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Bei: 600 milioni per ricostruzioni industriali sisma Emilia Romagna

Seicento milioni della BEI alla Cassa depositi e prestiti: serviranno per finanziare prestiti bancari a lungo termine e a tasso agevolato destinati alla ricostruzione o ristrutturazione di immobili sia industriali sia residenziali distrutti o danneggiati dal terremoto di un anno fa in Emilia-Romagna e nelle province limitrofe.

Bei: 600 milioni per ricostruzioni industriali sisma Emilia Romagna

La Banca europea per gli investimenti ha stanziato 600 milioni per finanziare prestiti bancari agevolati a lungo termine che saranno impiegati per la ricostruzione soprattutto industriale nelle aree colpite dal terremoto dell’anno scorso in Emilia-Romagna e nelle province di Mantova e Rovigo. Questo è l’oggetto di un accordo fra la stessa BEI e la Cassa depositi e prestiti sottoscritto a Roma per il primo istituto dal presidente Werner Hoyer e dal vicepresidente Dario Scannapieco, e per il secondo dal presidente Franco Bassanini e dall’amministratore delegato Giovanni Gorno Tampini.

I seicento milioni di euro che la BEI trasferirà alla Cassa depositi e prestiti saranno da questa dirottati alle banche in ragione delle richieste che queste avranno ricevuto principalmente dalle imprese e anche dai privati dell’Emilia-Romagna e delle due province limitrofe interessate per ricostruire gli edifici distrutti e risanare quelli danneggiati dal sisma dell’anno scorso. Le banche che hanno manifestato disponibilità a partecipare all’operazione sono 25: Emilbanca credito cooperativo, Banca Centro Emilia credito cooperativo, Banca Reggiana credito cooperativo, Banca di credito cooperativo di Castenaso-Bologna, Credem, Banca popolare dell’Emilia-Romagna, Unicredit, Banca Carige Italia, Banco popolare, Banca di credito popolare del Polesine-Rovigo, Cassa di risparmio di Cento, Carife-Cassa di risparmio di Ferrara, Sanfelice 1893-Banca popolare, Banca di Cavola e Sassuolo credito cooperativo, Intesa SanPaolo, Carisbo-Cassa di risparmio di Bologna, Cassa di risparmio del Veneto, Cariparma, Banca popolare commercio e industria, Banco di Brescia, Banca popolare di Ancona, Banca Sella, Banca di Imola, Banca Montepaschi di Siena, Banca interprovinciale.

L’intervento della Cassa depositi e prestiti come intermediario fra la BEI e le banche che operano nelle aree colpite dal terremoto trova una spiegazione nella convenzione che la stessa Cassa ha stipulato con l’Associazione bancaria italiana alla fine dell’anno scorso. Convenzione in base alla quale la Cassa ha messo a disposizione delle banche un plafond finanziario di 6 miliardi di euro per la concessione di finanziamenti agevolati destinati, si legge nel sito internet dell’ABI, “agli interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione di immobili di edilizia abitativa e ad uso produttivo danneggiati ovvero distrutti dal sisma del maggio del 2012”, nonché gli impianti e i macchinari.

La Cassa depositi e prestiti, che già aveva stanziato due miliardi per i danni del terremoto che ha distrutto L’Aquila, ora ha destinato altri 12 miliardi di prestiti per il sisma dell’anno scorso in Emilia-Romagna e nelle province di Mantova e Rovigo (6 per coprire i mancati incassi originati dalla sospensione degli adempimenti fiscali, contributivi e assicurativi, e altrettanti per la ricostruzione). Prestiti la cui restituzione potrà essere scaglionata fino a 25 anni e concessi a un tasso particolarmente favorevole (pare attorno al 4%) per i beneficiari.

L’operazione relativa ai prestiti per la ricostruzione in Emilia-Romagna e nelle due province limitrofe colpite dal terremoto dell’anno scorso rientra nell’ambito dell’accordo-quadro sottoscritto quattro anni fa dalla BEI e dalla Cassa per consolidare e sviluppare le attività della stessa Banca europea per gli investimenti nel nostro Paese, primo beneficiario dei prestiti agevolati concessi dall’istituto nato nel 1958 con i Trattati di Roma che istituirono le Comunità europee. Prestiti che sono stati indirizzati verso amministrazioni e società pubbliche, enti locali, grandi gruppi industriali, piccole e medie imprese, e che hanno contribuito alla realizzazione di infrastrutture strategiche.

Per quest’anno e per i prossimi due l’importo degli interventi finanziari della BEI sono stati sensibilmente incrementati. Lo ha sottolineato due mesi fa, presentando i risultati del 2012, il suo presidente Hayer. Il quale ha detto che si tratta di “una risposta di dimensioni e modalità eccezionali a una situazione eccezionale qual è la crisi economica e finanziaria che l’Unione europea sta continuando a subire”.

In cifre, per l’Italia questo “cambio di marcia” della BEI significherà risorse aggiuntive per 9 miliardi nel corso del triennio appena iniziato. “Risorse che consentiranno l’attivazione nel nostro Paese, da quest’anno al 2015, di investimenti per circa 90 miliardi”, ha sottolineato sempre due mesi fa il vicepresidente Scannapieco nell’illustrare i programmi e gli obiettivi per il prossimo futuro.

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