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Bankitalia: “Ripresa a fine anno”

Ma i “rischi al ribasso” sono ancora alti e le previsioni sul Pil peggiorano – Il provvedimento di sblocco dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche potrebbe rivelarsi meno efficace di quanto ipotizzato” – Il mercato del lavoro continuerà a peggiorare, i consumi non ripartiranno.

Bankitalia: “Ripresa a fine anno”

Peggiorano le previsioni per l’economia italiana: il Pil calerà dell’1,9% nel 2013 e la ripresa arriverà l’anno prossimo, ma a ritmi moderati (+0,7%). Lo afferma la Banca d’Italia nel bollettino economico, in cui le proiezioni sull’andamento del Pil nel 2013 sono state riviste al ribasso rispetto a gennaio, quando era stata ipotizzata una contrazione dell’1% per quest’anno. 

“Sulla ripresa dell’attività economica tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 gravano rischi al ribasso – spiegano da Palazzo Koch –, legati principalmente alle prospettive dell’economia globale, alle condizioni di liquidità delle imprese e a quelle dell’offerta di credito”. La domanda estera “potrebbe risultare più debole di quanto ipotizzato se il ritmo di crescita delle principali economie emergenti dovesse diminuire e la debolezza ciclica in Europa dovesse protrarsi”. 

Lo scenario è anche “condizionato alla piena attuazione ed efficacia delle misure di politica economica – aggiunge Bankitalia –. Il provvedimento di sblocco dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche potrebbe rivelarsi meno efficace di quanto ipotizzato, se non venissero rispettati i tempi di pagamento previsti o se le imprese a fronte di elevati margini di capacità inutilizzata e di una domanda debole, accantonassero per scopi precauzionali una quota rilevante della liquidità ricevuta”.

Quanto al mercato del lavoro, secondo Bankitalia continuerà a peggiorare e l’anno prossimo il tasso di disoccupazione sfiorerà il 13% (a maggio era oltre il 12%): “Le prospettive restano negative soprattutto tra i giovani” e l’effetto degli incentivi economici per le assunzioni previsti dal decreto lavoro sarà “verosimilmente” limitato dall’ammontare “contenuto” delle risorse stanziate. Infine, i consumi non ripartiranno, con un calo del 2,3% quest’anno e un andamento stagnante il prossimo (-0,1%).

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