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Basket, stanotte la sfida tra Miami Heat e Indiana Pacers

Stanotte si ritorna in campo a Miami, con gli Heat che restano ancora i grandi favoriti – Ma si tratterà di una sfida combattuta e senza esclusione di colpi – I Pacers ci credono veramente nell’impresa e hanno dimostrato di lottare alla pari contro la corazzata della Florida

Basket, stanotte la sfida tra Miami Heat e Indiana Pacers

“There will be blood” (ci sarà sangue per terra) è un modo di dire nello sport americano per annunciare una sfida combattuta e senza esclusione di colpi ed è con questa frase che in molti avevano presentato la finale della Eastern Conference tra i Miami Heat e gli Indiana Pacers. Previsione fin qui azzeccata: infatti, con la vittoria 99-92 di due giorni fa, la franchigia di Indianapolis ha riequilibrato la serie sul 2-2, in attesa della sfida di stanotte con il ritorno a South Beach.

Nei primi due incontri della serie giocati in Florida c’è stata grande battaglia, i ragazzi di coach Vogel hanno giocato senza paura, alla pari con i campioni in carica, arrivando ad un passo dal sorprenderli nella partita d’esordio, colpaccio poi riuscito nella successiva gara 2. Miami si era infatti aggiudicata al fotofinish gara 1 (103-102), risolta da una penetrazione di LeBron James sulla sirena finale dell’overtime, dopo che Paul George aveva prima con una tripla da distanza siderale portato la sfida ai supplementari e poi con tre tiri liberi consecutivi aveva portato i suoi davanti a due secondi dal termine.

Ma due giorni dopo, Indiana, invece di subire il contraccolpo di aver perso in quel modo il primo confronto, ha dimostrato personalità e carattere grandi così, violando l’AmericanAirlines Arena per 97-93 e provocando la seconda sconfitta interna per Miami, dopo quella in gara 1 del turno precedente con Chicago (e solo la sesta di tutta la stagione). In gara 3 , però, quando in molti pensavano che i Pacers potessero addirittura allungare sfruttando il fattore campo, è arrivata la netta risposta, d’orgoglio e di classe, di LeBron e compagni, in una partita dominata dall’inizio alla fine (all’intervallo il tabellino segnava già 70 punti per gli Heat), conclusasi con il punteggio finale di 114-96 per gli ospiti.

Arriviamo così alla gara dell’altra notte, nella quale Indiana, spinta dal calore dell’indiavolato pubblico della Bankers Life Fieldhouse, ha ritrovato ottime prestazioni da tutto il suo quintetto base (specialmente Hill con un grande inizio, seguito poi dagli show di Stephenson e Hibbert), dimostrando più cattiveria nell’arrivare alla vittoria e approfittando di una serata no dei Big Three avversari (Wade e Bosh quasi inesistenti, James solo a sprazzi).

Stanotte si ritorna in campo a Miami, con gli Heat che restano ancora i grandi favoriti, ma che dovranno giocare al massimo e senza distrazioni, perché ormai è chiaro che i Pacers ci credono veramente nell’impresa (o perlomeno nel portare la serie fino alla settima) e hanno dimostrato di lottare alla pari contro la corazzata della Florida. George e compagni hanno fatto vedere di saper far male agli uomini di Spoelstra, i quali, se non vogliono rischiare di non raggiungere la finalissima per difendere il titolo conquistato un anno fa, per chiudere il discorso dovranno poter contare sui migliori James, Wade e Bosh.

Finalissima già conquistata da qualche giorno dagli immortali San Antonio Spurs, guidati da uno strepitoso Tony Paker e da Tim Duncan che a 37 anni sta vivendo una seconda giovinezza (ma che, probabilmente, in caso di successo finale potrebbe dire basta), oltre che dall’altro vecchietto Manu Ginobili, aiutati dalle forze fresche portate dai più giovani Leonard e Green. Per la franchigia texana, che in finale di conference si è sbarazzata dei Memphis Grizzlies con un sorprendente 4-0 (a dire il vero un risultato un po’ troppo severo per Randolph e soci), è il ritorno all’ultimo atto sei anni dopo le finali del 2007 (vinte proprio contro i Cleveland Cavaliers di Lebron James).

Per gli Spurs sarà la quinta volta che saranno protagonisti della serie finale e, oltre alla già citata ultima vittoria, anche nel 1999, 2003 e 2005 alla fine per loro è arrivata sempre la conquista dell’anello. In tutti i trionfi erano presenti coach Popovich in panchina e Tim Duncan sul parquet, il quale con Parker e Ginobili (assenti solo nel 1999, ma grandi protagonisti di tutte i successi successivi) forma l’unico trio (che non abbia giocato con i Celtics o i Lakers) ad aver vinto 98 partite nella storia dei playoff. E non vogliono ancora fermarsi, Heat o Pacers sono avvertiti…

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