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Unioncamere: 23mila assunzioni in più nel 2015

Secondo il rapporto Unioncamere si registra un vero boom dei contratti a tempo indeterminato (+82,5% rispetto al 2014) anche per effetto del Jobs Act – Il motore della ripresa delle assunzioni è il Nord Ovest mentre frena ancora il Nord Est

Unioncamere: 23mila assunzioni in più nel 2015

Nel 2015 ci saranno 23mila assunzioni in più nelle piccole e medie imprese rispetto allo scorso anno (+4%). Lo registra il Rapporto Unioncamere 2015 presentato oggi a Roma in cui si precisa che tra le aziende che lavorano sul web ci sarà una propensione all’assunzione doppia rispetto a quelle che sono offline. Si parla di 595mila nuovi contratti pianificati, dei quali 472.540 saranno assunzioni di personale alle dipendenze dirette e oltre 122.300 personale atipico.

Decollano i contratti a tempo indeterminato che crescono del 82,5% rispetto al 2014. Si tratta di 73.140 contratti in più rispetto al 2014 con questa tipologia (162mila totali). Nel rapporto Unioncamere si legge che l’aumento di assunzioni è “attribuibile per  35.600 unità all’effetto Jobs Act e, di queste, 25.700 sono da ritenersi assunzioni effettivamente aggiuntive, perché in assenza della riforma non sarebbero state programmate dalle pmi, mentre poco meno di 10mila sono da attribuirsi all’incentivo economico che ha portato le aziende ad anticipare le assunzioni previste per il 2016″.

La ripresa delle assunzioni viene soprattutto dal Nord Ovest. È da lì che spira il vento delle assunzioni che è tre volte più forte rispetto alla media nazionale (+12,4% rispetto al 4% dell’intero Paese). Viaggia ancora controvento il Nord Est che vede la percentuale di assunzioni in negativo rispetto al 2014: -2,2%. 

“Lo stato di salute della nostra economia sta migliorando, ma il paziente Italia non è ancora guarito – dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – Per accelerarne la ripresa, quindi, bisogna inserire nella cura dosi massicce di innovazione. E nell’era del web 2.0 questa innovazione si chiama ‘e-business’. Perché – sottolinea – sono proprio le imprese che hanno colto i vantaggi del web quelle che stanno dimostrando di saper trainare la nostra economia e offrire maggiori opportunità per la crescita occupazionale, in particolare giovanile. Per questo é importante che le riforme messe in atto dal Governo, i cui primi effetti iniziano ad essere evidenti, vengano accompagnate da chiari indirizzi di politica economica che sappiano spingere più incisivamente verso la digitalizzazione del nostro Paese. Perché – conclude Dardanello – con la nostra cultura, i nostri saperi che rendono unico il made in Italy nel mondo, abbiamo le carte in regola per diventare una ‘superpotenza’ dell’economia digitale”.

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