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Unione bancaria, cammino ancora lungo

CONVEGNO ABI – Rimangono da completare tutti e tre i pilastri su cui si basa l’Unione bancaria: 1) meccanismo di vigilanza, 2) meccanismo di risoluzione, 3) sistema di garanzia dei depositi.

Unione bancaria europea? C’è da lavorare ancora molto, a partire dal sistema di risoluzione avviato appena adesso – all’inizio di gennaio – per proseguire col sistema unico di garanzia dei depositi, sino alla armonizzazione – e questa è impresa davvero ardua- dei 28 diversi regimi fiscali dei Paesi Ue. Se ne è parlato all’Abi, nel convegno “banche e imprese nelle prossime sfide europee” che è servito a delineare la panoramica della situazione.

Punto di partenza è la necessità di completare i tre pilastri su cui si basa l’unione bancaria: 1) meccanismo di vigilanza, 2) meccanismo di risoluzione, 3) sistema di garanzia dei depositi. Il primo è partito a novembre 2014; il regolamento del secondo è operativo dallo scorso primo gennaio e quindi è ancora in fase di rodaggio; quanto al sistema di garanzia dei depositi siamo soltanto ai preliminari. E’ infatti dell’8 marzo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo di attuazione della direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi e che istituisce un quadro normativo armonizzato dell’Unione Europea.

Inoltre per conseguire un «terreno di gioco comune» tra le banche europee sono necessari ulteriori importanti sviluppi. Per esempio, realizzare un Testo unico bancario europeo che superi le diverse normative nazionali esistenti non soltanto nello specifico campo delle norme di vigilanza prudenziale e concretizzi una completa e identica normativa per il funzionamento delle banche all’interno della Ue.

Ancora: nell’Unione europea ci sono 28 diverse legislazioni tributarie e 28 diverse interpretazioni del concetto di base imponibile. Un primo passo potrebbe essere la redazione di una bozza di direttiva per armonizzare le regole per la determinazione della base imponibile delle imprese. E non meno complesso è il tema della armonizzazione delle altre imposte. Perfino sull’Iva – è stato sottolineato nel corso del convegno Abi – rimangono diversità e gap tra l’Italia e gli altri Stati.

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