostacoli che frenano l’euforia delle imprese, grandi e piccole. Il risultato? Il tonfo generale dei mercati, cominciato ieri in Asia dove prosegue oggi. Ha ceduto la diga di Wall Street ma a pagare il prezzo più alto è stata l’Europa, Italia in testa, ovvero il Paese più corteggiato nelle fasi Toro, il più debole nelle correzioni. Ma non è il caso di fasciarsi la testa: dati gli sviluppi della situazione, le banche centrali non cambieranno le loro politiche. E il prossimo avvio della campagna delle trimestrali Usa ridarà un po’ di verve al Toro affaticato.

  • Le Borse dell’Asia Pacifico sono per la maggior parte in ribasso, penalizzate tra l’altro dal diffondersi delle varianti del virus un po’ ovunque nel pianeta.   
  • L’indice MSCI Asia Pacific, è in calo dell’1,5%. Nikkei di Tokyo -1,7%. Kospi di Seul -1,5%.
    Sale invece dello 0,5% l’Hang Seng di Hong Kong, uno dei peggiori indici di borsa di questa settimana, con un calo di quasi il 5%. 
    Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde l’1% dopo la pubblicazione dei dati sui prezzi al consumo (+1,1%) ed alla produzione (+8.8%). 
  • Reuters riporta che la Casa Bianca sta per allungare con altri dieci nomi, la lista dei soggetti cinesi sottoposti a limitazioni a causa del loro coinvolgimento nella campagna repressiva del governo nello Xinjiang. 
  • Continua intanto la frana del tech cinese quotato a Wall Street: Didi -5.9%, Alibaba e Baidu – 4% circa.
  • Stamattina i future della Borsa Usa sono in lieve calo. Ieri i listini principali hano chiuso in rosso: Dow -0,75%, S&P 500 -0,86%, Nasdaq -0,72%,
  • Nel corso della notte, Pfizer ha annunciato che chiederà alle autorità sanitarie degli Stati Uniti un’autorizzazione d’emergenza alla terza dose del suo vaccino prodotto con BionTech: gli studi clinici condotti nelle ultime settimane hanno mostrato che un richiamo supplementare è in grado di rafforzare di parecchio le difese contro il coronavirus.    
  • L’euro dollaro resta sui minimi degli ultimi quattro mesi, nonostante il rimbalzo di ieri a 1,183. 
  • Il petrolio WTI è poco mosso a 73 dollari il barile: ieri la discesa delle scorte di greggio degli Stati Uniti ha contribuito a riportare su le quotazioni, ma a meno di un forte recupero nella giornata odierna, questa sarà la settimana peggiore da aprile.
  • L’indice Bloomberg Commodity è poco mosso da un paio di giorni, stamattina vale 92,7, in assestamento dopo i cali di inizio settimana.

LA BCE RIVEDE LE STRATEGIE. TARGET DI INFLAZIONE AL 2%

La paura di un rallentamento della congiuntura piuttosto che il rischio di una nuova ondata di pandemia: Le cause possono essere diverse ma il risultato è sempre lo stesso: “quando si comincia a parlare di rallentamento, o anche di crescita sotto le attese – scrive Giuseppe Sersale di Anthilia –  gli USA sono sempre preferiti, per la maggiore flessibilità e la migliore coordinazione e proattività delle autorità fiscali e monetarie”. La giornata di ieri, decisamente negativa, ha confermato la regola. Eppure, dopo un lungo dibattito, ieri è stata pubblicata la revisione della strategia Bce: il target di inflazione è passato da sotto il 2% (ma vicino) a 2% con la possibilità di sforare (temporaneamente) al rialzo. Una modifica che lascia lo spazio aperto per il mantenimento di una politica monetaria ultra-accomodante ancora a lungo. 

GLI ANALISTI: I FALCHI HANNO FRENATO LAGARDE

Tiepidi gli analisti: nota Alessandro Fugnoli, “i nuovi elementi per la formulazione della politica monetaria e per il calcolo dell’inflazione sono vaghi e di difficile misurazione. È chiaro che la Bce ha bisogno di spezzare le catene del suo statuto e cerca modi di aggirarne i vincoli, ma è anche chiaro che lo fa con il freno a mano tedesco tirato, come è evidente nella nuova formulazione dell’obiettivo d’inflazione, più generoso del precedente ma più limitato rispetto a quello americano”. Louis Harreau, strategist Credit Agricole che segue la Bce, ritiene la decisione odierna leggermente più “falco” del previsto. Si sarebbe aspettato, spiega, un impegno più chiaro, “per esempio un’esplicita compensazione rispetto al prolungato andamento al di sotto del target da ormai quasi dieci anni”. Ma si può anche vedere il bicchiere mezzo pieno. Con la revisione l’inflazione cessa di essere comunque una minaccia mortale ma si può tollerare. Anzi, in alcune condizioni è un elemento da sostenere.  

MILANO MAGLIA NERA, TUTTE IN ROSSO LE BLUE CHIPS

  •  Piazza Affari ha pagato il prezzo più alto alla fuga dall’azionario;  -2,54%, sotto i 25mila punti (24.641) e senza nemmeno una blue chip positiva.
  • Pesanti anche gli altri mercati; soffrono i titoli ciclici, a partire dall’auto (-1,92% l’indice di settore) e dai bancari (-2,16%). 
  • Francoforte cede l’1,77%; Parigi -2,01%; Amsterdam -1,97%; Madrid -2,32%; Londra -1,64%. 
  • In forte calo a Parigi il titolo Carrefour -5% dopo la bocciatura di Bernstein.
  • Kering ha annunciato un accordo con Lindberg per l’acquisizione del 100% del gruppo danese dell’ottica di lusso. 
  • In controtendenza la britannica Deliveroo +3,21% dopo aver postato un aumento degli ordini dell’88% nel secondo trimestre.

CORSA AI BUND, SPREAD A 109, BTP PER 9 MILIARDI ALL’ASTA

Prevale decisamente il segno meno intorno a fine seduta sul secondario italiano, appesantito in particolare sulla controparte tedesca dall’intonazione Bce meno espansiva del previsto.

Prende velocità la corsa ai Bund. Il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni viene scambiato al di sotto di quota -0,30% a -0,334% per la prima volta da circa tre mesi. 

Lo spread Btp/Bund sale a 108. 

All’asta del 13 luglio il Tesoro offrirà Btp a 3,7 e 15 anni per 9 miliardi. 

STELLANTIS ELETTRICA -3,35%. A TERMOLI LA GIGAFACTORY ITALIANA

La giornata no dei mercati ha fulminato anche Stellantis -3,35% nel giorno dedicato alla presentazione dei piani elettrici del gruppo, peraltro giustamente ambiziosi. Carlos Tavares ha annunciato che sarà Termoli la sede della gigafactory italiana. . L’impianto sarà una delle cinque fabbriche di batterie del gruppo, che conta di raggiungere una capacità di 260 GwH per supportare i suoi obiettivi di elettrificazione. Il manager portoghese ha anche anticipato investimenti per 30 miliardi di euro in cinque anni. Entro il 2030 Stellantis conta di vendere il 70% di auto elettriche in Europa e il 40% negli Stati Uniti. 

Pesanti le perdite di Exor -4,13%. Si salva parzialmente Ferrari -0,71%, nonostante Goldman Sachs e Banca Akros abbiano entrambe confermato sul titolo rating sell o reduce.

TELECOM -3,95% NEL MIRINO DELL’ANTITRUST

Continua la ritirata di Telecom Italia – 3,95%. L’Antitrust ha avviato un’istruttoria su alcune clausole dell’accordo fra Telecom Italia e Dazn per la distribuzione dei diritti tv per la Serie A nel triennio 2021-2024 ritenendo che potrebbero minare la concorrenza nel mercato della pay-tv.

BANCHE IN CADUTA LIBERA. GOLDMAN RETROCEDE BANCA GENERALI

Banche in immersione con Banco Bpm, 3,59% a guidare la fila dei ribassi. Unicredit -3,17%, Bper -3,25%, Intesa  -2,93%, Mediobanca -3,16%.

Da segnalare Banca Monte Paschi -1,07%:”per noi le cose stanno andando avanti come era previsto che andassero”, ha affermato la vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, rispondendo a una domanda sui tempi dell’uscita dello Stato.

Banca Generali ha perso il 3,56% dopo che Goldman Sachs ha abbassato la raccomandazione sul titolo da buy a neutral. Limitano i danni le altre società del risparmio gestito, dopo aver archiviato un mese di giugno con numeri robusti di raccolta e masse in gestione. Fineco perde lo 0,74%, Azimut lo 0,87%, Banca Mediolanum   l’1,71%.

GIU’ ANCHE LE UTILITY. FINE FOODS PROMOSSA ALLO STAR  

Nonostante il calo del costo del denaro, arretrano le utility a partire da A2a -3,88%. Più contenute le perdite dei petroliferi: Saipem -0,94%, Tenaris -1,36% ed Eni -2%.

Sull’Aim denaro su Fine Foods +1,13%: la Consob ha approvato la pubblicazione del prospetto per l’ammissione alle negoziazioni delle azioni ordinarie sul segmento Star dell’Mta.

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