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Atlantia: l’utile sale (+25%). Ubi supera l’impatto delle Good bank

L’azienda della famiglia Benetton ha chiuso i primi sei mesi del 2017 con un utile netto consolidato pari a 518 milioni, in crescita del 25% – Salgono ricavi ed ebitda – Per Ubi i sei mesi si chiudono con un risultato al netto delle componenti non ricorrenti di 130 milioni – Pesano le tre Good bank in negativo per 25,4 milioni

Il pomeriggio di Piazza Affari è dominato dalle semestrali di Atlantia e Ubi Banca, in attesa dei conti di Banco Bpm che arriveranno a mercati chiusi. 

Dopo l’annuncio dell’acquisizione del 29% dell’aeroporto di Bologna, Atlantia torna al centro dell’interesse del mercato grazie alla sua semestrale.

L’azienda della famiglia Benetton ha chiuso i primi sei mesi del 2017 con un utile netto consolidato pari a 518 milioni, in crescita del 25% rispetto allo stesso periodo del 2016 (+6% su base omogenea) e ricavi pari a 1,54 miliardi, in salita dell’11,4% rispetto all’analogo periodo dello scorso. Il dato è lievemente superiore al consensus fornito da Bloomberg, pari a 1,53 miliardi. 

Nello stesso periodo L’ebitda è salito del 10% rispetto al I semestre del 2016, assestandosi a 1,728 miliardi, mentre il cash flow operativo è pari a 1,205 miliardi di euro (+10%). Gli investimenti operativi del gruppo del primo semestre 2017 sono complessivamente pari a 478 milioni di euro. Per quanto riguarda l’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2017 è pari a 11,421 miliardi di euro con una diminuzione di 256 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2016.

Per la fine dell’esercizio in corso il management prevede un miglioramento della redditività del gruppo e una crescita dei principali indicatori gestionali.

Parlando invece di Ubi banca, il primo semestre si è chiuso con un utile al netto delle componenti non ricorrenti di 130 milioni rispetto alla perdita contabile dello stesso periodo del 2016 di 787 milioni, legata ai costi del piano industriale.

Da tenere in considerazione che sul risultato, attribuibile per 155,4 milioni a Ubi stand alone, pesano le tre good bank (Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti) rilevate a maggio, il cui risultato è stato negativo per 25,4 milioni. L’utile netto contabile, incluso il badwill legato all’acquisizione delle tre banche, è di 696 milioni, di cui 110,9 milioni attribuibili a Ubi su base stand alone e -27,7 milioni alle good bank.

I proventi operativi si assestano a 1,626 miliardi, in aumento del 2,4% rispetto allo stesso periodo 2016. Nel solo secondo trimestre le rettifiche sui crediti sono state di 152 milioni rispetto ai 134 del primo trimestre. Recepite svalutazioni per 77 milioni “essenzialmente riconducibili” al fondo Atlante.

“L’acquisizione delle tre bridge bank non ha messo in discussione la solidità patrimoniale di UBI Banca” – ha affermato il consigliere delegato, Victor Massiah commentando i risultati – . “Dopo l’acquisizione delle tre banche abbiamo una banca solida dal punto di vista dei requisiti patrimoniali. Anche i flussi di nuovo credito deteriorato sono significativamente più bassi degli anni della crisi. Risultati incoraggianti, migliori della prima fase del nostro piano industriale e quindi incoraggianti per il futuro”.

A Piazza Affari il titolo Atlantia cede lo 0,27%, mentre le azioni Ubi Banca viaggiano in ribasso dello 0,34%.

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