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Via l’Imu, è tempo di tagli: subito un miliardo in meno per lavoro, sicurezza e ferrovie

Per finanziare il decreto Imu quasi un miliardo di euro arriverà dalla riduzioni di spesa dei ministeri: 250 milioni dalla decurtazione del fondo per l’occupazione, 300 milioni dal “definanziamento” alla rete ferroviaria e 55 milioni dal fondo per l’assunzione di agenti delle forze dell’ordine.

Via l’Imu, è tempo di tagli: subito un miliardo in meno per lavoro, sicurezza e ferrovie

Cancellare l’Imu sulla prima casa senza introdurre nuove tasse vuol dire solo una cosa: tagliare. E per il governo è arrivato il momento di prendere in mano le forbici. Quasi un miliardo di euro arriverà dalla riduzioni di spesa dei ministeri, ma di certo non sarà sufficiente. A conti fatti, per far quadrare i conti bisognerà trovare circa 5 miliardi con la legge di stabilità (da varare entro metà ottobre) e altrettanti saranno necessari nel 2014. 

Si comincia con i tagli a 11 ministeri: addio a 300 milioni per le “spese funzionali”. Altri 250 milioni arriveranno dalla decurtazione del fondo per l’occupazione (“tanto non sarebbe stato utilizzato”, ha giustificato il premier Enrico Letta).Poi un “definanziamento” di 300 milioni alla rete ferroviaria, mentre 55 milioni verranno sottratti a una manovra del 2008 per l’assunzione di agenti delle forze dell’ordine.

L’Anas rinuncerà a 35 milioni e verranno meno anche 20 milioni stanziati dalla finanziaria 2005 per l’assunzione di guardie di finanza. Scompariranno poi 50 milioni già tagliati dall’ultima legge di stabilità per personale della difesa, degli interni, della giustizia e dell’economia. In tutto, i tagli ai ministeri arrivano a 975 milioni.

Il Tesoro ha fatto sapere che senza la prima rata Imu il fabbisogno di agosto si è impennato a 9,2 miliardi, dai 5,9 del 2012. E il sottosegretario all’Economia Paolo Baretta ha rivelato ai microfoni di Radio24 che “entro il prossimo mese, e comunque con la Legge di stabilità, il Governo deve trovare due miliardi per la seconda rata dell’Imu, un miliardo per l’Iva e un altro miliardo circa per la Cassa integrazione e per il rifinanziamento delle missioni all’estero, sperando che non si aggiungano altre emergenze”.

Fin qui solo il 2013. Guardando all’anno prossimo, il quadro si complica ulteriormente: serviranno due miliardi per l’Imu, due per alleggerire la nascitura service tax (che dovrà essere complessivamente inferiore alla somma di Imu e Tares), uno miliardo e mezzo per la deducibilità Imu per le imprese, un miliardo per evitare l’aumento Iva, almeno 400 milioni per il rifinanziamento delle missioni all’estero e due miliardi per finanziare il mancato aumento dei ticket sanitari. Il tempo delle forbici è appena iniziato. 

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