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Bocconi: i fondi sovrani a caccia di unicorni

Sovereign Wealth Fund Report 2016, presentato dal Sovereign Investment Lab (SIL), parte del Centro Baffi Carefin dell’università Bocconi – Nel 2016 si è registrato un brusco spostamento dagli investimenti in asset sicuri a quelli in alta tecnologia. Secondo il rapporto SIL, presentato nella mattinata di venerdì, sono stati investiti 39,9 miliardi di dollari, la cifra più bassa degli ultimi dieci anni

Bocconi: i fondi sovrani a caccia di unicorni

Il 2016 non è stato un anno come gli altri per i fondi sovrani, secondo il Sovereign Wealth Fund Report 2016, presentato venerdì mattina con un evento a porte chiuse dal Sovereign Investment Lab (SIL, parte del Centro Baffi Carefin della Bocconi). I fondi sovrani hanno reagito al calo dei prezzi del petrolio e delle materie prime e alla crescente incertezza politica riducendo gli investimenti al livello di dieci anni fa e passando bruscamente da asset sicuri a investimenti rischiosi, soprattutto nelle tecnologie, seguendo così le orme dei venture capitalist e inducendo gli studiosi del SIL a titolare la loro relazione Hunting Unicorns (A caccia di unicorni).

Nel 2016 i 21 fondi monitorati dal SIL hanno concluso 158 operazioni (-14%) per un valore totale dichiarato di 39,9 miliardi di dollari (-16%), raggiungendo il livello più basso dal 2006. L’industria sembra, però, essersi già ripresa. “Con l’attenuazione dell’incertezza politica e l’accelerazione della crescita globale”, dice il direttore del SIL, Bernardo Bortolotti, “il 2017 promette di essere un anno interessante”.

Operazioni e investimenti dal 2000 ad oggi

Gli aspetti interessanti non sono però mancati neppure nel 2016, con i fondi che hanno sostituito gli investimenti in asset sicuri (immobiliare, alberghi e strutture turistiche, infrastrutture e utility) con investimenti in tecnologie informatiche. Con 31 operazioni e un valore di 13,4 miliardi di dollari, gli investimenti in high-tech hanno rappresentato il 19% del numero di offerte e il 33% del valore investito. Nel 2016 i fondi sovrani hanno investito nel settore più di quanto avessero fatto nei 10 anni precedenti messi insieme. “Le scommesse fatte dai fondi sovrani in questo settore sono sorprendenti”, afferma Bortolotti, “e gli ultimi annunci suggeriscono che la partita sia appena iniziata. Se avranno successo o meno dipenderà in gran parte dalle loro capacità di esecuzione nell’individuare le migliori opportunità e nell’aggiudicarsi i migliori talenti. Nella loro ricerca di unicorni, i fondi sovrani entreranno in concorrenza con investitori sofisticati e agili, come i venture capitalist, che hanno dominato questo spazio finora”.

Gli investimenti in tecnologie 

Il 2016 ha confermato la tendenza alla riduzione degli investimenti nel settore finanziario, avviata dalla crisi finanziaria. Con 2,1 miliardi di dollari, che rappresentano il 5% del valore totale, gli investimenti nel settore hanno toccato il fondo.

Dopo un paio di anni di calo degli investimenti, nel 2016 gli USA sono stati protagonisti di una grande ripresa e ancora una volta sono emersi come un rifugio sicuro nel caos globale. Con 14,9 miliardi di dollari di investimenti dei fondi sovrani, sono stati di gran lunga il mercato più attraente del 2016. L’Europa ha registrato uno degli anni peggiori dell’ultimo decennio, attirando solo 7,2 miliardi di dollari.

Composizione per area geografica target


Alla presentazione di oggi hanno assistito anche i 17 partecipanti alla Sovereign Investment Academy di SDA Bocconi, provenienti da fondi sovrani di tre continenti, compresi rappresentanti di Iran, Arabia Saudita e Palestina. Progettata in collaborazione con l’International Forum of Sovereign Wealth Funds, l’Academy “fornisce formazione mirata, specializzata e innovativa, attualmente non disponibile nei programmi manageriali tradizionali”, afferma Bortolotti, che è anche Direttore dell’Academy.

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