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Bce: Italia unico Paese in cui il costo del debito supera il Pil

Nell’ultimo bollettino mensile, l’Eurotower rileva che il differenziale tra tasso d’interesse medio pagato sul debito e tasso di crescita è negativo in tutti i paesi che adottano l’euro, ad eccezione del nostro – “Necessario proseguire nella ricostituzione di margini di manovra nei conti pubblici”

Bce: Italia unico Paese in cui il costo del debito supera il Pil

L’Italia è l’unico paese dell’Eurozona in cui il costo del debito pubblico è superiore al tasso di crescita nominale dell’economia. Lo sottolinea la Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile.

L’Eurotower rileva che il differenziale tra tasso d’interesse medio pagato sul debito e tasso di crescita è negativo in tutti i paesi che adottano l’euro, ad eccezione del nostro. Un quadro che resterà invariato anche quest’anno e il prossimo.

Significa che l’Italia ha bisogno di una manovra correttiva? Secondo la Bce, “i paesi con un debito pubblico elevato devono proseguire nella ricostituzione di margini di manovra nei conti pubblici”.

Per quanto riguarda l’andamento generale dell’economia, nell’Eurozona e non solo, l’istituto centrale rimarca che “nonostante la tregua temporanea tra Stati Uniti e Cina, il rischio di eventi estremi causati dall’intensificarsi delle tensioni commerciali a livello mondiale rimane elevato”.

In particolare, un rallentamento ancora più marcato dell’economia cinese “potrebbe essere più difficile da gestire ricorrendo a misure di stimolo: ciò risulterebbe tra l’altro complicato alla luce del processo di correzione degli squilibri attualmente in atto nel paese”.

Nel frattempo, in Europa, una no deal Brexit potrebbe dare luogo a effetti di propagazione molto dannosi. “Nel Regno Unito l’accresciuta incertezza politica continua a gravare sulla crescita – si legge ancora nel bollettino – Anche le prospettive a breve termine sono soggette a considerevole incertezza per l’esito delle prossime votazioni parlamentari sull’accordo di uscita dalla Ue. Nel medio periodo, la crescita dovrebbe rimanere al di sotto della traiettoria seguita nel periodo precedente il referendum”.

Per tutte queste ragioni, “l’indebolimento dei dati economici indica un considerevole rallentamento del ritmo dell’espansione economica che si protrarrà nell’anno in corso – ribadisce la Bce – La dinamica più debole della crescita rallenta l’aggiustamento dell’inflazione verso il livello perseguito dal Consiglio direttivo”.

In questo contesto, il Consiglio direttivo ha deciso che i tassi d’interesse si manterranno “sui livelli attuali almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.

Inoltre, come già annunciato dal presidente Mario Draghi, il Consiglio direttivo ha deciso di continuare a rinnovare i titoli acquistati con il Qe che giungono progressivamente a scadenza e di lanciare una nuova serie di prestiti agevolati alle banche (Tltro).

In ogni caso, il Consiglio direttivo rimane “pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito”.

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