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Volkswagen l’Ue si di difende dalle accuse: “Sapevamo ma non avevamo prove”

Le accuse del Financial Times vengono in parte confermate dalla Commissione Europea. L’UE sapeva già dal 2013 delle discrepanze esistenti tra i risultati dei test e le prove su strada, ma non c’era alcuna prova di comportamenti fraudolenti.

Volkswagen l’Ue si di difende dalle accuse: “Sapevamo ma non avevamo prove”

La Commissione Europea si difende dalle accuse formulate oggi dal Financial Times, ammettendo però in parte le proprie “colpe”. Il quotidiano inglese ha pubblicato stamattina un rapporto risalente al 2013 dal quale emerge chiaramente che l’UE era a conoscenza già da due anni delle discrepanze in termini di emissioni tra i risultati dei test delle case automobilistiche e le prove su strada.

Nel dettaglio FT ha rivelato che il commissario UE all’Ambiente, Janez Potocnik, nel febbraio del 2013 scrisse una lettera all’allora commissario all’industria Antonio Tajani, segnalandogli il problema e considerandolo addirittura la causa principale del mancato raggiungimento dei valori posti come obiettivo dall’Unione. 

La Commissione UE ha ammesso di sapere che “i test di laboratorio non rilevano con precisione la quantità di ossido di azoto emessa durante le effettive condizioni di guida”, ma ha aggiunto che la discrepanza registrata può essere dovuta a “numerosi fattori”, non necessariamente fraudolenti, come invece è emerso nel corso degli ultimi mesi dallo scandalo Volkswagen. 

Fonti comunitarie hanno sottolineato oggi che le discrepanze emerse dai test”non sono mai state un segreto” e che la Commissione “ha più volte lanciato l’allarme su studi e discorsi”. In passato non c’era però alcuna prova che esse derivassero da una vera e propria frode.  

Volkswagen ha ammesso solo lo scorso settembre di aver usato sui veicoli diesel un software in grado di far figurare nei controlli delle emissioni inferiori rispetto alla realtà su 11 milioni di auto a livello globale.

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