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Vaccini: AstraZeneca in ritardo, scatta il piano B

Le prime dosi della casa farmaceutica britannica, attese per gennaio, non saranno consegnate prima di febbraio inoltrato – Per compensare, saranno aumentate le forniture in arrivo da Pfizer e da Moderna

Vaccini: AstraZeneca in ritardo, scatta il piano B

Primo intoppo lungo la strada dei vaccini. In base al cronoprogramma del ministero della Salute, oltre alle fiale di Pfizer, a gennaio sarebbero dovute arrivare anche le prime dosi targate AstraZeneca (da cui erano attesi circa 16 milioni di vaccini entro il primo trimestre). La casa farmaceutica britannica, però, è in ritardo sulla tabella di marcia, per cui è probabile che l’inizio delle consegne slitterà almeno a febbraio inoltrato.

Martedì il vicedirettore esecutivo dell’Agenzia europea del Farmaco, Noel Wathion, ha definito “improbabile” la possibilità che l’Ema autorizzi entro il primo mese del 2021 il vaccino prodotto da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford: “Non hanno ancora presentato domanda – ha spiegato – e i dati che abbiamo al momento non sono sufficienti per concedere un’autorizzazione condizionata”.

In altre parole: c’è bisogno di un piano B. La Commissione europea è già corsa ai ripari, acquistando altri cento milioni di dosi Pfizer, di cui 13,5 milioni spetteranno all’Italia. Inoltre, per coprire l’ammanco causato da AstraZeneca, il nostro Paese ha chiesto anche il raddoppio delle dosi di Moderna: altri 10 milioni spalmati su nove mesi. Farà molto comodo, infine, anche l’aumento da cinque a sei delle dosi che le Regioni sono state autorizzate a ricavare da ogni fiala del vaccino Pfizer: un aumento netto del 20% che corrisponde a cinque milioni e 315mila dosi in più rispetto alla fornitura prevista. Senza questo via libera inatteso, arrivato prima dall’Aifa e poi dal ministero della Salute, un incremento simile dei vaccini sarebbe costato all’Italia altri 60 milioni di euro.

In ogni caso, AstraZeneca assicura che fra pochi giorni, al massimo una settimana, metterà insieme il dossier da sottoporre all’Ema con i dati delle sperimentazioni di fase tre in Gran Bretagna, Brasile e Sudafrica su 24mila volontari. Una volta ricevuta la documentazione, l’Autorità europea del Farmaco impiega di solito una ventina di giorni a dare il via libera.

Nonostante tutto, la Gran Bretagna – che ha una sua autorità regolatoria indipendente (Mhra) – ha già approvato il vaccino AstraZeneca e il 4 gennaio inizierà le somministrazioni.

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