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Ape volontario: requisiti, assegno e rate. Guida in 3 punti

Chi può chiedere il nuovo anticipo pensionistico? Quanto può incassare? Come avviene la restituzione del prestito? Ecco le risposte ad alcune delle domande più comuni sull’Ape volontario.

Ape volontario: requisiti, assegno e rate. Guida in 3 punti

L’Inps ha dato il via libera alle prime domande di Ape volontario, il nuovo strumento per chi vuole lasciare il lavoro prima del tempo. A differenza della versione “social”, interamente a carico dello Stato, l’Anticipo pensionistico volontario impone a chi vuole usufruirne di contrarre un prestito bancario assicurato della durata di 20 anni.

Ecco come funziona.

I REQUISITI

Potranno accedere all’Ape volontario i lavoratori con i seguenti requisiti:

  • Almeno 63 anni di età nel 2018 (cioè i nati entro il 1955) o 63 anni e 5 mesi nel 2019 (cioè i nati entro il 31 luglio 1956). La differenza è dovuta al fatto che dall’anno prossimo l’età pensionabile salirà per tutti a 67 anni a causa dell’adeguamento all’aspettativa di vita.
  • 20 anni di contributi.
  • Maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi. 
  • Una pensione futura non inferiore a 710,388 euro (pari a 1,4 volte il trattamento minimo Inps), al netto della rata di restituzione del prestito. Per dimostrare di possedere questo requisito è necessario chiedere all’Inps la cosiddetta “certificazione Ape”.

Non possono ottenere l’Ape coloro che hanno già maturato il diritto alla pensione.

Il prestito viene concesso solo se la rata di ammortamento mensile, sommata ad eventuali rate per prestiti ancora aperti, non supera il 30% del trattamento pensionistico (al netto di eventuali rate per debiti erariali e di eventuali assegni divorzili o di mantenimento dei figli).

L’ASSEGNO

Il minimo che si può ottenere è 150 euro mensili per sei mesi. L’ammontare dell’assegno (che viene erogato su 12 mensilità, senza tredicesima) non può superare le seguenti soglie:

  • il 75% della futura pensione in caso di anticipo superiore a tre anni;
  • l’80% se la durata del prestito è tra i 24 e i 36 mesi;
  • l’85% tra 12 e 24 mesi;
  • il 90% per i prestiti inferiori a 12 mesi.

La durata massima dell’Ape è di 3 anni e 7 mesi.

LE RATE

I soldi arrivano da un prestito bancario (con relativi interessi) che andrà restituito mediante una trattenuta sull’assegno previdenziale nei primi 20 anni di pensionamento effettivo. Solo la 13esima non subirà alcuna decurtazione.

La trattenuta sulla pensione tiene conto del capitale, del tasso di interesse, del costo del premio assicurativo contro il rischio di premorienza e del fondo di garanzia e sarà pari a circa il 4,6% annuo. L’incidenza dei costi effettivi (esclusa la restituzione dell’Ape ricevuta) per un prestito di 12 mesi è dell’1,6% circa. È riconosciuto un credito di imposta annua nella misura del 50% degli interessi sul finanziamento e dei premi assicurativi per la copertura del rischio di premorienza. L’Ape, essendo un prestito, è esente da tasse e contributi.

È possibile l’estinzione anticipata del prestito o l’estinzione parziale con la definizione di una nuova rata di ammortamento.

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