Condividi

Vino: export record, migliora rischiosità

L’osservatorio di Crif Ratings e Wine Monitor di Nomisma rileva la crescita dell’export (+5,3%) e della domanda interna (+1,8%) del settore – I tassi di default Basilea scendono al 3,9%, mentre le procedure di default pubbliche coinvolgono solo lo 0,5% delle aziende del settore.

Vino: export record, migliora rischiosità

Il 2015 è stato un anno di miglioramenti per il settore vinicolo. A dirlo è l’osservatorio condotto da CRIF Ratings e Wine Monitor di Nomisma, secondo cui l’anno si è chiuso con un tasso di crescita dell’export del 5,3% su base annua, per una cifra record di 5,4 miliardi di euro, e con aumento dell’1,8% dei consumi interni.

Le dinamiche di mercato hanno avuto un effetto positivo sul profilo di rischiosità del settore. I tassi di default, infatti, si sono attestati al di sotto della media registrata dall’intero comparto del Food & Beverage, un comparto che ha comunque registrato, come gli capita regolarmente, performance migliori rispetto al totale delle imprese non finanziarie italiane.

Nel Wine i tassi di default Basilea nel settore (ovvero i crediti scaduti o sconfinanti da più di 90/180 giorni, che rientrano nel novero delle posizioni in default) si sono attestati al 3,9% contro il 4,4% registrato nel 2014, mentre i tassi di default pubblico si sono fermati allo 0,5% contro lo 0,9% dell’anno precedente.

Rimane ampio, inoltre, il divario tra le inadempienze finanziarie “Basilea”, che sono maggiormente sensibili al ciclo economico e che di rado sembrano precludere a procedure pubbliche di insolvenza, e i default pubblici. Per entrambi gli indicatori sono stati raggiunti i livelli pre-crisi.

Commenta