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Vertice Ue, il rischio che si trasformi in un consiglio di guerra ma senza eserciti né fondi comuni

Per la prima volta, anche nel testo del comunicato finale che sarà approvato oggi a Bruxelles a conclusione del Consiglio Ue faranno capolino termini che rimandano a scenari di guerra. Ecco cosa sta succedendo alla vigilia delle elezioni europee di giugno

Vertice Ue, il rischio che si trasformi in un consiglio di guerra ma senza eserciti né fondi comuni

Venti di guerra spirano a Bruxelles. Per la prima volta pure nel testo del comunicato finale che verrà approvato oggi a conclusione del vertice Ue faranno capolino (e in maniera neppure tanto criptica) termini che rimandano a scenari di guerra. Un’Europa, insomma, nata sulle ceneri della seconda guerra modiale e come antidoto a nuove guerre torna ad occuparsi di difesa ed eserciti. La guerra in Ucraina è alle porte e sembra che lo sforzo compiuto finora in termini di aiuti militari per 138 miliardi di euro non abbia mutato gli equilibri delle forze. Di qui il tema di fare scendere in campo direttamente anche uomini della Nato di cui, sia pure tra mille distinguo, ha cominciato a parlare il presidente francese Emmanuel Macron. Subito smentito dai partner e dalla stessa Nato. 

Vertice Ue, cosa succede alla vigilia delle elezioni

Alla vigilia di elezioni che potrebbero modificare anche i rapporti di forza tra le famiglie politiche europee, l’Europa si interroga sul suo futuro che contempla un impegno molto più marcato rispetto al passato sul tema della difesa. I 27 capi di Stato e di Governo insieme alla presidente del Parlamento europeo ne hanno discusso in un pranzo di lavoro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Le preoccupazioni maggiori riguardano la situzione a Gaza  con un’operazione di terra minacciata a Rafah ma anche l’Ucraina rappresenta un fronte da monitorare giorno dopo giorno. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la ferma volontà di mantere il sostegno a Kiev. Ma un salto di qualità nel meccanismo degli aiuti sembra improrogabile e si intreccia con le capacità militari dell’Europa. I 27 leader stanno discutendo della necessità per l’Europa di aumentare la sua prontezza alla difesa; del modo di rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa dell’Ue e di misure per rendere l’industria della difesa più resiliente e competitiva. Inoltre, sulla base di una presentazione della Commissione europea, i leader discuteranno anche della strategia industriale europea della difesa e del programma europeo di investimenti nel settore.

Vertice Ue, i rischi per l’Europa in vista delle elezioni Usa

Ma c’è da dire che soprattutto in vista di un potenziale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, i leader europei secondo un’analisi di Politico potrebbero temere uno scenario in cui gli Stati Uniti rimettano in discussione le garanzie di sicurezza per l’Europa mentre la Russia potrebbe decidere di testare sul terreno la clausola di difesa collettiva della Nato prendendo di mira un Paese dell’alleanza. Fra le opzioni sul tavolo, date le scarse capacità di manovra in termini di bilancio, c’è l’idea di emettere un altro round di obbligazioni congiunte dell’Ue che sta guadagnando terreno ed è sostenuta per l’Italia dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Si è formata un’alleanza guidata da Francia, Estonia e Polonia a favore del prestito congiunto che, tuttavia, dovrà superare lo scetticismo di Germania e Paesi Bassi. Un fondo sovrano con debito comune che dovrebbe servire non solo per la difesa ma anche per la transizione verde e per la competitività come proposto dal rapporto messo a punto da 50 personalità europee riunitesi a Cascais in Portogallo a fine 2023 (per l’Italia l’economista Fabrizio Pagani e l’ambasciatore Piero Benassi). 

Vertice Ue, cosa pensa Kiev

Da Kiev il dibattito europeo viene seguito con particolare attenzione anche se il presidente Zelenski preferisce concentrarsi sugli aspetti positivi. “Le munizioni sono una questione vitale – dice Zelenski – sono grato per la creazione del Fondo di assistenza all’Ucraina che ammonta a 5 miliardi di euro e per il sostegno all’iniziativa della Repubblica Ceca per l’acquisto di munizioni per i nostri soldati. Questo aiuterà. Purtroppo l’uso dell’artiglieria in prima linea da parte dei nostri soldati è umiliante per l’Europa, nel senso che l’Europa può fornire di più. Ed è fondamentale dimostrarlo adesso”. “Perché – ha aggiunto – se ci sarà abbastanza sostegno per l’Ucraina, ciò dimostrerà agli amici di Putin che ci sarà abbastanza sostegno anche se questa persona folle ordinerà l’espansione dell’aggressione ad altri Paesi europei”.

Vertice Ue, le parole di Borrell

Nonostante i venti di guerra che secondo i parlamentari di Cinque stelle stanno trasformando il vertice Ue in un Consiglio di guerra, l’alto appresentante per la politica estera europea Josep Borrell ha precisato che l’appello rivolto agli europei affinché siano consapevoli delle sfide che ci troviamo ad affrontare è positivo, “ma non dobbiamo nemmeno esagerare. La guerra non è imminente. Ho sentito alcune voci dire: la guerra è imminente. Ebbene, grazie a Dio, la guerra non è imminente. Viviamo in pace. Sosteniamo l’Ucraina. Non facciamo parte di questa guerra, sosteniamo semplicemente l’Ucraina. E dobbiamo prepararci per il futuro, aumentare le nostre capacità di difesa”. 

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