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Art. 18 – La Direzione Pd approva la linea Renzi (130 sì e 20 no) ma il vero test sarà in Parlamento

Matteo Renzi stravince a larghissima maggioranza la battaglia sull’art 18 nella Direzione del Pd che approva con 130 sì, 20 no e 11 astenuti la sua linea – Ma la vera prova del fuoco sarà in Parlamento dove la minoranza, di origine bersaniana, è ancora forte – Per questo il segretario chiede di votare uniti ma sarà dura – D’Alema e Bersani contro Renzi

Art. 18 – La Direzione Pd approva la linea Renzi (130 sì e 20 no) ma il vero test sarà in Parlamento

Mantenere l’articolo 18 solo per i licenziamenti discriminatori (proibiti anche dalla Costituzione e dal Codice Civile) e disciplinari, ma “superarlo” per quelli economici. Ovvero escludere a monte la possibilità del reintegro dei lavoratori licenziati  dalle aziende che sarebbero tenute solamente a pagare un’indennità. Questa una delle novità annunciate ieri dal premier Matteo Renzi nel corso della direzione del Pd convocata per discutere del Job Act con la minoranza del partito.

La proposta del Presidente del Consiglio prevede anche altri punti fondamentali: riduzione dei contratti precari per favorire quelli a tutele crescenti, 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali, un miliardo di “spazio di patto” per gli investimenti dei Comuni, due miliardi di taglio del costo del lavoro, Tfr inserito dal primo gennaio 2015 nelle buste paga a condizione che ci sia un protocollo tra Abi, Confindustria e governo nella legge di Stabilità.  

L’ordine del giorno sulla riforma del lavoro ha ottenuto in direzione 130 voti favorevoli (86% dei consensi), 20 contrari e 11 astenuti. Non è riuscita la mediazione tentata dal vicesegretario Lorenzo Guerini con alcuni esponenti della minoranza Pd (tra i quali Roberto Speranza, Guglielmo Epifani e Cesare Damiano) per arrivare ad un documento comune. L’apertura sui licenziamenti disciplinari, inizialmente esclusi come quelli economici, non è stata considerata sufficiente.

Pierluigi Bersani ha picchiato duro: “Per chi si dice di sinistra la difesa dell’articolo 18 è una questione di principio”. Ancora più esplicito Massimo D’Alema: “La pura eliminazione del reintegro non è da paese civile”. Ma la vera battaglia avverrà alle Camere e per questo il Premier ha espresso l’auspicio di “votare tutti allo stesso modo in Parlamento”.

Infine, Renzi ha lanciato una sfida ai sindacati (finora mai incontrati per il Jobs Act) su tre punti: “Una legge della rappresentanza sindacale, salario minimo, il collegamento con la contrattazione di secondo livello”. Sarà interessante capire se i sindacati riusciranno a trovare una linea comune che fino a ieri è mancata.

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