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Bce, Draghi: “Acquisti di Abs e covered bond fino a 1.000 miliardi

“Il potenziale di queste due misure, l’acquisto di covered bond e di Abs, si aggira su un trilione”, ha detto Draghi, ma “ciò non significa che arriveremo a questa somma” – I programmi avranno una durata di almeno due anni e si aggiungono alle aste Tltro: è stato compiuto “il lavoro di base per ottenere impatto notevole” sulle prospettive a medio termine.

Bce, Draghi: “Acquisti di Abs e covered bond fino a 1.000 miliardi

Il bazooka della Bce arriverà a mille miliardi di dollari. A tanto ammonta le misure che l’Eurotower ha deciso di dispiegare attraverso il lancio dell’acquisto di Abs e covered bond. Nell’attesissima conferenza stampa di oggi a Napoli, dove si è riunito eccezionalmente il consiglio direttivo della Bce (che ha lasciato i tassi invariati allo 0,05%), il presidente Mario Draghi ha alzato il velo sui dettagli del piano di acquisti di Asset back securities (titoli garantiti da asset, sostanzialmente le cartolarizzazioni su mutui e finanziamenti alle imprese) e di covered bond annunciato nella scorsa riunione. 

“Il potenziale di queste due misure, l’acquisto di covered bond e di Abs, si aggira su un trilione”, ha detto Draghi, precisando comunque che “questo non significa che arriveremo a questa somma”. Draghi ha spiegato che le misure prese tengono conto del fatto che le prospettive d’inflazione a medio e lungo termine sono peggiorate e che i rischi sono aumentati. 

AL VIA L’ACQUISTO DI ABS E COVERED BOND NEL QUARTO TRIMESTRE

La Bce darà il via agli acquisti di covered bond da metà ottobre e degli Abs nel quarto trimestre. Gli acquisti di Abs non riguarderanno prodotti strutturati ma solo titoli semplici e trasparenti e comprenderanno anche quei paesi con rating ‘spazzatura’ sotto BBB- come Grecia e Cipro, che al momento non sono eligibili come asset per i collaterali accettati dalla Bce, sebbene con alcuni caveat che ne mitighino i rischi. 

I programmi avranno una durata di almeno due anni e si aggiungono al programma Tltro, ossia la serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine che saranno condotte fino a giugno 2016. Tali acquisti avranno un impatto notevole sul bilancio Bce. Certo, queste misure si dispiegheranno su un certo orizzonte temporale ma Draghi ha ricordato che da giugno sono state fatte molte cose a ha invitato ad attenderne i risultati.

E’ stato compiuto “il lavoro di base per avere impatto notevole”, ha aggiunto, e “ci aspettiamo che tutto questo si ripercuota su prospettive a medio termine inflazione, vedremo quale sarà l’impatto di tali misure”. Draghi ha voluto ribadire che le politiche della Bce vengono assunte unicamente con l’intento di garantire la stabilità dei prezzi e di riportare l’inflazione verso il 2%. L’inflazione, che non viene misurata con un unico dato ma con un ampia gamma, è l’unico metro con cui la Bce misurerà eventuali future mosse.

“Orienteremo la nostra azione – ha detto – sulle prospettive a medio termine dell’inflazione in questi mesi a venire non anni a venire”. Non è mancata la rassicurazione di rito ormai di queste ultime riunioni: nel dire che l’euro è irreversibile, Draghi ha ribadito più volte nella conferenza che “il consiglio direttivo è unanime a intraprendere altre misure non convenzionali se necessario”. D’altra parte, la previsione della crescita rimane modesta. Anzi, la Bce ritiene vi sia un indebolimento della ripresa nell’area euro. 

E questo perché le ultime misure hanno già avuto effetti, hanno ridotto i tassi vicino allo zero e hanno avuto effetto sul mercato dei cambi, ma se “l’incertezza è sparita nei mercati finanziari – ha detto Draghi – non lo è nei mercati reali”. 

La Bce ha portato i tassi a zero ma ora è necessario che le banche trasferiscano queste condizioni alle imprese e famiglie. Per rilanciare i prestiti bancari “è necessario il ritorno a un ambiente di fiducia”: “la politica monetaria può migliorare le condizioni” ma ci devono essere altre condizioni per stimolare gli investimenti e far sì che famiglie e imprese “chiedano soldi” alle banche. Le banche devono prestare i fondi ricevuto dalla Bce a famiglie e imprese, ma perché riprendano gli investimenti occorre “fiducia nel futuro”: bisogna accelerare le riforme – ha spiegato Draghi – ridurre il carico fiscale, avere certezza sul percorso dei conti pubblici, non solo in Italia ma nel complesso dell’Europa”. 

NESSUNA TRATTATIVA CON GLI STATI, MISURE EFFICACI SE OGNUNO FA IL SUO

Detto in altri termini, la Bce sta facendo la sua parte ma serve un contributo decisivo da parte dei governi e le riforme strutturali del lavoro e dei mercati dei prodotti devono “chiaramente accelerare”. Draghi ha precisato che non c’è trattativa con Stati, ”ma sappiamo che le nostre misure saranno efficaci solo se unite altre policy per esempio sulla domanda, perché la componente congiunturale è importante, ma in grande misura i nostri problemi sono strutturali quindi abbiamo bisogno di policy anche strutturali”. E quindi: “Non è uno scambio, noi vogliamo adempiere al nostro mandato ma ogni protagonista ha un ruolo da svolgere”.

In particolare Draghi ha sottolineato che la ripresa è stata frenata dalla disoccupazione e dalla sovraccapacità e ha raccomandato che gli Stati non vanifichino i progressi già conseguiti ma procedano in linea con le regole del patto di stabilità e crescita. Il “patto di stabilita e crescita Ue – ha spiegato – dovrebbe rimanere l’ancora della fiducia” e la “flessibilità consentita nell’ambito delle regole dovrebbe permettere ai governi di fare fronte agli oneri di bilancio per le riforme strutturali, sostenere la domanda e realizzare una composizione delle politiche di bilancio più favorevole alla crescita”.

Sulle dichiarazioni anti austerity della Francia, Draghi ha ricordato come i leader francesi, al pari degli altri europei, abbiano siglato nel vertice di luglio le raccomandazioni che prevedono per la Francia l’impegno a rafforzare il budget 2014 e che attende la presentazione della bozza della legge finanziaria a ottobre per dare un giudizio. “Siamo tutti interessati – ha detto – affinché la Francia torni alla crescita e abbassi la disoccupazione”.

Mentre parlava Draghi andavano in scena a Napoli le proteste del movimento di contestazione Block Bce. “Capisco i motivi della protesta” data “la debole situazione dell’economia italiana”, ha replicato Draghi, ma se guardiamo al passato “la colpa della crisi non è della Bce: tre anni fa prima dell’intervento Bce il sistema finanziario era al collasso”.

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