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Banche venete, l’incubo bail-in pesa su Piazza Affari

Tutti in recupero i listini europei ad eccezione di Milano, che sconta il rischio di default di Pop Vicenza e Veneto Banca – Tutti negativi i principali titoli del credito: Bper è la sola in controtendenza – Azimut e Anima in rialzo sui dati relativi alla raccolta di aprile – Tra le utility avanzano Enel e Snam – Recupera Fca – Giù il petrolio dopo il nuovo accordo Opec

Banche venete, l’incubo bail-in pesa su Piazza Affari

Contrastate le Borse europee dopo la conferma del prossimo rialzo dei tassi Usa in arrivo dai verbali della Fed. Milano a metà giornata è la piazza peggiore, con le banche che dopo un avvio misto hanno virato in territorio negativo: il Ftse Mib cede lo 0,24%, a 21.319 punti. Recuperano le altre Borse europee, già in territorio negativo: Parigi +0,34%, Francoforte +0,14%, Madrid guadagna circa mezzo punto percentuale.

L’euro si avvantaggia su dollaro a 1,124 (+0,2%). Il rendimento del BTp si porta al 2,10%, dal 2,12% di ieri. Il Bund a dieci anni rende lo 0,36%, dallo 0,40% di ieri.

Il prezzo del petrolio è stabile oggi e potrebbe recuperare terreno ora che l’Opec che ha deciso di estendere i tagli alla produzione fino al marzo 2018, nel tentativo di ridurre l’eccesso di forniture a livello globale. Intanto però scattano i realizzi da parte degli operatori che avevano già messo in conto l’intesa e così il Brent scivola a 53,2 dollari. Il Wti cede 11 centesimi, a 50,5 dollari. Eni perde lo 0,8%%, Tenaris l’1,12% e Saipem l’1,02%.

A mettere sotto pressione Piazza Affari sono però le banche: la Commissione Ue ha ribadito il suo no a una revisione della richiesta di capitali privati aggiuntivi (un miliardo) necessari per consentire la ricapitalizzazione pubblica dei due istituti. Senza un accordo rischiano di pagare anche gli obbligazionisti.

“La speranza è l’ultima a morire” titola un report di Beremberg sulle banche italiane. Il broker, considerando il peso del debito italiano e la debole crescita economica, si chiede chi possa essere l’acquirente del debito italiano se la Bce inizia il tapering. “Nonostante la pianificazione o la ricapitalizzazione abbia raggiunto quasi 40 miliardi di euro negli ultimi 18 mesi – scrivono gli analisti – stimiamo che le banche italiane abbiano bisogno di 40-90 miliardi di nuovo capitale”.

L’indice di settore italiano cede lo 0,50%, lievemente positivo quello europeo. In ribasso chi aveva corso di più di recente: Banco Bpm arretra dell’1,9%, Credito Valtellinese -2,87%. Ubi Banca -1,6%. Giù anche i Big: Intesa Sanpaolo -0,8% (Jefferies ha portato il giudizio a Hold dal precedente Buy e il nuovo target price è 2,90 euro), Unicredit -0,3%. Bper Banca guadagna lo 0,5%.

Qualche spunto al rialzo sul risparmio gestito: ad aprile la raccolta netta dell’industria è stata di 9.029 miliardi. Azimut guadagna l’1,18%, Anima il 2,26%.

Tra le utility, Snam +1% ed Enel +0,8%. Mediaset -0,1%. Telecom Italia -0,2%. Fiat Chrysler avanza dello 0,4%. Atlantia +0,1%: la stampa spagnola riporta che il governo non apprezza il lancio dell’Opa su Abertis

Nel lusso, Moncler -0,4%. Ferragamo segna un nuovo ribasso dello 0,8%. Con una nota, il management ha confermato cautela sull’andamento del 2017 e ha ribadito gli obiettivi di medio periodo comunicati nell’Investor Day del 3 febbraio 2017. Pesa anche il doppio downgrade di Cina e Hong Kong da parte di Moody’s.

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