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Allarme spread: il calvario investe Italia, Spagna, Francia e Olanda

I titoli di Stato italiani e spagnoli a quota 490, ma il rischio sovrano investe sempre più direttamente anche Francia e Olanda – Allarme di Draghi – Timido rialzo di Piazza Affari ma Finmeccanica resta la blue chip più bersagliata (-3%).

Il Btp aggancia il Bono spagnolo. Entrambi i titoli accusano uno spread di 490 punti nei confronti del Bund, che rende l’1,84% (-4 punti base). E’ la conferma che la crisi italiana, lungi dall’essere superata, non è più un caso patologico, ma uno dei componenti dell’emergenza dell’intera eurozona. Il rendimento del titolo di stato della Francia con scadenza 10 anni scende di 4 punti base a 3,57% e quello dell’Olanda, un Paese con tripla A lambito nelle ultime settimane dalla crisi del debito, di 5 punti base a 2,42.

L’allarme è stato rilanciato con energia da Mario Draghi. Nel suo primo intervento pubblico come governatore della Bce Draghi ha sottolineato che “le attività economiche si indeboliranno nei Paesi più avanzati” e che è necessaria una “governance molto più robusta” a partire dall’avvio del fondo salva Stati vittima di ritardi biblici.

“Siamo a oltre un anno e mezzo dal summit che ha lanciato l’efsf – ha accusato il governatore – come parte di un piano di salvataggio da 750 miliardi di euro o mille miliardi; siamo a quattro mesi di distanza dal summit che ha deciso di rendere disponibile l’intero volume di garanzie dell’efsf e siamo a oltre quattro settimane dal summit in cui si è deciso di aumentare con l’effetto leva fino a 4 o 5 volte quell’ammontare e che ha dichiarato che l’esfs sarebbe stato pienamente operativo e che i suoi strumenti sarebbero stati usati in maniera efficace per garantire la stabilità finanziaria nell’eurozona. Dove è l’implementazione di queste decisioni di vecchia data? Dov’è la realizzazione di queste misure? Non dobbiamo aspettare oltre”.

Piazza Affari, in attesa del voto di fiducia della Camera al nuovo governo, muove verso un timido rialzo, condizionata dalle scadenze dei futures su azioni e opzioni: l’indice Ftse Mib segna +0,2%. Madrid è sulla parità mentre le altre piazze azionarie europee sono in leggero calo: Londra -0,7%, Francoforte -0,3%.

Il petrolio tipo Wti tratta a 99,2 dollari il barile, in rialzo dello 0,3% dopo il -3,7% di ieri. Il Brent è scambiato a 100,6 dollari il barile. Rimbalza l’oro a 1727 dollari l’oncia (ieri -2,4%). Resta in calo il rame (-2,4%).

Il titolo più bersagliato continua ad essere Finmeccanica -3% ai minimi dal 1997. Nell ultime quattro sedute il titolo ha perso il 24% del suo valore: il mercato teme che, dopo la svalutazione per 753 milioni della componente aeronautica, con la prossima trimestrale arriveranno altre “pulizie”. A Piazza Affari Luxottica perde l’1,b%, il titolo è penalizzato dalla notizia che l’amministratore delegato Andrea Guerra è entrato nella folta schiera dei potenziali candidati a prendere il posto di Corrado Passera a Intesa Sanpaolo +1.7%.

Safilo, al contrario, è in rialzo del 6%. La società ha sottoscritto un accordo con StyleMark per l’acquisizione di Polaroid Eyewear per un corrispettivo di 87,5 milioni di dollari. Andamento in ordine sparso per le altre banche. Unicredit sale dell’1,2%, Ubi Banca +0,4%. Banca Popolare di Milano perde lo 0,3%: oggi è l’ultimo giorno dell’aumento di capitale. Generali sale dell’1% e Fondiaria Sai dello 0,5%.

Autogrill è in ribasso del 2%. Natixis ha tagliato il giudizio a neutral da buy con un prezzo obiettivo che passa a 8 euro da 9,5.

Telecom Italia perde l’1,9%. Ieri sera l’a.d. di Telecom, Marco Patuano, ha detto che vede il mercato interno di riferimento in lieve calo nel 2012, a causa dell’effetto sui consumi delle misure di austerità, che approverà il nuovo governo. Campari è in rialzo del 2,2%: Berenberg ha alzato la raccomandazione a buy da hold. Fiat si muove al ribasso, in sintonia con l’indice delle società europee dell’automotive e perde l’1,5%. Pirelli cala dell’1,7%.

Landi Renzo è il peggior titolo di Piazza Affari: -7,5% nella nona seduta consecutiva al ribasso dopo il taglio di Merrill Lynch.

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