Condividi

Bce, Draghi conferma tassi e Qe: “L’inflazione peggiora”

Secondo l’istituto centrale, nell’Eurozona si registra una ripresa “più forte”, che potrebbe portare a una crescita più rapida del previsto – I prezzi, tuttavia, sonno ancora volatili – Le misure ultra-espansive di politica monetaria rimangono confermate e potrebbero aumentare se necessario.

Più crescita, meno inflazione. E la politica monetaria espansiva non si discute, almeno per il momento. È quanto emerge dall’ultima riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea.

Nel dettaglio, i tecnici della Bce hanno alzato le previsioni sulla crescita economica dell’area euro, portandole all’1,9% per quest’anno, all’1,8% per il 2018 e all1,7% per il 2019. Tutti e tre i valori sono di un decimale di punto più altri delle stime di tre mesi fa.

Al contrario, le stime sull’inflazione nell’Eurozona sono stare riviste al ribasso euro: all’1,5% nel 2017, all’1,3% nel 2018 e all’1,6% nel 2019. Lo scorso marzo le previsioni erano rispettivamente +1,7% per quest’anno, +1,6% per il prossimo e +1,7% per il 2019. L’obiettivo ufficiale della Bce è arrivare a un tasso di inflazione inferiore ma vicino al 2%.

Il consiglio direttivo dell’Eurotower rileva uno slancio della ripresa dell’area euro “più forte” che potrebbe portare a una crescita più rapida di quanto precedentemente previsto mentre “l’insieme dei rischi” che gravano sull’economia “appare ora complessivamente bilanciato”. Questo il commento del presidente della Bce, Mario Draghi.

Per quanto riguarda le misure di politica monetaria, l’istituto centrale ha confermato i tassi d’interesse sempre ai minimi storici nell’area euro. In particolare, rimane a zero il tasso sui principali rifianziamenti, allo 0,25% quello sulle operazioni marginali e al -0,40% quello sui depositi parcheggiati dalle banche presso la Bce.

Per quanto riguarda invece il Qe, proseguirà fino alla fine dell’anno con il ritmo attuale di acquisti di titoli, pari a 60 miliardi di euro al mese. “Due componenti del consiglio mi pare hanno fatto osservazioni sulle implicazioni degli acquisti di titoli – ha continuato Draghi – ma non c’è stata una discussione sulla normalizzazione della linea“.

Al contranio, “se le prospettive diverranno meno favorevoli – si legge nel comunicato del board – o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a incrementare il programma in termini di entità e/o durata“.

Commenta