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Aumenti Iperdiluitivi: la Consob all’attacco per risolvere le anomalie sui prezzi delle azioni

Da Fonsai a Mps: dal 2009 sono stati 23 gli aumenti iperdiluitivi, un quarto del totale – Dopo diverse analisi la Consob avvia una nuova consultazione (si chiude il 30 settembre) e ripropone la soluzione già individuata nel 2010 ma poi accantonata perché troppo onerosa per gli intermediari depositari – Consob: “Unica soluzione valida”.

Aumenti Iperdiluitivi: la Consob all’attacco per risolvere le anomalie sui prezzi delle azioni

Da Fonsai a Mps, per ricordare solo gli esempi più recenti. Più e più volte i piccoli risparmiatori sono rimasti intrappolati in aumenti di capitale iperdiluitivi che hanno azzerato il valore delle loro partecipazioni. Un “fenomeno” che la Consob segue da tempo e su cui ha avviato ora una nuova consultazione di mercato per cercare una soluzione che si chiuderà il 30 settembre. Già  nell’aprile 2010 la Consob aveva condotto una prima consultazione pubblica, seguita da due consultazioni, di natura più tecnica e quindi riservate all’industria, svolte nell’aprile 2011 e nell’aprile 2014. Nella attuale consultazione l’Authority propone una soluzione che ritiene “l’unica” potenzialmente in grado di risolvere del tutto le anomalie di prezzo.

Cercando di semplificare, gli aumenti iperdiluitivi sono quelle capitalizzazioni che sono caratterizzate dall’emissione di un numero di azioni molto più alto di quelle esistenti a prezzi molto scontati. Il che genera, nelle parole della Consob, “anomalie nell’andamento dei prezzi di mercato dei titoli azionari” dopo lo stacco del diritto di opzione che, soprattutto nei primi giorni, sono risultati fortemente sopravvalutati.

Con questa tipologia di ricapitalizzazioni, spiega Consob, si registra un incremento delle quantità di azioni scambiate sul mercato in quanto i titoli, privati del diritto di opzione, valgono molto di meno di quanto valessero prima dell’aumento e dunque “a parità di ammontare monetario investito” il numero di azioni acquistate “si incrementa notevolmente”.

Diversi i fattori che la Consob individua alla base di tali anomalie: 1) l’ effetto ottico che inganna i piccoli risparmiatori;2) un minor valore unitario delle azioni; 3) la speculazione con investitori che potrebbero scommettere sul trend rialzista; 4) l’effetto derivati (chiusura di opzioni call e copertura di posizioni corte); 5)la necessità degli Etf di replicare l’andamento dell’indice.

Sempre a causa delle condizioni di estrema diluizione degli aumenti, si genera una scarsità di titoli nel corso dell’aumento che impedisce alle dinamiche di mercato di riequilibrare i corsi azioni.

La soluzione proposta dall’Authority di mercato è così l’introduzione di “una finestra di consegna addizionale delle nuove azioni in ciascuna giornata del periodo d’offerta”, senza attendere la chiusura dell’aumento come avviene ora, “così da ovviare alla scarsità di titoli e permettere il riallineamento del prezzo su valori corretti” (in gergo tecnico “rolling”). Una soluzione proposta nel 2010 ma poi accantonata per “costi e tempi di realizzazione non indifferenti” che gravavano sugli intermediari depositari ma che oggi come detto la Consob definisce “l’unica” tra quelle successivamente analizzate potenzialmente in grado di risolvere del tutto le anomalie di prezzo.

D’altra parte ormai per Piazza Affari gli aumenti iperdiluitivi non sono più un semplice problema. Ma quasi una “piaga”. Dal 2009 al luglio 2014 si sono avvicendati ben 23 aumenti iperdiluitivi, pari a un quarto del totale delle ricapitalizzazioni, con cui sono stati raccolti 11,4 miliardi di euro. “Le anomalie più rilevanti – ha detto la Consob – si sono verificate con riferimento ad un numero ristretto di casi, l’ultimo dei quali è l’aumento promosso da Banca Monte dei Paschi di Siena”.

Consob, ha calcolato che il record delle anomalie di prezzo è stato segnato da Tiscali nel 2009 (+579%) mentre aumenti importanti come quello di Fonsai del 2012 e di Mps nel 2014 hanno registrato picchi, rispettivamente, del 334% e del 67%. L’”anomalia” ha riguardato un controvalore di 656 milioni, un valore dato dai volumi scambiati moltiplicati per quella parte di prezzo ritenuta anomala. Una sorta di valore “fantasma” che ha fatto scottare qualcuno e guadagnare altri.

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