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Webuild chiude il 2023 con ricavi in crescita del 22% e utili raddoppiati. Dividendo proposto +25%

Il portafoglio ordini ha raggiunto i massimi storici di 64 miliardi, superando già il target atteso di fine Piano al 2025. Oltre a coprire il 100% del fatturato ed Ebitda target del business plan 2023-2025, il backlog dà una visibilità di oltre 6 anni sui ricavi del gruppo

Webuild chiude il 2023 con ricavi in crescita del 22% e utili raddoppiati. Dividendo proposto +25%

Negli Annales del colosso internazionale delle costruzioni Webuild certamente il 2012 è cerchiato di rosso come anno di svolta di un percorso che via via lo sta portando a segnare ripetuti massimi storici. E’ accaduto anche nel 2023 superando nettamente la guidance per l’anno, mentre la consistenza del portafoglio ordini offre una visibilità di oltre 6 anni sui ricavi in crescita del gruppo e consentono di anticipare al 2024 i ricavi di fine Piano “Roadmap al 2025″.

Webuild, nel 2023 ricavi in crescita del 22%

La società (ex Salini Impregilo), fra i global player nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse per la mobilità sostenibile (ferrovie, metro, ponti, strade, porti), l’energia idroelettrica, gli impianti (depurazione, dissalatori) ha chiuso il 2023 con 10 miliardi di ricavi con una crescita del 22%, con un Ebitda a 819 milioni in crescita del 43%, mentre l’ebit adjusted raggiunge 475 milioni da 321 milioni nel 2022, con un incremento su base annua del 48%. L’utile netto adjusted di 236 milioni (124 milioni l’utile netto), quasi il doppio rispetto al 2022, quando aveva registrato profitti per 118 milioni (profitti netti per 9,8 milioni).

Dividendo proposto a 0,071 euro, +25%

Il board, guidato dall’ad Pietro Salini, proporrà all’assemblea degli azionisti convocata per il prossimo 24 aprile, un dividendo di 0,071 euro per azione ordinaria, in crescita del 25% rispetto al 2022 e di 0,824 per azione di risparmio. Ai valori di chiusura di ieri in borsa a 2,45 euro, si tratta di un dividend yield del 2,9% per l’azione ordinaria, che è cresciuta del 33% da inizio anno per una capitalizzazione di 2,5 miliardi.
Stamane il titolo quota 2,34 euro in calo del 4,48%. Il principale socio di Webuild è Salini con un 39,66%, a cui fanno seguito Cdp Equity al 16,47%, Unicredit col 4,94%, Intesa Sanpaolo al 4,62%.

Super liquidità, ai massimi

La posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2023 è positiva per 1,43 miliardi da 265 milioni del 2022, registrando il miglior risultato mai ottenuto dal gruppo. La generazione di flussi di cassa operativa è stata eccezionale con una posizione di cassa netta di 1,4 miliardi e una leva finanziaria che si è ridotta a 3,2x rispetto a 4,6x dell’esercizio precedente.

Portafoglio ordini sicuro per almeno 6 anni

Inoltre Webuild ha registrato per il terzo anno consecutivo record di order intake con ordini acquisiti per 22 miliardi e un book to bill di 2,7x, superando nettamente il target di 1,1x per l’anno. Il portafoglio ordini ha raggiunto i massimi storici di 64 miliardi, superando già il target atteso di fine Piano al 2025. Oltre a coprire il 100% del fatturato ed EBITDA target del Business Plan 2023-2025, il backlog dà una visibilità di oltre 6 anni sui ricavi del Gruppo, tracciando in maniera evidente il percorso di crescita del Gruppo.

Per il 2024 in particolare è atteso un book-to-bill maggiore di 1,0 volte, il proseguimento del trend di crescita con ricavi superiori a 11 miliardi e un ebitda maggiore di 900 milioni. Il gruppo continuerà a focalizzarsi sulla generazione di cassa, “mantenendo una solida posizione di cassa netta, attesa superiore a 400 milioni”.

Dal 2012 avviata la strategia in tre pilastri

La società, proprio da quel 2012 ha segnato una strategia fondata su tre pilastri, spiega la società: focus sulla costruzione di infrastrutture altamente complesse e innovative, diventando un partner di riferimento per i nostri clienti a livello mondiale, consolidamento della posizione di leadership nei paesi chiave come Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, proseguendo con la politica di mitigazione del rischio e una crescita dimensionale che ha permesso di investire in innovazione, formazione, salute e sicurezza e in progetti strategici volti al de-risking del business, al miglioramento della profittabilità e alla generazione di cassa, oltre che al deleveraging

In particolare Webuild si è confermata prima al mondo nel settore acqua, tra le prime 10 posizioni dei contractor internazionali attivi in Usa e Australia e nella top 10 nel settore per progetti in mobilità sostenibile , secondo Engineering news-record (Enr, la più autorevole rivista statunitense del settore.

Webuild, le opere del 2023

Nel 2023 il Gruppo ha concluse il ponte sul Danubio a Braila, in Romania, secondo ponte sospeso più lungo dell’Europa Continentale, le stazioni Tricolore e San Babila della linea Metropolitana 4 di Milano, la Galleria del Sottoattraversamento Isarco, parte della Galleria di Base del Brennero, il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo al mondo, il nuovo centro direzionale dell’Eni a San Donato Milanese.
Sempre in Italia Webuild è in trattativa con il Comune di Milano per la ristrutturazione dello Stadio Meazza a San Siro, per la quale sta lavorando per preparare un piano di fattibilità. Inoltre è a capo del consorzio Eurolink per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Il 2023 è stato un anno di progressi anche in ambito Esg, superando anche i questo caso gli obiettivi che il gruppo si era prefissato con il Piano ESG 2021-2023. In particolare, il tasso di intensità delle emissioni ha registrato una riduzione del 67% (rispetto alla baseline del 2017), sovraperformando il target di riduzione del 50% al 2025 definito nel “Sustainability-Linked Financing Framework”.

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