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Yellen cauta, euro recupera sul dollaro

Nell’atteso intervento di questo pomeriggio la numero uno della Fed non dà nuovi dettagli sul rialzo dei tassi Usa, favorendo la risalita dell’euro sul dollaro – Il Fondo monetario ribadisce: “La Banca centrale americana deve rinviare la stretta monetaria”.

Yellen cauta, euro recupera sul dollaro

Euro in ripresa sul dollaro nel pomeriggio. Dopo aver toccato un minimo di giornata a quota 1,069, la moneta unica recupera terreno e si porta a 1,0781 (+0,37%). Il rialzo arriva dopo l’intervento di Janet Yellen alla conferenza in corso a Washington sulla implementazione e programmazione di politica monetaria post-crisi. La numero uno della Fed ha ribadito che ci sono buone possibilità che i tassi d’interesse della Banca centrale americana vengano alzati quest’anno, ma ancora una volta non ha offerto dettagli sulle tempistiche di attuazione del rialzo. Nessun commento nemmeno sull’outlook economico e monetario americano.

Yellen ha ricordato che, nel contesto globale che si è creato dopo la crisi, è cruciale che le banche centrali spieghino come la politica monetaria è messa in atto e trasmessa all’economia. “Dopo la crisi finanziaria – ha detto – la Fed e le altre banche centrali hanno messo a punto e varato misure monetarie non convenzionali. E’ stata offerta la possibilità di valutare nuove politiche e questioni associate alla politica monetaria e all’efficacia delle varie opzioni”.

Secondo Yellen, le banche centrali “devono valutare in modo attento i vantaggi e gli svantaggi dell’applicazione di cornici monetarie alternative”, tenendo conto di “nuovi canali di trasmissione della politica monetaria emersi dagli intricati collegamenti economici e finanziari dell’economia globale”, messi in evidenza dalla crisi. 

La numero uno della Fed ha spiegato che è fondamentale che si comprendano gli effetti della regolamentazione e i possibili cambiamenti dell’intermediazione finanziaria. Yellen ha inoltre spiegato che la Fed si impegna a “valutare l’applicazione potenziale di cornici di politica monetaria di lungo termine e a valutare le numerose questioni associate alle varie cornici possibili”.

Ben più esplicita la posizione del Fondo monetario internazionale, che dopo le parole di Yellen ha ribadito la sua contrarietà a un rialzo dei tassi nel 2015. “Dovrebbe aspettare che al continuo rafforzamento del mercato del lavoro si aggiungano chiari segnali di risalita dell’inflazione”, afferma l’istituzione di Washington nel rapporto stilato in vista del G20, che si svolgerà il 15 e 16 novembre a Antalya, in Turchia.

“Il rialzo della Fed – aggiunge il Fmi – potrebbe aumentare la volatilità dei mercati, con movimenti potenzialmente in grado di creare disturbo sui flussi di capitali e sui prezzi delle attività”. Un messaggio che in realtà ricalca quanto già scritto nel recente World Economic Outlook, a ottobre, e in precedenti occasioni, ma il cui ripetersi rischia di non semplificare la strada alla Fed guidata da Janet Yellen, nell’impartire questa svolta alla politica monetaria Usa.

“Le decisioni della Fed dovrebbero continua a basarsi sui dati e la strategia di comunicazione resta essenziale – conclude il Fmi – specialmente in un contesto di volatilità dei mercati”.

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