Condividi

Vaccino Covid: obbligatorio sì o no? Numeri, dubbi e polemiche

Il Governo prende tempo sull’obbligo vaccinale, ma se nei prossimi mesi le adesioni saranno inferiori alle attese, il vaccino potrebbe diventare obbligatorio per alcune categorie. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul dibattito in corso

Vaccino Covid: obbligatorio sì o no? Numeri, dubbi e polemiche

Il vaccino Covid deve diventare obbligatorio, almeno per alcune categorie? È intorno a questa domanda che negli ultimi giorni si è accesa una dura polemica politica che coinvolge lo stesso Governo.

Dopo il botta e risposta tra la sottosegretaria dem Sandra Zampa (favorevole all’obbligatorietà) e la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone (M5S, contraria), è intervenuto sulla questione anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, che in un’intervista a La Stampa, ha dichiarato: “Non illudiamoci di uscirne in poche settimane. Per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di un’adesione massiccia al vaccino”. Rispetto ai dubbi espressi da alcuni esponenti del personale sanitario, Sileri ha detto:  “Metterei in dubbio la qualità del nostro sistema formativo. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento. Al momento non è prevista alcuna obbligatorietà. Se nei prossimi mesi la campagna non dovesse raggiungere i 2/3 della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c’è l’obbligatorietà. Ma non è un problema attuale. Sono fiducioso”.   

Il punto riguarda proprio numeri e percentuali. Non ci sono ancora certezze, ma secondo molti esperti per riuscire a sconfiggere il Covid bisognerà vaccinare il 70-80% della popolazione. Una percentuale raggiungibile solo se ognuno di noi farà la propria parte. 

Il problema è che, al di là della polemica politica, le perplessità e i dubbi sul vaccino nel nostro Paese sembrano piuttosto diffusi. Proprio per questo motivo c’è chi pensa già a rendere obbligatorio il vaccino almeno per alcune categorie più a rischio, come medici, insegnanti e operatori delle Rsa. 

Medici, infermieri, personale sanitario: il vaccino anti Covid deve essere obbligatorio. Lo stesso deve valere per chi lavora nelle Residenze sanitarie, dobbiamo difendere gli anziani”, ha dichiarato il cooordinatore del Cts, Agostino Miozzo. “L’obbligo – ha proseguito – deve valere non solo per chi assiste gli ospiti, ma pure per chi entra a fare le pulizie. Io andrei anche oltre. Penso a tutte le strutture pubbliche, alle scuole, a chi lavora a contatto con molte persone. La via maestra è quella del convincimento. Ma in un ospedale non ci devono essere tentennamenti: se vuoi lavorare, devi vaccinarti. Rendere obbligatorio il vaccino per tutti, da subito, può essere controproducente, rischi di alimentare l’irrazionalità no-vax. Devo dire che questi strumenti di sensibilizzazione e informazione ancora non li vedo. Prevale nella narrazione collettiva il dubbio”. 

Il Governo, per il momento, preferisce prendere tempo, considerando anzi controproducente parlare di obbligo prima che la campagna vaccinale entri nel vivo. Nessun obbligo sarà imposto almeno fino ad aprile, quando in Italia saranno già arrivate circa 10 milioni di dosi e si potrà fare un primo bilancio. Se tra qualche mese ci si renderà conto che le adesioni arrivate non consentiranno di raggiungere “l’obiettivo immunità”, allora l’obbligatorietà per i dipendenti pubblici e forse per altre categorie diventerà un tema centrale. 
C’è però un altro aspetto che potrebbe favorire le adesioni al vaccino: la cosiddetta patente di immunità. Ben presto infatti, compagnie aeree e ferroviarie, ma anche stadi, cinema, teatri potrebbero consentire l’accesso solo a chi avrà un certificato di vaccinazione.

Commenta